Claudia Fanti – Adista -
Intervento del compagno Joao Pedro Stedile (Movimento Sem Terra, Via
Campesina) all’incontro globale dei movimenti popolari in Vaticano
“Terra, Labor, Domus”
Nel segno del pessimismo della ragione (nell’analisi della realtà),
ma senza dimenticare l’ottimismo della volontà (nel modo di pensare il
futuro e le alternative): è così, con un richiamo ad Antonio Gramsci da
parte del leader del Movimento dei Senza Terra del Brasile e di Via
Campesina Joao Pedro Stedile che si è conclusa la prima giornata –
dedicata all’analisi della realtà – dell’incontro globale dei movimenti
popolari in Vaticano, “Terra, Labor, Domus”. E’ stato il leader dei
senza terra a indicare, in una sorta di sintesi del dibattito della
giornata, alcune idee centrali “come radiografia della realtà su cui – ha detto – portare avanti la nostra riflessione, con
l’ausilio di papa Francesco e di Evo Morales, per poi trarne proposte
concrete di impegno”.
Ma ecco i 20 punti centrali evidenziati da Stedile:
Ma ecco i 20 punti centrali evidenziati da Stedile:
- 1. Un’offensiva senza eguali del capitale nazionale e internazionale,
diretto ad appropriarsi delle risorse naturali che dovrebbero invece
appartenere a tutta l’umanità, specialmente attraverso lo sfruttamento
minerario e la costruzione di centrali idroelettriche e nucleari: un
problema di enorme portata per l’umanità, non solo in termini di
distribuzione di ricchezze, ma anche di perdita di sovranità su tali
risorse.
2. L’appropriazione delle sementi che devono invece essere riconosciute come patrimonio dell’umanità e in particolare l’imposizione di sementi transgeniche combinata con l’uso di veleni agricoli, con la conseguente distruzione della biodiversità.
3. Una crisi ambientale di portata incalcolabile, che mette a repentaglio la vita stessa del pianeta – con conseguenze gravissime soprattutto sui tre miliardi di persone più povere – come frutto di un modello energetico fallimentare a cui si può cercare di porre rimedio in appena 30 anni.
4. La mercificazione degli alimenti da parte di non più di 50 imprese transnazionali che controllano l’intera catena agroalimentare, a fronte della presenza di 900 milioni di persone che soffrono la fame.
5. Un dilagante processo di precarizzazione del lavoro, con attacchi sistematici da parte del capitale ai diritti dei lavoratori, in un processo che riguarda tutti i nostri Paesi e che produce fasce di disoccupazione addirittura fino al 50% della popolazione giovanile.
6. La crescita vertiginosa di pratiche legate al lavoro schiavo, alla prostituzione forzata, alla migrazione forzata, al genocidio dei popoli: pratiche che si configurano come crimini contro l’umanità.
7. La crescita della concentrazione della proprietà della terra, della ricchezza (il 40% della quale si trova nelle mani di appena 147 imprese, mentre al 70% dell’umanitàmnon resta che spartirsi un misero 2,9%), nonché dei mass media e persino dei poteri dello Stato.
8. Il dominio dell’impero statunitense, con i suoi alleati del G8, esercitato con il potere del dollaro, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, dei Trattati di Libero Scambio, dei mezzi di comunicazione e naturalmente attraverso la sua macchina di guerra, che impone gli interessi Usa al resto dell’umanità.
9. Il ricorso a guerre stupide e inaccettabili, meri pretesti che rispondono agli interessi economici, energetici e geopolitici dei capitalisti.
10. Il profondo deficit democratico degli organismi internazionali, incapaci di presentare soluzioni adeguate ed efficaci.
11. L’assenza di un processo realmente democratico nella maggior parte dei Paesi, resa evidente dallo svuotamento dei processi elettorali, dalla mancanza di una vera partecipazione popolare, dalla clamorosa inutilità della democrazia borghese rappresentativa.
12. I limiti delle politiche pubbliche dei governi, incapaci di curare gli interessi popolari al di là di mere politiche compensatorie.
13. La trasformazione della città in un inferno, a causa della speculazione immobiliare, del moltiplicarsi delle favelas, dell’imposizione di un modello di trasporto centrato sull’automobile privata, a scapito di un trasporto pubblico e collettivo.
14. La violenza istituzionalizzata contro i poveri, praticata da paramilitari, narcotrafficanti e forze di polizia.
15. La trasformazione del potere giudiziario in uno strumento di difesa degli interessi del capitale.
16. L’ampliamento della discriminazione nei confronti delle donne, dei giovani, degli emarginati, della comunità Lgbt, delle diversità religiose.
17. Il controllo monopolistico dei mezzi di comunicazione, capaci di trasformare in merce persino la coscienza.
18. La manipolazione della scienza al servizio del capitale.
19. La diffusione di una cultura mercificata basata sui falsi valori dell’egoismo, del consumismo e dell’individualismo, a cui si accompagna una crisi progettuale della stessa classe lavoratrice, spesso esposta ai disvalori imposti dai mezzi di comunicazione e dalla cultura globalizzata.
20. La debolezza delle organizzazioni popolari, parte di un processo di riflusso dei movimenti di massa, i quali, tuttora fermi ad una fase di protesta, si rivelano incapaci di costruire progetti di società che rappresentino gli interessi dei lavoratori.
Sul sito dell’Osservatore Romano è possibile leggere il discorso di
papa Francesco al meeting globale dei movimenti popolari al quale ha
partecipato anche il compagno Evo Morales, presidente della Bolivia: http://www.osservatoreromano.va/it/news/terra-casa-e-lavoro-diritti-tutti
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