Piuttosto che partecipare alla stucchevole discussione italiana su Tsipras, mi
pare molto più utile ed urgente valutare i contenuti e le conseguenze
del nuovo Memorandum accettato dal governo greco. Poi dovremo chiederci
quale è lo scopo della UE a trazione tedesca che lo ha imposto. Solo
alla fine di queste analisi ha senso discutere della capitolazione greca
e di come reagire ad essa.
La Grecia è stata costretta alla resa
dall'isolamento che la Troika è riuscita a costruirle attorno. Sinistre,
sindacati, popolo democratico, tutti siamo stati alla finestra,
quindi la loro sconfitta è nostra per conseguenze e responsabilità . Il
testo varato dall'Eurogruppo non è solo inaccettabile per il popolo
greco, ma è una minaccia è una sfida a tutti per tutti noi. Siamo tutti greci.
In un twit poi cancellato, il ministro delle finanze slovacco ha
candidamente ammesso che le misure sono state particolarmente dure per
rispondere alla primavera greca. La rappresaglia come sappiamo non
colpisce tanto i resistenti quanto le popolazioni, per punirle di ogni
sostegno ad essi. Il no massiccio al referendum andava sanzionato in
quanto tale, per insegnare ai popoli tentati di ripeterlo quanto alto
potrebbe esserne il prezzo. Il taglio delle pensioni minime sotto i 400
euro al mese, quello dei salari dello stesso livello, l'aumento del
prezzo dei farmaci là ove la sanità pubblica è scomparsa, l'obbligo a
rivedere le minime misure di sostegno ai poveri, agli sfrattati, la
cancellazione delle poche riassunzioni, tutte queste non sono misure di
grande valore economico, sono rappresaglie sociali. Avete alzato la
testa? Ora cittadini greci vedrete cosa vi costa. Anche per questo dopo
la firma della capitolazione la BCE ha deciso di continuare a negare i
fondi ELA di emergenza. Le file ai bancomat devono continuare fino a che
restino ben stampate nella memoria di ogni greco.
Le rappresaglie terrorizzano e puniscono, ma il loro scopo è il
dominio. La Grecia è il primo stato europeo che dal 1945 diventa
formalmente una colonia. In questo c'è anche la punizione politica che
viene somministrata al governo Tsipras. Che aveva esordito nel gennaio
2015 dichiarando finita la Troika ed ora deve accettarne il plateale
ritorno al ponte di comando del paese. Un'azienda può essere sottoposta
ad amministrazione controllata senza che ciò incida sullo stato medio
di democrazia del paese che la ospita, ma se è l'intero paese a subire
un'amministrazione esterna questo perde la democrazia e l'indipendenza, è
tecnicamente un protettorato. Il parlamento greco avrà solo il compito
di votare il proprio suicidio accettando la resa. Poi ogni decisione
sarà presa dai tecnici espressione delle potenze occupanti, che
supervisioneranno l'operare del governo coloniale. Tutto questo è
meticolosamente definito nel protocollo dell'Eurogruppo. Giusto quindi
definire questo un colpo di stato, simile a quello dei colonnelli nel
1967, come ha scritto Varoufakis. Allora fu la NATO ad organizzarlo, ora
è la Troika e la differenza principale sta nel fatto, come ha aggiunto
l'ex ministro delle finanze greco, che allora non erano in discussione
le proprietà pubbliche mentre ora sono in svendita. Il governo Tsipras è
stato volutamente umiliato con il dettaglio degli obblighi cui viene
sottoposto, come in un regime di arresti domiciliari. Ma la sostanza
delle misure non è estranea ai trattati che oggi governano l'Unione
Europea. La Grecia continua ad essere cavia di trattamenti che vengono
somministrati in dosi estreme ad essa e più caute agli altri. Ma la
medicina è la stessa. Il Fiscal Compact e il Semestre Europeo si son
aggiunti ai già precedenti trattati che hanno legato indissolubilmente
Euro e austerità, come ha rivendicato il ministro delle finanze tedesco
Schauble . La differenza tra gli ultimi trattati e quelli precedenti sta
proprio nel fatto che essi stabiliscono non solo le regole e le
punizioni per attuare le politiche di austerità, ma definiscono anche i
poteri formali di governo e controllo delle decisioni. Per esempio, se
un parlamento fa un bilancio dello stato che le autorità di Bruxelles
considerano troppo poco rigoroso, queste stesse autorità possono
intervenire per modificarlo. I parlamenti nazionali non hanno più la
disponibilità del bilancio dello stato, ragione per cui 200 e più anni
fa sono nati. Sopra di loro sta un'autorità tecnocratica e finanziaria
che esercita il potere vero. La UE è quindi oggi un colpo di stato
permanente che sulla Grecia ha esercitato una sperimentazione, per ora,
estrema.
