Incredibile "politica" italiana... Hanno
fatto finta di dividersi sul "mercato del lavoro", ma hanno fatto un
"vertice" per decidere una legge elettorale contro la democrazia.
Un vertice, un vertice!! La
parola che aveva fatto sorridere qualche giornalista “di sinistra” che
non riesce ancora cogliere la differenza specifica del governo Monti
rispetto ai precedenti si è finalmente incanata in un incontro tra i tre
segretari di partito che in Parlamento votano per questo esecutivo.
Di cosa dovevano discuetere mai? Della
“riforma del mercato del lavoro”, avrete pensato. In fondo, col Pd così
in “sofferenza” e la Cgil sul piedino di guerra, c'era proprio bisogno
di fare il punto e trovare una “quadra” tra le varie proproste di
modifica a quello schifo.
Avevate pensato male. Al mercato del
lavoro ci pensa la Fornero e a voialtri, partiti compresi, non ve ne
deve fregare nulla: sarà varata come la vogliono loro e non c'è spazio
per cambiamenti, Men che meno sull'art. 18.
E quindi? Hanno discusso di legge elettorale,
naturalmente. Di che altro mai dovrebbero parlare tre partiti che non
hanno un'idea sparata su quel che sta accadendo nel mondo e sono
preoccupati soltanto di garantire le carriere dei rispettivi gruppi
dirigenti?
Vediamo l'accordo che han trovato tra loro, con il solito implacabile e implausibile applauso di Giorgio Napolitano.
Due ore di riunione per decidere che
sparisce l'obbligo di “coalizione” dichiarata prima del voto, il numero
dei parlamentari viene tagliato, sulle liste deve essere presente
l'indicazione del candidato premier. Prevista una soglia di sbarramento
medio-alta (4% o 5%) per far fuori i partitini, ma si introduce il
“diritto di tribuna” per chi era rimasto fuori dalla porta (anche qui
dovrà essere stabilita una soglia di sbarramento, altrimenti chiunque si
candiderebbe da solo...).
Siccome siamo nella repubblica delle
parole in libertà, è stato affermato che la nuova legge "restituisce ai
cittadini il potere di scelta dei parlamentari". Ma non sono state
reintrodotte le preferenze. Chissà chi sarà chiamato a interpretare la
“volontà dei cittadini” rispetto ai singoli eletti.
La riduzione dei parlamentari richiede una modifica costituzionale, ma – detto fatto – sarà pronto uno schema in un paio di settimane (da quando ci sono i “tecnici” le discussioni vengono ridotte a nulla: tanto è tutto già deciso...). Il numero dei parlamentari dovrebbe scendere a 500 deputati e 250 senatori.
La riduzione dei parlamentari richiede una modifica costituzionale, ma – detto fatto – sarà pronto uno schema in un paio di settimane (da quando ci sono i “tecnici” le discussioni vengono ridotte a nulla: tanto è tutto già deciso...). Il numero dei parlamentari dovrebbe scendere a 500 deputati e 250 senatori.
L'analisi è semplice.
a) Le maggioranze di governo verranno decise dopo il voto e a seconda del voto, come ai tempi dei governi democristiani.
b) I parlamentari verranno scelti dalle
segreterie di partito in base al posto che occuperanno nelle liste
elettorali, come con il “porcellum”.
c) Il diritto di opporsi – a meno di
sorpresissime all'interno delle urne – viene ridotto al “diritto di
tribuna”, ovvero a un singolo deputato o senatore.
A che serve? A garantire che i tre
partiti maggiori possano continuare a fare da sostegno parlamentare di
un altro “governo tecnico”. Certo, almeno in tre dovrebbero raccogliere
più del 50% (anche se ci sarà un robusto “premio” chi prende più voti),
altrimenti il gioco non funziona. Ma per il momento sembra essere
sufficiente.
Perché diciamo questo? Perché il cuore di
un governo è il suo programma economico, politico e sociale. E questo
ormai viene deciso altrove, nelle segrete camere di compensazione tra
obiettivi del capitale finanziario, imprese multinazionali, principali
gruppi di potere nazionali e personale amministrativo sovranazionale.
Insomma, tra Fondo monetario internazionale, Banca centrale europea e
Commissione europea, pressati o accompagnati dalle lobby e dagli international advisor di questa o quella società.
La democrazia deve tornare ad essere
insomma soltanto una parola. Nessuna decisione "vera" dovrà più dover
esser presa mediando tra interessi sociali diversi. Il distillato delle
"direttive" arriverà da Bruxelles o Francoforte, e tanto dovrà bastare.
Ai partiti nazionali, specie questi gusci vuoti gonfi solo di
clientelismo che ci ritroviamo in casa, non resta che il compito di
“supportare” con i voti in Parlamento decisioni che non si possono
cambiare (Monti docet), pena l'esser prede dell'aumento dello spread e
della speculazione globale. Una legge elettorale deve servire a
“blindare” il prossimo parlamento, in modo che queste decisioni siano
approvate senza discussione. Detto fatto.