martedì 21 luglio 2015

PAGHIAMO LE TASSE, CHE E’ MEGLIO! di Ciuenlai









Deve essere vicino alla frutta per essere stato costretto a mettere in campo tutte le cartucce che aveva prima del tempo. I sondaggi e i dati sul gradimento sono impietosi e, soprattutto, non sono temporanei, ma si stanno cementando (l’antipatia a pelle, è difficile da smontare con la propaganda). Allora ci voleva il colpo di teatro. Così la banda che guida Renzi, ha rimesso in pista il venditore di pentole con nuovi prodotti. Un ritorno che ha ottenuto l’effetto sperato. Tutti a fare i paralleli con Berlusconi e tutti a dire che abbattere 50 miliardi di tasse è impossibile perché non ci sono le coperture. Ma purtroppo non è così. La sola diversità tra il cavaliere e il fuffo è che la banda Renzi, le cose che annuncia le fa, anche se il buon senso direbbe di non farle, costi quel che costi. Il problema è che facendole crea dei disastri pantagruelici (guardate il caos province, il casino dei 730 precompilati, la legge elettorale ecc.). Così sarà, se nessuno li fermerà in tempo, anche per l’annuncio di questi giorni. Si tratta di un azzardo che verrà giocato tra aumento del deficit, rinvio del fiscal compact, diminuzione della spesa per interessi, scommesse sulla crescita, tagli ai servizi, gabelle occulte e altre cose. Roba che può esserci o non esserci e che dipende dalla congiuntura economica, dalla speculazione dei mercati, dalla rimessa in discussione dei trattati europei ecc.. Mi direte : e se andasse male? Niente paura è pronta una amarissima clausola di salvaguardia, da giocare solo dopo eventuali elezioni e della quale parleremo in fondo (altro che aumento dell’Iva). E sarà peggio di quello che è successo per gli 80 euro, coperti con una serie di finti tagli, di tagli effettivi alle buche delle strade e ai calcinacci delle scuole e con nuovi e nascosti balzelli, come quello sulla morte.  
Qui non parliamo più di partite di giro, ma di cospicue risorse che passeranno dalle classi medio basse a quelle dei possessori di portafogli gonfiati. La Tasi è solo uno specchietto per le allodole che pagheremo in termini di servizi e, forse, in parte , con la rimodulazione della local tax. I comuni , senza questa imposta, rischiano infatti la bancarotta. La copertura verrà data con l’allentamento del patto di stabilità. Già, ma intanto l’allentamento è in pratica aumento del debito che andrà necessariamente a coprire anche spese correnti. Era stato studiato per lavori di manutenzione, potrebbe invece essere utilizzato per pagare stipendi. Così succederà per il resto. 
Ma c’è anche una conseguenza politica, che sgombra definitivamente il campo, sulla collocazione della cordata che ha scalato il Pd. La cospicua diminuzione delle tasse è un cavallo di battaglia della destra. In america la differenze tra democratici e repubblicani sta tutta qui. I repubblicani tagliano la spesa sociale e con i risparmi mettono meno tasse, i democratici mettono più imposte e aumentano la spesa statale per servizi sociali. Del resto Berlusconi ne ha fatto il suo cavallo di battaglia per 20 anni. Lui la tassa sulla casa l’aveva già abolita. Sono stati i Governi del Pd a rimetterla. E’ di destra perché il grosso della diminuzione va sempre a vantaggio dei ricchi, con l’insulsa motivazione che dandogli più soldi faranno più investimenti e creeranno lavoro. E, per quello che è emerso, la conformazione della proposta va in questa direzione. Dopo la casa, i primi 20 miliardi sono per imprese e padroni e i secondi 20, salvo qualche briciola per i pensionati, per quelli che hanno redditi sopra i 35 mila euro. Non proprio dei morti di fame. Chi è di sinistra fugge come la peste questa impostazione liberista e preferisce investire gli ipotetici 45 miliardi in lavori pubblici, servizi sociali, recupero del patrimonio storico e culturale, ricerca , innovazione ecc.. 45 miliardi di investimento ogni anno produrrebbero nuova ricchezza e tanta occupazione. Ma questo è contro l’ideologia liberista perché se i tassi di disoccupazione diminuiscono considerevolmente, se la gente ha più stabilità e un futuro più certo, inizia a svilupparsi il terrore dei banchieri e dei padroni del vapore : il conflitto sociale. In due parole, la lotta di classe tornerebbe ad essere combattuta su due fronti e non, come è adesso, su uno solo; quello dei ricchi. Meglio non rischiare. Se no Renzi che ce l’hanno messo a fare.
 
P.S. La gigantesca clausola di salvaguardia, che potrebbe entrare in ballo solo dopo elezioni anticipate, si chiama ricalcalo contributivo di tutte le pensioni. Sapete quanto vale? 45 miliardi! La stessa cifra dell’abbattimento delle tasse. Dice che è una coincidenza. Oh no?

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