Dopo il PD che sostanzialmente si schiera con i padroni tranne qualche voce isolata e piena di ambiguità giusto per non dare l'idea di un partito che di sinistra ormai ha ben poco, anche nell'IDV emergono distinguo e critiche dirette alla Fiom. E non dal Razzi di turno, ma niente meno che dal presidente del gruppo alla Camera, Massimo Donadi.
Se questo è l'asse principale che dovrebbe contraddistinguere l'alternativa al berlusconismo stiamo a posto.
Roma, 30 dic. (TMNews) - "La vicenda aperta dagli accordi Fiat è assai complessa e nessuna delle parti in causa ha solo torti o ragioni. Non c'è dubbio che le vicende di Mirafiori e Pomigliano abbiano dimostrato l'importanza delle proposte di Italia dei Valori in materia di nuove regole per la rappresentanza sindacale. Ma da qui a sposare indistintamente le ragioni della Fiom ne passa. Per questa ragione, credo che prima di pensare a mettere addirittura in campo forme di resistenza comune e duratura sarà opportuno attendere l'esecutivo fissato per il prossimo 14 gennaio per un più approfondito confronto interno".
Lo dichiara in una nota Massimo Donadi, capogruppo di IDV alla Camera. "A mio parere, infatti, gli accordi di Mirafiori e Pomigliano, nell'ottica di un recupero di efficienza e di competitività dell'azienda, richiedono ai lavoratori sacrifici significativi ma sono oggettivamente in linea con gli standard dei principali stabilimenti europei", mentre "quel che è certo è che l'azienda, in ogni caso, ora dovrà metterci del suo, perchè l'organizzazione del lavoro incide solo in parte minoritaria sulla competitività dell'impresa: servono investimenti, e ancor più, una chiara politica industriale e finanziaria". "Quanto all'esclusione della Fiom dalla rappresentanza sindacale appare sicuramente incostituzionale ma ancor di piu' una scelta miope, in quanto rischierà di vanificare il contenuto degli accordi, dando vita ad una permamente conflittualità interna all'azienda. Ma anche dalle parti della Fiom, delle riflessioni andranno aperte perchè non è pensabile che un sindacato, così largamente rappresentativo dei metalmeccanici, si arrocchi pregiudizialmente sul fronte del no, rifiutando addirittura di partecipare al tavolo delle trattative e di prendere atto che la globalizzazione dell'impresa e del lavoro non può vedere lavoratori ed imprese come nemici su fronti contrapposti ma richiede necessariamente nuove e straordinarie capacità di confronto", conclude il presidente dei deputati di Idv
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