sabato 3 gennaio 2015

A chi il plusvalore?!? A noi!!!





Annex - Brando, Marlon (On the Waterfront)_13
La visione tronca che il marxismo tradizionale aveva di questo contesto sistemico (proprio del capitalismo) consisteva nella critica del "plusvalore" in un senso puramente superficiale e sociologico, ossia nei confronti della sua "appropriazione" da parte della "classe capitalista". Non era affatto la forma del valore - che funziona in un ciclo ed in una maniera feticistica - ad essere denunciata come scandalosa, ma solamente la sua "distribuzione ineguale". E' proprio per questo che, agli occhi dei rappresentanti della "critica fondamentale del valore", questo "marxismo del lavoro" è rimasto prigioniero dell'ideologia di una semplice "giustizia redistributiva". Il problema risiede nel carattere assurdo del fine in sé della forma merce e della forma denaro, totalitari, mentre la "distribuzione equa" all'interno di una tale forma rimane assoggettata alle leggi del sistema e, attraverso di esse, alle restrizioni imposte dal sistema, e quindi costituisce una semplice illusione. 
Una semplice redistribuzione all'interno della forma merce, della forma valore e della forma denaro - quale che sia il modo in cui viene applicata - non può evitare la crisi e neppure di finire con la miseria globale generata dal capitalismo; il problema centrale non è appropriarsi della ricchezza astratta, sotto la forma non abolita del denaro, ma è proprio questa forma. In tal modo, il vecchio movimento operaio, con la sua "critica" tronca del capitalismo, formulata dentro le categorie non abolite del capitalismo, poteva ottenere solamente - e solo in maniera transitoria - dei miglioramenti immanenti al sistema. Oggi, nella crisi attraversata dal sistema delle merci, tali miglioramenti vanno in pezzi, uno dopo l'altro. Nel corso di un simile processo, il marxismo tradizionale, e più generalmente la sinistra politica, ha assunto tutte le categorie fondamentali della socializzazione capitalista, soprattutto il "lavoro astratto", il valore in quanto principio generale che si pretende trans-storico e, di conseguenza, anche la forma merce e la forma denaro in quanto forme generali del rapporto sociale, così come il mercato universale anonimo in quanto sfera della mediazione sociale feticistica, ecc.. Quanto alla miseria ed all'alienazione, che vanno di pari passo con un simile contesto sistemico categoriale, esse dovrebbero essere corrette per mezzo dell'intervento politico esterno. Una tale illusione continua ancora oggi ad essere riscaldata e ad essere offerta, condita con la salsa keynesiana (di sinistra).
- Roswitha Scholz, « Le sexe du capitalisme » - p. 92-93.

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