Ma la riduzione allo stato coloniale della Grecia, oltre che la
funzione di esempio, che scopo economico ha? Qui le poche cifre chiare
disponibili non lasciano dubbi. Il paese verrà saccheggiato dai
"creditori".
Degli 84 miliardi promessi, solo 10 potrebbero finire in
investimenti, cioè produrre interventi nell'economia reale. Tutti gli
altri son una partita di giro, soldi che tornano alle banche e al FMI.
Tsipras al parlamento europeo aveva denunciato che i soldi dei due
precedenti Memorandum, meno duri di quello attuale, non erano finiti al
popolo greco ma alla finanza. Il meccanismo si ripete con gli interessi.
Infatti a garanzia del prestito la Grecia deve impegnarsi in tagli di
bilancio e tasse per un cifra vicina ai 15 miliardi e privatizzare beni
per 52 Miliardi. Teniamo conto un attimo del peso di quelle misure su un
paese alla fame, e paragoniamole all'Italia. Il nostro paese ha un PIL
quasi 8 volte quello greco. Quindi da noi la manovra imposta alla Grecia
varrebbe 120 Miliardi di tagli e oltre 400 MD di privatizzazioni.
Riusciremmo a farle noi senza vendere Venezia, Firenze ed il Colosseo?
Non credo e neppure i greci ci riusciranno, come del resto non son
riusciti a far fronte agli oneri dei due precedenti memorandum . Certo
il via libera ad altri licenziamenti di massa e la fine dei contratti
collettivi,imposti dall'Eurogruppo, ridurranno ciò che resta del lavoro
alla schiavitù. Così ci saranno più profitti, ma non ci sarà certo una
ripresa in grado di pagare i debiti.
Come ogni usuraio, i creditori potranno allora dire che la Grecia
non fa fronte a tutti gli impegni e quindi non può avere tutti i
prestiti. Così continueranno a fare affari saccheggiando il paese e
terranno in ostaggio tutti gli altri popoli: se non volete finire come
loro dovete continuare ad accettare le politiche di austerità. La
Troika sarà aiutata in questo ricatto permanente dal controllo totale
esercitato sui massmedia, che con la loro menzogna sistematica in questi
giorni ci han già fornito un'anteprima di fascismo 2.0.
La vicenda greca dimostra una sola verità inconfutabile, questa
Unione Europea non è riformabile, se si vuole una politica diversa da
quella del massacro sociale e dell'austerità bisogna essere disposti
alla rottura completa con essa. Il governo greco non era disposto a
questo e quindi ha capitolato.
La rottura va costruita in mezzo ai popoli, che per
vivere liberamente debbono saper reggere il ricatto dell'euro e di
tutto quanto è ad esso collegato. È un'alternativa che in ogni epoca, in
forme diverse, si è presentata. Avevo paragonato la Grecia del 2015
alla Cecoslovacchia del 1938. Che si arrese alla Germania sostenuta da
tutta l'Europa, che pensava così di essersi salvata. Scrisse Churchill
allora: scegliemmo il disonore per non avere la guerra, e ottenemmo
entrambi. Il 13 luglio 2015 è la giornata del disonore europeo, tutti i
governi che hanno imposto la resa alla Grecia sono colpevoli d'infamia,
ma la condanna morale deve diventare rovescio politico. Starà ai greci
decidere come organizzare resistenza e sabotaggio verso il Memorandum,
con o senza Tsipras dipende da lui. Ma resistere alla tirannia UE è il
compito da assumere in ogni paese e in tutto il continente. Il NO
all'Euro e quello alla tirannia dell'Unione sono le premesse
indispensabili per ogni resistenza alle politiche di austerità.
All'inizio saremo minoranza? Certo è sempre stato così. Però mano a mano
che la ferocia della Troika mostrerà i suoi fallimenti, il dissenso di
massa crescerà. Il 62 % di OXI son stati un segnale che lor signori han
ben colto e per questo han reagito con tanta brutalità. Ma le
rappresaglie, i massacri, possono impaurire una due tre volte, poi alla
fine ottengono l'effetto opposto, alimentano la rivolta. Per questo la
UE, mostrando la sua vera faccia con la Grecia ha decretato la sua
fine. La resistenza si organizzerà e crescerà perché contro questo
potere l'intransigenza è il solo realismo.
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