La Chiesa del
neoliberismo ha un’età relativamente giovane, eppure ha al suo attivo (o
meglio passivo) una quantità di danni enormi alle persone, all’ambiente e
alla democrazia, totalizzati nel corso di pochi decenni, superiori a quelli
provocati nel corso dei millenni dal Cristianesimo (in tutte le sue
salse), l’Islam e l’Ebraismo messi insieme. Queste religioni, infatti, e mi limito alle principali religioni
monoteiste, presentano, come ho avuto occasione di affermare,
molteplici aspetti, non tutti negativi, e, nel corso della loro storia lunga,
complessa e affascinante hanno conosciuto anche fasi e funzioni
rivoluzionarie, misconosciute solo dagli ignorantelli che, identificando la
parte peggiore con il tutto tendono ad equiparare sic et simpliciter
tali religioni con i fondamentalisti che pure ne fanno parte in qualche modo, o
con le epoche peggiori della loro esistenza.
Si stenta invece a
cogliere, con tutta la buona volontà, una funzione o una fase positiva della
peggiore religione dei nostri tempi, quella del neoliberismo. Esso peraltro
presenta senza dubbio tutti i requisiti negativi delle religioni, senza
presentarne alcun aspetto positivo. Esso infatti si regge:
a) sull’ignoranza
della massa, portata a credere tutte le idiozie che i profeti del
neoliberismo mettono in circolazione a tamburo battente, approfittando del
loro accesso privilegiato ai mezzi d’informazione;
b) sul dogma
inesplicabile, oggetto di un vero e proprio atto di fede, smentito ogni
giorno di più dalla cruda osservazione dei tristi fatti dell’oggi, secondo il
quale tutto andrà bene se ci sarà meno Stato o più mercato, ovvero se ciascuno
sarà lasciato libero di contribuire allo sviluppo della società dando sfogo ai
propri istinti animali ed imprenditoriali. Un dogma che è doppiamente
mistificatorio, intanto perché non è vero che l’eliminazione degli ostacoli alla
libera impresa è un contributo allo sviluppo della società, e poi perché i neoliberisti si guardano bene
di rinunciare al controllo e all’utilizzo dello Stato laddove esso fa loro
comodo, ad esempio con le spese militari o il mantenimento di
sempre più costosi e sofisticati apparati di repressione poliziesca all’interno
e di aggressione militare all’esterno. Un dogma sostenuto con convinzione
fanatica forse degna di una causa migliore, in attesa messianica di una sempre
più improbabile ripresa, meta mitica per raggiungere la quale è lecito qualsiasi sacrificio.
Convinzione che porta a bollare come incompetenti tutti coloro che osano
mettere in discussione la verità rivelata, come il nostro buon
Scacciavillani che nega la dignità scientifica dei premi Nobel
Krugman e Stiglitz. Lui il Nobel per l’economia piuttosto forse l’avrebbe dato
ad Alberto Sordi…
c) su di una casta di sacerdoti ben pagati e ben presenti negli
apparati di riproduzione del consenso oltre che nelle banche, società
finanziarie e simili.
d) sulla salvaguardia
dello status quo e degli interessi delle classi dominanti che, grazie ai
meccanismi dell’economia neoliberista vedono crescere ogni giorno di più il
proprio siderale distacco dalla condizione, sempre più miserevole, dei semplici
cittadini.
Apparentemente fondata
sul buon senso spicciolo e come tale accolta dalla nostra classe politica
deplorevole quasi nella sua totalità, la religione del neoliberismo non è
invece, come nessuna religione del resto, scientificamente fondata. Come
ha ricordato recentemente Luigi Cavallaro sul manifesto, si può
adoperare l’espressione Sordinomics per caratterizzare la ricetta
sempliciotta promossa nel 1995 dal grande attore comico per risolvere il
problema del debito pubblico, la stessa che viene oggi praticata, in modo certo
meno sempliciotto ma sicuramente devastante dal nostro governo, il cui massimo
esponente è un gran sacerdote della religione neoliberista. L’infondatezza di
tale approccio fu dimostrata da Lord Keynes. Una costruzione teorica
oggi confermata dalla spirale recessiva cui Rigor Montis, come lo chiama
opportunamente Grillo, ci sta condannando.
Mentre peraltro le
altre religioni svolgono a volte funzioni positive almeno sotto il profilo
etico e quello motivazionale, come evidenziato ad esempio da Benedetto Croce a proposito del Cristianesimo, quella
neoliberista è totalmente nulla e controproducente anche da questo punto di
vista, dato che la sua unica motivazione è legata all’arricchimento individuale
ad ogni costo e all’annientamento di ogni etica e spirito collettivo. Davvero
la religione ideale per la fase di decadenza complessiva a rischio di
estinzione che l’umanità sta attraversando.
Cambiare strada si può
e si deve. Il “pensiero” neoliberista va sottoposto a critica incessante, una
battaglia di cultura e di civiltà per impedire che faccia ulteriori
irreparabili danni alla vita di ciascuno di noi.
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