PERUGIA - Il capogruppo regionale del Partito della
Rifondazione comunista-Federazione della sinistra Damiano Stufara ha
presentato un'interrogazione a risposta immediata (question time) per
“sapere se la Giunta regionale è a conoscenza delle recenti decisioni
degli Ati 1, 2 e 4 dell'Umbria riguardanti piani tariffari e contratti
di servizio con i gestori, e per conoscere le iniziative che si
intendono assumere nel rispetto del risultato referendario del 12 e 13
giugno 2011 che, anche in Umbria, ha visto esprimersi favorevolmente la
stragrande maggioranza della popolazione e che finora risulta rispettato
nel solo Ambito territoriale n. 3”.
Nell'atto, Stufara ricorda che nella deliberazione dell'assemblea
d'Ambito dell'ATI 1 e 2 del 15 febbraio scorso, relativa
all'articolazione tariffaria per il 2012 si sostiene che, rispetto agli
effetti prodotti dai referendum, la remunerazione del capitale investito
sia da intendersi come “il costo del capitale necessario al
finanziamento degli investimenti da sostenere per rendere possibile la
realizzazione di quelli previsti dal Piano d'Ambito”, per cui “appare
ragionevole sostenere che, qualora tale componente di costo dovesse
essere espunta dalla tariffa, la relativa copertura finanziaria dovrebbe
pur sempre essere garantita al gestore, rispetto al quale non si
ritiene necessaria una “rinegoziazione degli impegni contrattuali con
altre forme di finanziamento da porre necessariamente a carico dei
Comuni interessati, a meno di non voler rinunciare all'effettuazione
degli investimenti”. Si dispone pertanto la costituzione di “un apposito
fondo nel quale far confluire tutte le somme corrispondenti alla quota
tariffaria imputabile all'applicazione del 7% a titolo di remunerazione
degli investimenti programmati per l'anno 2012” o in alternativa la
prestazione per il medesimo importo di una fideiussione bancaria o
assicurativa da parte del gestore; in ogni caso risulterebbe confermato
l'importo delle tariffe precedentemente pianificato. Analogamente, nella
deliberazione dell'Assemblea d'Ambito dell'ATI 4, si dispone di
scorporare la remunerazione del capitale investito dal dimensionamento
della tariffa e di applicare, a garanzia dell'equilibrio
economico-finanziario, la “tariffa media di Piano d'Ambito ante
referendum pari a 2,39 euro/mc d'acqua, ottenuta dalla tariffa media del
2011 incrementata del 5%, limite di prezzo, e del tasso d'inflazione”;
la nuova articolazione risulta dunque mantenere l’originale struttura,
con “l'incremento di tutte le relative componenti, dalla quota variabile
alla quota fissa, del limite di prezzo pari al 5%, e del tasso di
inflazione programmato”. Invece, contrariamente alle deliberazioni delle
Autorità d'Ambito sopra menzionate, l'ATI 3 ha confermato la decisione
già assunta negli anni precedenti di non riconoscere la remunerazione
del capitale tra i costi del gestore; nella deliberazione del febbraio
scorso ha inoltre stabilito, all'interno della nuova articolazione
tariffaria 2012, una riduzione del 13,9 per cento della quota fissa per
le utenze domestiche e un incremento del 3,6 per cento riferito ai
maggiori investimenti effettuati, che portano a fissare per l'anno
corrente una tariffa inferiore alle stesse previsioni del Piano
d'Ambito.
Il capogruppo di Rifondazione comunista sottolinea altresì che il 12
e 13 giugno 2011 ventisette milioni di italiani si sono espressi
votando a favore dei quesiti referendari concernenti le modalità di
affidamento dei servizi pubblici locali di rilevanza economica a partire
dall'acqua e la remunerazione garantita dei capitali investiti. A
seguito di tale esito referendario “si è disposta – ricorda Stufara -
l’abrogazione parziale del comma 1 dell'articolo 154 del decreto
legislativo numero 152 del 2006, in materia di determinazione della
tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione
del capitale investito, con l'espunzione, tra i componenti della
tariffa del servizio idrico integrato, della 'remunerazione del capitale
investito' determinata ai sensi del cosiddetto metodo normalizzato, per
la quota parte relativa al tasso di remunerazione del capitale
investito e conseguente disapplicazione di tale remunerazione per
l’articolazione tariffaria imposta all’utenza”.
Infine, Stufara sottolinea che nell'ultimo Documento Annuale di
Programmazione, approvato dal Consiglio regionale lo scorso 24 febbraio,
“viene sancito l'impegno della Regione al 'rispetto della volontà
popolare espressa col referendum di giugno 2011 per quello che riguarda
la gestione dell'acqua pubblica', a cui evidentemente non sembrano
finora conformarsi le scelte operate dalle amministrazioni locali negli
Ambiti Territoriali 1, 2 e 4, sia rispetto ai piani tariffari, sia
rispetto ai contratti di servizio con i soggetti gestori”.
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua