Tsipras da sei mesi deve trovare i soldi per pagare pensioni e stipendi
di qualche milionata di morti di fame. Quelli che gli danno del
traditore sono su facebook a postare slogan.
di Turi Comito.
Che
il partito unico del pensiero unico (PD, forzitalia e soci) dia del cretino ad Alexis
Tsipras, lo trovo assolutamente legittimo e normale. Fa parte della polemica e
della battaglia politica attaccare l'avversario con argomenti veri o falsi in
maniera da portare acqua al proprio mulino.
Ma
che a dargli del cretino o peggio ancora del "traditore" (secondo la
più putrefatta delle tradizioni para staliniste) siano certi residuati
politico-psicanalitici come molti rivoluzionari tuttidunpezzo al fresco del
condizionatore di casa e con l'ultimo modello di iPad sulle cosce, comodamente
sdraiati sul divano, è francamente patetico oltre ogni sopportabilità.
Perché
probabilmente sfuggono a molti di questi novelli Giuseppe Giusgasvili le
condizioni nelle quali ha dovuto operare Tsipras e le condizioni nelle quali
stanno loro.
Facciamo
un confronto giusto per divertimento (si fa per dire).
Tsipras
in quattro anni ha messo su un partito di SINISTRA che ha vinto le elezioni.
I
Giusgasvili nostrani da una ventina d'anni si dilettano a fare politica
scindendo gli atomi della sinistra residua e accusando tutti gli altri atomi di
sinistra di essere dei venduti, dei trozkisti (o stalinisti, a seconda di chi
parla) e dei servi del Capitale. Nel frattempo il Capitale ha piallato
qualunque pensiero critico in circolazione o quasi.
Tsipras
in sei mesi di governo ha dovuto fronteggiare, almeno due volte a settimana, altri
18 potenti leader europei tutti incazzati come iene (e lo sono di fatto e
diritto) per il solo fatto di avere vinto le elezioni e detto che avrebbe ripagato
i debiti ma con calma e a nuove condizioni. E questo senza contare tutte le
riunioni e sotto riunioni con funzionari e satrapi vari interni ed esterni al
suo paese.
Il
Giusgasvili della situazione in sei mesi ha postato su facebook centinaia di
foto inneggianti alla rivoluzione proletaria, migliaia di scritti di fuoco
contro le banche e milioni di foto del suo gatto.
Tsipras
da sei mesi deve trovare i soldi per pagare i debiti, pagare le pensioni e gli
stipendi di qualche milionata di morti di fame, fronteggiare l'immigrazione dal
medio oriente in fiamme. I soldi però non li ha. E recuperarli, visto che non
esporta petrolio ma formaggio per insalate, non è facile.
Il
Giusgasvili italico ha la pancia piena e la sua preoccupazione principale, da
gennaio, è la prova costume per l'estate che si avvicina minacciosa.
Tsipras
è inseguito dai creditori europei e altri creditori non ne trova a meno di
doversi alleare con la santa madre Russia e accettare con rilassatezza una
pallottola in fronte da parte di qualche alleato che tiene molto alle basi
militari Nato/Usa sul territorio del suo paese.
Il
Giusgasvili de noantri è inseguito da feroci preoccupazioni. Tipo: speriamo la
Juve vinca contro il Barça. Oppure speriamo questi ladri juventini perdano
contro il Barça.
Tsipras
ha dovuto, dopo sei mesi di guerra, capitolare di fronte ad un nemico
soverchiante, arrogante, micidiale e compatto (non un solo cornuto al governo
di uno qualunque dei paesi euro ha MAI, manco per scherzo, provato a difendere
le ragioni di Tsipras). Ha capitolato pur di trovare i soldi per pagare
pensioni e medicinali per una popolazione allo stremo.
Il
Giusgasvili del bel paese in questi sei mesi ha dovuto invece fronteggiare un
inverno freddissimo e un'estate torrida. Ma, grazie alle pompe di calore, è
ancora in circolazione.
E
dispensa consigli.
Tipo
uscire dall'euro e stamparsi la dracma. In pochi giorni. Senza problemi.
Proprio
come fa lui che quando è a corto di spiccioli prende il ciclostile conservato
in cantina, stampa cento rubli e paga con quelli il salumaio per un etto di
feta.
Facile
la vita per i Giusgasvili italiani.
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