domenica 5 luglio 2015

L’intervento del Congresso Usa e la lungimiranza di Tsipras di Gabriele Pastrello

Washington contro Fmi. Dopo la denuncia, Lagarde sarà sfiduciata ufficialmente dalla Casa bianca?
C’erano un silen­zio e un’assenza che col­pi­vano nelle ultime set­ti­mane di con­ci­tate trat­ta­tive Grecia-Europa: il silen­zio e l’assenza degli Stati uniti. E la tele­fo­nata di Obama alla Mer­kel, non aveva alte­rato la percezione
Col­piva la dif­fe­renza con altri momenti cri­tici. Nel 2011 come nel 2012, il mini­stro del Tesoro Usa era venuto in Europa per otte­nere dalla Mer­kel il lascia­pas­sare per la linea d’intervento di Dra­ghi, nuovo Pre­si­dente della Bce, sulla crisi dei debiti sovrani euro­pei. Di fronte a quell’attivismo, anche abba­stanza esi­bito, col­piva il pro­filo basso degli Usa nella crisi greca odierna, nono­stante i suoi poten­ziali esiti catastrofici.
Più di un anno fa, infatti, il colpo di stato di Euro-Majdan aveva aperto un con­fronto Usa-Russia di una durezza mai vista dai tempi della guerra fredda. Appa­riva evi­dente, allora, che il rove­scia­mento di un governo comun­que neu­trale nei con­fronti della Rus­sia, dando un colpo gra­vis­simo alla cre­di­bi­lità di Putin, avrebbe potuto pre­lu­dere a un attacco a Putin diret­ta­mente sul ter­ri­to­rio russo.
Oggi, quell’iniziativa poli­tica in Ucraina appare un disa­stro. Il refe­ren­dum in Cri­mea, la guer­ri­glia nell’Est, hanno messo a nudo tutto l’avventurismo di quell’iniziativa e la debo­lezza del governo instal­lato a Kiev. La caduta ver­ti­cale del Pil, l’inflazione, insol­venza del paese, ren­dono la situa­zione rischiosissima.
In que­sta situa­zione l’ultima cosa che ci si aspet­tava è che gli Usa rima­nes­sero inerti di fronte a un pre­ci­pi­tare della rot­tura tra Gre­cia e Europa che, oltre ai peri­coli eco­no­mici di un Gre­xit, pla­teal­mente sot­to­va­lu­tati dalla diri­genza euro­pea, potesse aprire uno sce­na­rio di un’intesa tra la Rus­sia e Gre­cia, con esiti impre­ve­di­bili, che pote­vano giun­gere fino alla crisi del fianco Est della Nato.
Non si riu­sciva a capire le ragioni di quest’apparente auto­no­mia data ai diri­genti euro­pei su un tea­tro geo-politico che toc­cava invece vitali inte­ressi sta­tu­ni­tensi. Ma la let­tera del Con­gresso alla signora Lagarde ha sve­lato l’arcano. In realtà gli Usa ave­vano con­fi­dato pro­prio a lei la gestione della crisi in modo tale da for­zare a un accordo. Accordo che neces­sa­ria­mente avrebbe dovuto par­tire dall’insostenibilità del debito greco, come rico­no­sciuto allo stesso Fmi nel suo ultimo rap­porto. Quindi ristrut­tu­ra­zione con ridu­zione dello stesso debito. Ma che avrebbe anche neces­sa­ria­mente dovuto ridurre le pre­tese di una poli­tica di auste­rità, noto­ria­mente moti­vata dalle esi­genze del ser­vi­zio del debito.
Que­sta cla­mo­rosa denun­cia del Con­gresso ame­ri­cano apre sce­nari impre­ve­di­bili. La Lagarde verrà sfi­du­ciata uffi­cial­mente dagli Usa? Se l’esito del refe­ren­dum ria­prisse le trat­ta­tive, quale sarà adesso il ruolo del Fmi? La mossa del refe­ren­dum, per quanto neces­sa­ria, è stata rischio­sis­sima, data l’imprevedibilità del risul­tato. Ma ci fa capire anche come Tsi­pras e Varou­fa­kis aves­sero il polso di un qua­dro geo-strategico mon­diale più dei diri­genti euro­pei, persi nella loro ostina–zione puni­tiva nei con­fronti della Grecia.

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