L’Inps interviene sul trattamento di fine rapporto: verrà pagato dopo due anni
Con la circolare n. 37, diffusa ieri, l’Inps è intervenuta per “applicare” la riforma delle pensioni varata dal governo Monti con la legge 214/2011.
Nel mirino dell’Inps, tra l’altro, il trattamento di fine rapporto o
indennità di buonuscita che, secondo l’Inps, dal 1° gennaio 2012 non
potrà essere liquidato e messo in pagamento prima di 24 mesi dalla
cessazione del rapporto di lavoro.
Ad essere esclusi e a fruire dei precedenti termini saranno i
lavoratori che alla data del 31 dicembre 2011 hanno maturato il diritto a
pensione e quanti conseguono la pensione di vecchiaia.
Deroghe sono previste anche per le cessazioni dal servizio per inabilità o per decesso.
Coloro ai quali verrà liquidato un trattamento di fine rapporto
avente un importo lordo superiore a 90 mila euro, continueranno a
subire, per la parte eccedente, un ulteriore differimento di un anno. In
pratica, otterranno il saldo dopo tre anni.
Si tratta di un provvedimento che colpisce ancora una volta duramente lavoratori e pensionandi.
Mentre la Banca Centrale Europea eroga agli Istituti bancari ingenti
risorse - costituite mediante finanziamento da parte degli Stati membri
– all’irrisorio tasso dell’1%, il governo Monti finanzia la spesa
pubblica, non solo inasprendo imposte e tasse, ma trattenendo
“indebitamente” per ben 24 mesi risorse accantonate dai lavoratori
durante la loro attività dipendente.
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