Vergognosa
speculazione del Corriere sull'agguato ai tifosi del Tottenham a Roma.
C'è chi invoca la motivazione antiebraica e chi, come il Corriere, evoca
una inesistente connessione tra ultras, fascisti e centri sociali.
Sull'assalto di ieri sera a Roma, in un pub di Campo de' Fiori, contro un gruppo di tifosi inglesi del Tottenham che giocava la Lazio, oggi sui giornali è stata una ridda di isteria e manipolazione. Mentre resta da tutta da dimostrare l'ipotesi di un raid contro gli “Spurs” del Tottenham in quanto club calcistico riconducibile alla comunità ebraica londinese, il Corriere della Sera decide di giocare ancora più sporco.
Nell'articolo che alleghiamo a seguito, Fiorenza Sarzanini avanza la tesi, unica a farlo quest'oggi e senza uno straccio di prova, di una alleanza tra fascisti e giovani dei centri sociali di sinistra in nome del tifo e dell'antiebraismo. Le contraddizioni sono enormi e vengono fuori da tutte le parti.
Il Tottenham giocava contro la Lazio ma i due arrestati sono tifosi della Roma. Nessun testimone ha dichiarato di aver ascoltato insulti contro gli ebrei. Nei centri sociali romani la discriminante antifascista è una delle poche cose che regge ancora nel tempo. A sinistra nessuno ha mai fatto confusione tra ebraismo,sionismo e politica israeliana. Il primo non comporta in alcun modo responsabilità sui secondi.
Ma il fallo sporco del Corriere della Sera mette appositamente tutto sullo stesso piano con una operazione disinfomativa e manipolante che ha l'obiettivo di spianare la strada alle misure repressive del ministro Cancellieri da un lato e di mettere sulla difensiva, come di consueto, ogni manifestazione di solidarietà con i palestinesi. Tre giorni fa i tifosi della Roma hanno esposto un grande striscione con su scritto "Free Palestine" in solidarietà con i palestinesi di Gaza. Il Corriere vorrebbe fargliene una colpa? Probabilmente si e non solo lui. Tant'è che su diversi giornali e testate online viene appositamente accostata l'immagine di quello striscione a cori e insulti antisemiti ben sapendo che si tratta di cose, di partite e di curve diverse.
Il fatto che i tifosi del Tottenham ostentino le bandiere israeliane allo stadio o che la sua curva si chiami Yid Army (Esercito ebraico) così come molte curve italiane continuino ad ostentare celtiche o svastiche, è solo la conferma che gli stadi non sono mai stati delle “zone franche” immuni alle suggestioni, alle tensioni e all'imbecillità che avvengono all'esterno.
I gruppi neofascisti hanno provato e provano sistematicamente a influenzare il tifo (lo fanno anche i gruppi di destra delle comunità ebraiche come nel caso del Tottenham o dell'Ajax) , ma da qualche tempo stanno perdendo terreno.
Il gioco sporco del Corriere della Sera si spinge più in là di questo. L'allarmismo sui rischi dell'antiebraismo (la categoria di antisemitismo è un altro omaggio al linguaggio neocoloniale israeliano visto che anche gli arabi sono semiti) viene strumentalizzato per piegarlo all'allarmismo sui gruppi sociali e politici che disturbano la tregua sociale di cui la classe dominante vorrebbe usufruire nonostante il massacro sociale che sta scatenando sui settori popolari. Quello di oggi somiglia molto agli articoli della stampa "sabauda" contro la marmaglia (operai, contadini, poveri) che minacciava la tranquillitò di lorsignori nell'Ottocento. Uno stile che coincide fin nei dettagli con un governo "sabaudo" come quello di Monti.
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Da Il Corriere della Sera del 22 novembre
Sull'assalto di ieri sera a Roma, in un pub di Campo de' Fiori, contro un gruppo di tifosi inglesi del Tottenham che giocava la Lazio, oggi sui giornali è stata una ridda di isteria e manipolazione. Mentre resta da tutta da dimostrare l'ipotesi di un raid contro gli “Spurs” del Tottenham in quanto club calcistico riconducibile alla comunità ebraica londinese, il Corriere della Sera decide di giocare ancora più sporco.
Nell'articolo che alleghiamo a seguito, Fiorenza Sarzanini avanza la tesi, unica a farlo quest'oggi e senza uno straccio di prova, di una alleanza tra fascisti e giovani dei centri sociali di sinistra in nome del tifo e dell'antiebraismo. Le contraddizioni sono enormi e vengono fuori da tutte le parti.
Il Tottenham giocava contro la Lazio ma i due arrestati sono tifosi della Roma. Nessun testimone ha dichiarato di aver ascoltato insulti contro gli ebrei. Nei centri sociali romani la discriminante antifascista è una delle poche cose che regge ancora nel tempo. A sinistra nessuno ha mai fatto confusione tra ebraismo,sionismo e politica israeliana. Il primo non comporta in alcun modo responsabilità sui secondi.
Ma il fallo sporco del Corriere della Sera mette appositamente tutto sullo stesso piano con una operazione disinfomativa e manipolante che ha l'obiettivo di spianare la strada alle misure repressive del ministro Cancellieri da un lato e di mettere sulla difensiva, come di consueto, ogni manifestazione di solidarietà con i palestinesi. Tre giorni fa i tifosi della Roma hanno esposto un grande striscione con su scritto "Free Palestine" in solidarietà con i palestinesi di Gaza. Il Corriere vorrebbe fargliene una colpa? Probabilmente si e non solo lui. Tant'è che su diversi giornali e testate online viene appositamente accostata l'immagine di quello striscione a cori e insulti antisemiti ben sapendo che si tratta di cose, di partite e di curve diverse.
Il fatto che i tifosi del Tottenham ostentino le bandiere israeliane allo stadio o che la sua curva si chiami Yid Army (Esercito ebraico) così come molte curve italiane continuino ad ostentare celtiche o svastiche, è solo la conferma che gli stadi non sono mai stati delle “zone franche” immuni alle suggestioni, alle tensioni e all'imbecillità che avvengono all'esterno.
I gruppi neofascisti hanno provato e provano sistematicamente a influenzare il tifo (lo fanno anche i gruppi di destra delle comunità ebraiche come nel caso del Tottenham o dell'Ajax) , ma da qualche tempo stanno perdendo terreno.
Il gioco sporco del Corriere della Sera si spinge più in là di questo. L'allarmismo sui rischi dell'antiebraismo (la categoria di antisemitismo è un altro omaggio al linguaggio neocoloniale israeliano visto che anche gli arabi sono semiti) viene strumentalizzato per piegarlo all'allarmismo sui gruppi sociali e politici che disturbano la tregua sociale di cui la classe dominante vorrebbe usufruire nonostante il massacro sociale che sta scatenando sui settori popolari. Quello di oggi somiglia molto agli articoli della stampa "sabauda" contro la marmaglia (operai, contadini, poveri) che minacciava la tranquillitò di lorsignori nell'Ottocento. Uno stile che coincide fin nei dettagli con un governo "sabaudo" come quello di Monti.
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Da Il Corriere della Sera del 22 novembre
Alleanza tra militanti dei centri sociali ed estremisti di destra
Assalto al pub: picchiatori giallorossi in azione con i nemici laziali
La telefonata al
centralino della questura arriva all'1.07 di giovedì: «Venite so'
laziali, si stanno gonfiando». All'altro capo del telefono c'è un
cameriere del pub «Drunken ship». All'1.14, quando cinque volanti
arrivano a Campo de' Fiori, la maggior parte degli aggressori è già
scappata. Ma non sono solo laziali. Anzi. Come spesso avviene quando si
tratta di organizzare risse e spedizioni punitive, il gruppo è misto,
laziali e romanisti insieme. E questa volta sembra che siano stati
proprio i giallorossi a chiamare gli altri per avvisarli che c'erano «un
po' di inglesi» dentro il locale.
Francesco
Ianari ha 27 anni e una storia di ultrà violento. Fa il venditore
ambulante al mercato di via Sannio, quartiere San Giovanni. Nel 2006 ha
subito il Daspo (il divieto di entrare allo stadio) al termine di una
notte di follia durante la quale, per festeggiare la vittoria
dell'Italia sull'Ucraina ai Mondiali in Germania, insieme ad altri
tifosi aveva rovesciato la macchina dei carabinieri in servizio di
vigilanza in via del Plebiscito.
Giovedì notte lo hanno fermato
mentre era ancora fuori dal pub e scorrendo le ultime chiamate sul
display del telefonino hanno identificato il suo presunto complice Mauro
Pinnelli. Lui di anni ne ha 26, fa l'operaio e vive all'Alberone, che
da via Sannio dista un paio di chilometri. Prima del raid si sono
scambiati diversi sms, poi sono entrati in azione.
Secondo
le ipotesi investigative, il primo a notare quel gruppo di britannici
ubriachi già nel pomeriggio è proprio Ianari. Non hanno bandiere o altri
segni di riconoscimento, forse li scambia per gli odiati sostenitori
del West Ham - la squadra dove ha giocato l'ex bandiera biancoceleste
Paolo Di Canio - venuti a Roma per sostenere i laziali che devono
giocare contro il Tottenham. E convoca un po' di amici per dar loro una
lezione. Soltanto quando fanno irruzione nel pub e cominciano a
picchiare, si rendono conto che forse si tratta proprio dei tifosi del
Tottenham. E diventano ancora più cattivi.
Entrano
nel «Drunken ship» con mazze e bastoni, devastano il locale. Spaccano
bottiglie, picchiano forte. Poi tirano fuori i coltelli e la rissa
prosegue in strada. La mattina dopo i testimoni raccontano di averli
sentiti gridare «ebrei di m...», giurano che si trattasse di un raid
antisemita.
Ma
quando vengono interrogati dai poliziotti della Digos, nessuno accetta
di metterlo a verbale. E questo, almeno per il momento, impedisce che si
possa contestare l'aggravante prevista dalla legge Mancino sulla
discriminazione razziale.
L'indagine
però è soltanto all'inizio. Perché dopo gli arresti dei due romanisti, i
poliziotti della Digos guidati da Lamberto Giannini hanno effettuato
numerose perquisizioni concentrandosi su due tifosi della Lazio che
potrebbero aver partecipato all'aggressione.
I
video girati dalle numerose telecamere che si trovano nella zona di
Campo de' Fiori possono fornire un aiuto per eventuali riscontri, ma
difficilmente basteranno per identificare gli assalitori degli inglesi.
Molto più concrete appaiono le verifiche sulle frequentazioni dei due
arrestati, sulle precedenti segnalazioni a manifestazioni o in occasione
degli incidenti prima e dopo le partite di calcio, sui racconti dei
testimoni.
Ma le tracce davvero preziose stanno arrivando dai tabulati telefonici.
L'incrocio
dei numeri utilizzati consente di avere una prima radiografia del
gruppo. E i risultati non appaiono affatto sorprendenti. Perché, come
sempre più spesso accade, il tifo si mescola con la passione politica,
ma non crea barriere.
A Campo de' Fiori l'altra notte c'erano
insieme giallorossi e biancocelesti, estremisti di sinistra con quelli
di destra. I testimoni hanno fornito descrizioni piuttosto precise
consentendo di indirizzare l'attenzione verso personaggi già
«conosciuti» e schedati.
Qualcuno
sarebbe stato notato alle ultime manifestazioni insieme ai giovani dei
centri sociali. Ma almeno uno farebbe parte di «Offensiva Ultras»,
gruppo di sostenitori della Roma che invece si ispira alla destra. Per
terra, mentre gli aggressori fuggivano e gli inglesi chiedevano aiuto, è
stato trovato un casco con la scritta «Onore a Gabbo», in ricordo di
Gabriele Sandri, ultrà della Lazio ucciso da un poliziotto
sull'autostrada l'11 novembre 2007. È possibile che nuovi fermi possano
scattare già nella giornata di venerdì.
Fiorenza Sarzanini
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