sabato 3 ottobre 2015

Vendola, il vitalizio e la leadership oggi di Alessandro Gilioli


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Il tema è scivoloso, per noi di sinistra. E il rischio di lasciar parlare la pancia invece della testa, altissimo. Ad esempio, è sciocco accusare Vendola di "aver abolito i vitalizi solo agli altri": è noto che l'unico modo di convincere un consiglio regionale a togliersi dei privilegi è far partire l'abolizione dalla legislatura successiva, altrimenti i tagli non verranno mai approvati. Altrettanto strumentale è attaccare Vendola in particolare - cioè più degli altri - mentre migliaia di ex governatori, ex consiglieri regionali ed ex parlamentari di tutti i partiti fanno la stessa cosa, essendo questa la legge. Anche Ingrao prendeva il vitalizio che gli spettava, ma nessuna persona sana di mente ne ha messo in dubbio l'integrità morale.
Però però.
Però c'è una cosa in più, in questo caso, da dire. Di testa e non di pancia.
Ed è una cosa da dire partendo da lontano: magari da Pepe Mujica, l'ex presidente umanista e di sinistra dell'Urugay che ha mosso le coscienze del suo Paese e del mondo grazie allo stile di vita semplicissimo e sobrio che ha tenuto tutta la vita, rifiutando anche di andare a vivere nel palazzo presidenziale.
Oppure partendo da Alexis Tsipras, che ha saputo ricostruire la sinistra greca conquistando consenso molto oltre i suoi confini anche perché da leader politico ha continuato a vivere come aveva sempre fatto: stessa casa, stesso quartiere popolare e multietnico, stessa vecchia Skoda.
Oppure, se volete, pensate a Pablo Iglesias, il fondatore di Podemos: che pure continua a stare nello stesso appartamento in affitto - quartiere popolare di Vallecas, Madrid - dove abitava mentre iniziava a insegnare Scienze politiche alla Complutense.
Ultimo caso, non dissimile, il nuovo leader del Labour Jeremy Corbin, che è entrato nel cuore dei ceti non privilegiati anche perché da non privilegiato vive, nella sua normalissima casa di Islington North, l'orto coltivato con gli amici, il rifiuto di mandare i figli alle scuole private, la bicicletta usata ogni giorno per davvero e non in favore di fotografi, i vestiti marroni che sembrano usciti da un saldo Oviesse.
Ecco, questi sono i leader di sinistra che possono giocarsi la partita oggi. Quelli che con le proprie pratiche personali dimostrano di non appartenere alle élite. Quelli che vivono come le persone di cui portano avanti le ragioni. Senza un privilegio e un orpello in più. Per capirci, quelli che fanno esattamente l'opposto di ciò che da noi ha rappresentato Bertinotti, con tutte le sue frequentazioni vipparole e le serate esclusive nel salotto di Guya Sospisio.
Tutto qui, insomma, ciò che ho da dire a Vendola. Nessun attacco personale, né alcuna accusa moralista: Nichi vada in pensione con ciò che la legge gli consente di percepire per il lavoro che ha svolto nelle istituzioni. Ma in pensione, appunto. La politica attiva che vuole rappresentare i non privilegiati ha bisogno, oggi, di persone che non godono di privilegi.

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