domenica 18 novembre 2012

Poliziotti o giustizieri? di Patrizio Gonnella, Micromega

Ancora una volta ci tocca puntualizzare quale debba essere il ruolo delle forze dell’ordine nelle manifestazioni di piazza. Le polizie in un ordinamento democratico devono essere promotrici dei diritti, garanti della libertà di espressione. Là dove le manifestazioni sono di massa la presenza deve essere discreta e l’uso della forza deve essere proporzionato e residuale. Là dove ci sono frange non controllate di persone che usano violenza è compito di una Polizia  professionale e democratica isolarle, identificarle, prevenirne le degenerazioni e proteggere chi invece protesta in modo pacifico.
Ancora una volta stiamo invece a contare i feriti, a guardare basiti un uso indiscriminato della violenza, come se la sentenza della Cassazione sulla Diaz non avesse insegnato nulla. Chi sbaglia paga, si usa dire. Questo però vale per tutti. In questo momento non vorremmo che ancora una volta prevalesse lo spirito di corpo nelle valutazioni politiche e istituzionali.
La polizia deve prevenire l’esito violento delle manifestazioni di piazza. Non deve punire per strada nessuno. Quello del poliziotto è un mestiere importante. Non deve trasformarsi in giustiziere. L’eventuale sanzione, che non può mai essere fisica, non spetta certo a chi fa ordine pubblico. Le sanzioni in uno Stato di diritto le comminano i giudici dopo regolari processi.
Solo il linguaggio della non violenza può rompere il circolo vizioso e belligeno della violenza. Solo istituzioni pubbliche che si comportano in modo fraterno tolgono terreno alla violenza. Quando invece chi ha compiti di ufficiale dello Stato agisce con violenza (come abbiamo visto in questi giorni in rete) costui mette in moto un meccanismo di moltiplicazione della violenza difficilmente bloccabile. Le carriere nelle polizie devono misurarsi su quanto poco sia stata usata la violenza e non su quanto si è duri e spietati nelle manifestazioni.
La stessa iconografia delle polizie deve cambiare. Le tute mimetiche devono essere messe al bando. In strada non si è in guerra. Gli occhiali da sole e i volti truci alla Schwarzenegger devono essere banditi. I poliziotti in piazza devono sorridere ai manifestanti. Questo gli va insegnato. In un periodo di crisi economica come quello attuale gli unici concorsi pubblici che si svolgono sono quelli per poliziotti. Vi partecipano giovani laureati. Va spiegato loro chi sono Ghandi e Capitini. Invece troppo spesso alberga ancora tra loro il mito di Rambo e Thomas Milian.

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