Dovunque
nel mondo un presidente che si fa prendere dalla stizza per essere
stato colto con le mani nella marmellata sarebbe giudicato unfit a
governare: a tutto infatti si può passare sopra tranne che alla mancanza
di autocontrollo. Ma a quanto pare la scena di un vegliardo fuori dai
gangheri, con le vene gonfie e la voce alterata, che accusa altri di non
interessarsi ai problemi del Paese piace molto alla sedicente sinistra
governativa e al Tg3 che non ha mancato di magnificare la penosa scena:
il presidente gliele ha cantate chiare a chi dice che proporre
un’amnistia proprio adesso significa solo voler salvare Berlusconi, cioè
ai 5 stelle, accusati di dire l’ovvio, di mostrare il re in déshabillé.
Ma l’imbarazzo dilaga perché mentre è del tutto evidente lo scambio
tra il salvataggio del governo Letta che è ormai la coperta di Linus di
Napolitano e la salvezza del Cavaliere, dall’altra nessuno osa puntare
l’indice sul vero responsabile della persistenza di Berlusconi, così
come dello sfascio del Paese e nemmeno sui governicchi che sono la longa
manus di questa follia. Così il lettore progressista che clicca sul
sito de L’Espresso si trova di fronte a un capolavoro di surrealismo, un
sommario che recita: “Il presidente della Repubblica chiede al
Parlamento di risolvere l’affollamento delle carceri. Un intervento
necessario e voluto anche dall’Europa. Ma che il centrodestra potrebbe
sfruttare per il caso del Caimano” Già quei cattivoni sempre pronti
a sfondare le porte aperte che gli altri gli fanno trovare. Cosa non si
fa e non si dice per campare.
Ma è solo un esempio indicativo di come si cercherà di redimere moralmente il Quirinale da questo ennesimo e decisivo
assist al Cavaliere: la sottolineatura della condizione indecente delle
carceri italiane dove circa 66 mila persone sono detenute in galere che
avrebbero una capienza regolamentare di 24 mila posti e 47 mila di
capienza massima tollerabile. Tutto assolutamente e drammaticamente vero
tanto da meritare una condanna da parte della Corte europea diritti
umani risalente all’ 8 gennaio scorso e generata dal ricorso di alcuni
detenuti, la quarta condanna in cinque anni per lo stesso motivo. E
questo dato ci riporta alla realtà: il dramma degli istituti di pena non
nasce oggi, ma ondeggia più o meno sugli stessi numeri da moltissimi
anni. Tanto che – per per parlare solo delle cose più recenti – già nel
2010 l’allora ministro della giustizia Alfano tentò di prendere in giro
noi e i detenuti con un fantomatico piano per 27 mila posti in nuove
carceri mentre l’anno successivo la ministra Severino provò la delirante
carta di utilizzare come galera di lunga durata persino le camere di
sicurezza nei posti di polizia, loculi assai più inquietanti delle
normali celle. Tanto che certa destra tra il palazzinaro e il “moderno”
ha tirato fuori anche l’idea delle galere private. Perché Napolitano ha
aspettato tutto questo tempo per interessarsi dei “problemi del Paese” e
lo ha fatto proprio nel momento in cui un’amnistia è destinata a
salvare il Condannato per eccellenza?
Senza dire che l’affollamento non si risolve certo con problemi di
clemenza che lasciano il tempo che trovano, ma con interventi sulle
strutture, sulla legislazione e sui meccanismi giudiziari che da una
parte sviluppino le misure alternative (il 15% in Italia, l’85% in Gran
Bretagna, tanto per fornire un dato) dall’altro depenalizzino alcuni
reati di lieve entità, ma soprattutto rendano più rapida la giustizia
visto che il 50% dei detenuti è in attesa di un giudizio di qualche
grado. Oppure se proprio non si riesce ad affrontare questi problemi
basterebbe abrogare la Bossi Fini, come dice Anna Lombroso per liberare
molti posti. Purtroppo però i “discorsi a monte” tanto cari alla
cultura della demi gauche ormai si fanno solo per sgusciare come
anguille dai temi concreti e dalle opache responsabilità.
Insomma pur essendo il tema già drammatico dall’anno successivo a
quello della famosa amnistia Prodi, cioè dal 2007, nulla di tutto questo
è stato pensato, proposto, tramutato in legge e si torna a un nuovo
provvedimento di amnistia proprio oggi, dando l’impressione che questa
misura tampone, sia stata tenuta in caldo per portare umanità e soccorso
al Cavaliere e ad altri grassatori dell casta politica. Anche l’umanità
e la civiltà sono a orologeria in questo Paese. E ‘ solo
un’impressione, mica un vilipendio. Piuttosto il Colle e i media
subalterni vilipendono la nostra intelligenza ogni giorno.
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