Quanto è avvenuto con Pomigliano e adesso con Mirafiori dimostra che nel nostro paese è in corso un attacco senza precedenti al mondo del lavoro e ai diritti dei lavoratori.
L’amministratore della Fiat Marchionne è il paladino di questa linea dura contro il lavoro nell’interesse esclusivo dell’impresa, del profitto, del capitale finanziario che è i primo responsabile della crisi economica e finanziaria che da tre anni deprime l’economia mondiale e fa collassare paesi del ricco Nord del mondo come Irlanda e Grecia.
Marchionne, da un lato, impone un segno regressivo alle condizioni di lavoro in fabbrica: orari fino a dieci ore giornaliere ed oltre, distruzione della pause e del diritto alla salute, totale flessibilità della prestazione e dei turni, drastica riduzione del diritto di sciopero. Così il lavoratore diventa semplicemente una merce a disposizione dell’azienda da consumare come e quanto si vuole. Dall’altro lato, Marchionne sconvolge il quadro delle relazioni sindacali, cancellando di fatto lo Statuto dei lavoratori e il contratto collettivo nazionale di lavoro. Sotto attacco è la Fiom, unico baluardo per la difesa dei diritti dei lavoratori, che si vuole estromettere dalla rappresentanza all’interno della più grande fabbrica automobilistica italiana, con il supporto di Fim e Uilm, ormai sindacati di nome ma non più di fatto, supporto degli interessi personali e confindustriali, portatori di una cultura antioperaia.
È evidente che attorno alla Fiom bisogna costruire un movimento di solidarietà sociale e politico che dagli studenti ai movimenti costruisca una risposta in grado di durare. Per questo Rifondazione comunista e la Federazione della Sinistra lavoreranno perché lo sciopero del 28 gennaio sia una grande e forte risposta nei confronti dell’attacco di Marchionne e dei padroni alle conquiste del movimento operaio, in grado di contrastare l’offensiva del governo e di Confindustria finalizzata a smantellare le garanzie costituzionali del lavoro.
È sbalorditivo come ancora la Cgil non abbia proclamato lo sciopero generale per dare una risposta adeguata al livello dell’attacco in atto alla condizione operaia e allo svilimento della democrazia reale. Il prossimo 28 gennaio anche in Umbria contribuiremo a realizzare una grandissima mobilitazione regionale in sostegno della lotta della Fiom e dei lavoratori metalmeccanici, ma anche per sostenere la richiesta di un piano straordinario per il lavoro avanzata dalla Cgil regionale e anche dalla Federazione della Sinistra.
Per uscire dalla crisi ci vuole infatti un impegno straordinario sul lavoro. I numeri della crisi sono impressionanti: in Umbria ci sono circa 10mila lavoratori in cassa integrazione a zero ore di cui, per i due terzi, interessati dalla cassa integrazione in deroga, ma per capire quanto grave sia il quadro, nel periodo gennaio-novembre 2010 l’aumento della cassa integrazione in Umbria è superiore al 100%, rispetto ad un media nazionale del 35%.
La politica deve dare urgenti risposte a questa situazione insostenibile per il mondo del lavoro, fatta di posti di lavoro che si perdono, salari che non aumentano, potere d’acquisto delle retribuzioni che resta al palo, diritti che vengono cancellati:
Occorre, dunque, ridare centralità politica al lavoro. Riportare il lavoro, il mondo del lavoro, al centro dell'agenda politica: nell'azione di governo, nei programmi dei partiti, nella battaglia delle idee.
Questa è oggi la via maestra per la rigenerazione della politica stessa e per un progetto di liberazione della vita pubblica dalle derive, dalla decadenza, dalla volgarizzazione e dall'autoreferenzialità che attualmente gravemente la segnano. La dignità della persona che lavora deve tornare ad essere la stella polare di orientamento per ogni decisione individuale e collettiva.
Rifondazione comunista si batte per questi obiettivi, assieme al sindacato, e si augura che tutta la sinistra e le forze di opposizione si adoperino per sostenere la mobilitazione della Fiom, degli operai metalmeccanici e di tutto il mondo del lavoro per la dignità e i diritti.
Stefano Vinti,Segretario regionale PRC Umbria
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua