Comacchio era una sorta di esperimento. Andato male, perché molti
militanti del Pd hanno platealmente protestato. Casini sta a guardare e
al Fattoquotidiano.it dice: "Se sono rose fioriranno". Ferrero
(Rifondazione): "Quello accaduto nel Ferrarese dimostra che son già
fiorite. Noi con l'Idv, Bersani al centro"
Comacchio era una sorta di esperimento. Andato male, perché molti
militanti del Pd hanno platealmente protestato. Casini sta a guardare e
al Fattoquotidiano.it dice: "Se sono rose fioriranno". Ferrero
(Rifondazione): "Quello accaduto nel Ferrarese dimostra che son già
fiorite. Noi con l'Idv, Bersani al centro"
Che a Comacchio, paese di 25mila abitanti in provincia di Ferrara,
si facciano delle prove per il futuro non c’è dubbio. E Bersani però sa
bene che dovrà fare i conti con quello che è accaduto: singoli
tesserati del Pd hanno approfittato delle primarie del centrosinistra
(Prc, Pdci, Sel e Idv) per manifestare nel modo più spontaneo ed
eclatante la propria contrarietà alla possibile deriva centrista dei
bersaniani.
Che a Comacchio, paese di 25mila abitanti in provincia di Ferrara,
si facciano delle prove per il futuro non c’è dubbio. E Bersani però sa
bene che dovrà fare i conti con quello che è accaduto: singoli
tesserati del Pd hanno approfittato delle primarie del centrosinistra
(Prc, Pdci, Sel e Idv) per manifestare nel modo più spontaneo ed
eclatante la propria contrarietà alla possibile deriva centrista dei
bersaniani.
E invece qualcosa è cambiato. Oggi a Comacchio, domani chissà. Per
quanto riguarda il comune comacchiese atteso al voto amministrativo di
maggio (commissariato dopo le dimissioni di massa di più della metà dei
consiglieri della passata legislatura di targa Pdl) il centrosinistra di
memoria ulivista sarà solo un ricordo. Il Pd, memore della sconfitta del 2010, non si vuole lasciar scappare l’ago della bilancia che deciderà con ogni probabilità gli esiti delle urne, Alessandro Pierotti.
Lui, già sindaco ed ex assessore provinciale al Turismo fatto fuori
proprio dal Pd per ragioni di equilibrio “territoriale” del partito, è a
capo della lista L’Onda. E con essa si candida a risalire sullo scranno
più alto del municipio lagunare. Il Pd, nonostante le dichiarazioni di
indipendenza della prima ora, ha sposato il suo programma e la sua corsa
per non rischiare di farselo scippare dal Pdl.
Ora l’appoggio a Pierotti si fonda non solo sul consenso dell’Onda e del Pd, ma anche di Udc, Fli e Api. Insomma il Terzo Polo al gran completo.
Il Pdl correrà da solo, con la Lega Nord che punta sul vicesindaco
uscente. Dall’altra parte dell’emiciclo Sel, Rifondazione, Comunisti
italiani e Italia dei valori si sono uniti per provare a giocare la
carta di terzo incomodo.
Il 18 marzo si sono tenute le prime primarie in assoluto in Italia di questa nuova forma di alleanza. Ne è uscito vincitore Fabio Cavallari,
31 anni, già consigliere comunale della precedente amministrazione per
il Prc. A lui è andato il 71% delle preferenze provenienti dal 5%
dell’elettorato attivo. Con la ciliegina sulla torta di aver conquistato
parte degli scontenti del Partito democratico.
Ma il rumore di quelle tessere andate in frantumi potrebbe andare bel al di là dei confini ferraresi. Ne è sicuro Paolo Ferrero, che vede nel caso comacchiese un paradigma di quanto potrebbe avvenire di qui a breve a livello nazionale.
E questo sulla base di una “semplice riflessione: gli accordi con il
terzo polo snaturano qualsiasi profilo progressista. Di questo
evidentemente se ne sono accorti molti elettori del Pd”. Comacchio
diventerebbe un “caso sintomatico della scelta che Bersani e i suoi sono
chiamati a compiere: sostenere il governo Monti insieme a Casini, Fini o
Rutelli oppure guardare a sinistra, dove le battaglie sono ancora
quelle della gente: pensioni, articolo 18, rifiuto di liberalizzazioni e
privatizzazioni brutali”.
In fondo il segretario del Prc la sua scelta l’ha già in mente, con o senza Bersani: “una sinistra che si mette insieme all’Idv per proporre una alternativa”. Non un partito, “sarebbe follia”, ma “un polo politico
che si opponga alle visioni neoliberiste che stanno devastando il
Paese. Vogliamo evitare di far indossare il loden a tutta l’Italia”.
Non entra nel caso specifico di Comacchio ma allarga il discorso a livello nazionale Giuseppe Civati, che individua “il problema vero nel chiarire subito qual è la coalizione che il Pd intende scegliere
e dire agli elettori che non ci saranno più equivoci”. Ossia “dire
chiaramente se si vuole andare con il terzo polo oppure con la sinistra e
in questo caso con quale parte di sinistra”. Non ultimo, per evitare
altre tessere in frantumi, “rispettare il risultato delle primarie se si vogliono fare le primarie, altrimenti si finisce solo per recitare a soggetto. E su questo l’insegnamento di Palermo deve far riflettere”.
E il terzo polo? “Non voglio entrare nelle questioni della sinistra”, mette le mani avanti Casini, che trova comunque “singolare che si facciano delle primarie per poi non rispettare il loro esito se non gradito”. Quanto alla possibilità ventilata da Ferrero, invece, il leader Udc non nega che “come terzo polo collaboriamo con il Pd anche in molte realtà locali e collaboriamo bene; e non nascondo che su molte materie abbiamo trovato convergenze”.
Si riduce a questo il dibattito sul futuro di una destinazione turistica e di un Centro Storico come quellodi Comacchio ?
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