Cicchitto chiama e Monti risponde,
anche a costo di perdersi gli elogi di Obama. Il Pdl punta i piedi
sulla legge anticorruzione e Monti scatta sull’attenti. Perché a
Berlusconi e al Pdl non si può mai dire di no. Un film già visto.
Tassisti, avvocati, professionisti non si toccano. Di Rai non si discute.
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”: l’ha detto Berlusconi, Monti si allinea.
Invece, sull’articolo 18 il governo decide di andare allo scontro ignorando le richieste del Pd.
E sugli esodati, muro contro muro.
Però, mentre i sindacati convocano uno sciopero unitario sulle pensioni per il 13 aprile e la Cgil giustamente dichiara battaglia sull’articolo 18, il vertice ABC si riunisce per discutere di legge elettorale. Incredibile, il Governo massacra i lavoratori e i segretari dei partiti di maggioranza si riuniscono sulla legge elettorale.
Due le ipotesi: parlano di legge elettorale (una pessima ipotesi, che non elimina alcuna delle nefandezze del porcellum) per sviare l’attenzione dalla riforma del lavoro (si avvicinano le elezioni amministrative…).
Oppure, il quadro politico sta diventando così ingarbugliato che il Pdl e il Pd spingono per assicurarsi una legge elettorale a loro favorevole, succeda quel che succeda.
In ogni caso, da un lato c’è il tentativo del Governo di fare di tutto per distrarre l’opinione pubblica dalla questione enorme dell’eliminazione dell’articolo 18 (e per fare questo va bene anche creare un caso assurdo su una maglietta…) e dall’altro c’è il tentativo dei partiti di maggioranza di costruirsi un quadro elettorale per salvarsi dalla crisi di consensi che stanno subendo e di auto-garantirsi per il futuro
Il centrosinistra, invece, dovrebbe essere unito e avere il coraggio di sparigliare le carte e uscire da questo pantano.
Questo Parlamento di nominati non può modificare la Costituzione e fare un gioco di prestigio sulla legge elettorale.
Questo Governo di tecnici ha esaurito, nel peggiore dei modi, la sua missione sullo “spread” e non ha il mandato per fare riforme sulla pelle dei lavoratori.
Abbiamo una sola possibilità democratica: andare a votare subito. Gli elettori votino quella coalizione e quei partiti di cui condividono le proposte su articolo 18, lavoro, legge elettorale e riforme della Costituzione. Chi vince realizza il suo programma. La democrazia funziona così.
Tassisti, avvocati, professionisti non si toccano. Di Rai non si discute.
“Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole”: l’ha detto Berlusconi, Monti si allinea.
Invece, sull’articolo 18 il governo decide di andare allo scontro ignorando le richieste del Pd.
E sugli esodati, muro contro muro.
Però, mentre i sindacati convocano uno sciopero unitario sulle pensioni per il 13 aprile e la Cgil giustamente dichiara battaglia sull’articolo 18, il vertice ABC si riunisce per discutere di legge elettorale. Incredibile, il Governo massacra i lavoratori e i segretari dei partiti di maggioranza si riuniscono sulla legge elettorale.
Due le ipotesi: parlano di legge elettorale (una pessima ipotesi, che non elimina alcuna delle nefandezze del porcellum) per sviare l’attenzione dalla riforma del lavoro (si avvicinano le elezioni amministrative…).
Oppure, il quadro politico sta diventando così ingarbugliato che il Pdl e il Pd spingono per assicurarsi una legge elettorale a loro favorevole, succeda quel che succeda.
In ogni caso, da un lato c’è il tentativo del Governo di fare di tutto per distrarre l’opinione pubblica dalla questione enorme dell’eliminazione dell’articolo 18 (e per fare questo va bene anche creare un caso assurdo su una maglietta…) e dall’altro c’è il tentativo dei partiti di maggioranza di costruirsi un quadro elettorale per salvarsi dalla crisi di consensi che stanno subendo e di auto-garantirsi per il futuro
Il centrosinistra, invece, dovrebbe essere unito e avere il coraggio di sparigliare le carte e uscire da questo pantano.
Questo Parlamento di nominati non può modificare la Costituzione e fare un gioco di prestigio sulla legge elettorale.
Questo Governo di tecnici ha esaurito, nel peggiore dei modi, la sua missione sullo “spread” e non ha il mandato per fare riforme sulla pelle dei lavoratori.
Abbiamo una sola possibilità democratica: andare a votare subito. Gli elettori votino quella coalizione e quei partiti di cui condividono le proposte su articolo 18, lavoro, legge elettorale e riforme della Costituzione. Chi vince realizza il suo programma. La democrazia funziona così.
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua