«Fermiamo il massacro a
Gaza. Basta con il terrorismo israeliano». Con questo striscione,
portato da alcune donne palestinesi, sabato 17 novembre hanno sfilato a
Roma un migliaio di persone, palestinesi e italiani. Gridando «Palestina
Libera. Free Free Palestine», hanno attraversato le vie storiche di
Roma, da piazza Montecitorio a via del Corso, piazza Venezia, per poi
arrivare al Colosseo. Una giornata particolare di impegno e di lotta
dove la Comunità palestinese, l’associazionismo, esponenti della
Federazione della Sinistra, singole persone che hanno risposto al tam
tam della rete – tutto è stato deciso e organizzato in ventiquattr’ore… -
si sono ritrovati in un sit in sotto il Parlamento per dire basta al
massacro del popolo palestinese e per chiedere al governo italiano di
appoggiare la richiesta della Palestina come stato non membro che Abu
Mazen porterà all’Onu il 29 di questo mese.
Un sit in molto
partecipato, dopo quello di venerdì dove si erano ritrovati un centinaio
di persone. Un sit in animato da interventi palestinesi e italiani (tra
gli altri, Vincenzo Vita, presidente dell’Associazione Nazionale
Italia-Palestina, e la voce, ancora forte e piena di passione per la sua
terra, di Monsignor Hilarion Capucci, ex Arcivescovo di Gerusalemme).
Il popolo
di Roma ha risposto quindi numeroso ed è stato bello vedere il corteo
ingrossarsi strada facendo. «Non ti sento. Sono a una manifestazione per
la Palestina, per Gaza. Li ho visti passare e mi sono unita a loro. E’
bellissimo. E sono felice di essere qui! », dice una ragazza al suo
interlocutore al cellulare. Ci vedono passare e vengono con noi, magari
solo per un pezzo di strada. Ci fotografano. Ci sorridono. Qualcuno urla
con noi: «Free Free Palestine». Roma città aperta che rifiuta la
guerra. Ancora una volta questa città ha dimostrato di avere anticorpi
sani.
Avevamo
bisogno di questa giornata. Ne avevamo bisogno come abbiamo bisogno
della solidarietà e delle prese di posizione – chiare, nette – di tutti
contro quello che si sta preannunciando come l’ennesimo massacro del
popolo palestinese. Sangue di donne e bambini – quanti bambini! – sangue
di civili inermi, che bagna ancora la terra palestinese. Avevamo
bisogno di sentire questa solidarietà intorno a noi, anche se abbiano
dovuto amaramente constatare l’assenza delle forze politiche che siedono
nel Parlamento italiano, così come era assente la stampa, troppo
occupata evidentemente a descrivere un massacro come ritorsione di non
si sa bene quali attentati, troppo occupata a scrivere il solito teorema
che vede il palestinese come terrorista e lo stato di Israele
minacciato e costretto alla difesa.
Qualcuno
forse dovrebbe provare a chiedersi perché a Gaza oggi piovono bombe,
perché proprio oggi si vuole colpire il popolo palestinese. Forse perché
i palestinesi portando all’Onu la richiesta di stato non membro fanno
paura? Noi pensiamo di sì.
Aspettiamo con ansia il 29 novembre, una giornata che potrebbe restare nella storia della Palestina. Un passo importante.
Da parte
nostra, oggi, però un grazie di cuore alla città di Roma, che ci ha
stupito e ci ha dato una grande carica e una grande speranza. Non lo
dimenticheremo.
Federica Pitoni
Mezzaluna Rossa Palestinese Italia
Mezzaluna Rossa Palestinese Italia
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