Beppe Grillo chiede l'espulsione dei deputati "dissidenti" Paola Pinna e Massimo Artini: "Non restituiscono lo stipendio"
La replica di Pinna. "Io le regole le ho sempre
rispettate, i soldi li ho restituiti come previsto. Sono loro che le
stanno violando visto che", sulla procedura di espulsione, "non stanno
passando per l'assemblea come previsto da Statuto M5S". Così la deputata
5 Stelle Paola Pinna commenta a caldo, all'Adnkronos, l'avvio della
procedura di espulsione nei suoi confronti e del collega Massimo Artini.
"Sanno benissimo che ho restituito - accusa Pinna - abbiamo chiesto dei
chiarimenti rispetto al blog sulla adesione a 'tirendiconto' e stiamo
solo aspettando delle risposte. Tutti i bonifici sono sul mio blog fino
al mese di settembre, 'paolapinna.it'.
Non è vero che non ho restituito, anzi: ho rendicontato fino a
settembre, tre mesi in più rispetto all'aggiornamento dei dati sul blog
di Grillo".
Dunque, sul blog, "c'è scritto il falso, io la
restituzione l'ho fatta puntualmente. Tutti i documenti, comprese le
contabili dei bonifici, sono caricate sul mio blog". I soldi restituiti
da Pinna sono "in parte andati al fondo per le Pmi", come previsto dal
Movimento, "e in parte alla Caritas, perché ho ritenuto necessario che
anche chi non possiede un'impresa, chi è disoccupato, venisse aiutato.
Io li ho dunque destinati, in parte, anche alle persone che non possono
rivolgersi a una banca per chiedere dei soldi e non hanno accesso a quel
conto" per le Pmi. "Io le regole le ho sempre rispettate, loro le
stanno violando", ribadisce.
Lo sfogo di Artini
"Le dichiarazioni sulla mia rendicontazione sono false e del tutto
tendenziose" si difende il deputato Massimo Artini su facebook per
replicare al "post pubblicato sul blog gestito dalla Casaleggio
Associati" che definisce "fornitore di servizi informatici che oggi si
diletta a pronunciare editti privi di ogni fondamento"
Cosa dice il codice. In
effetti, il codice di comportamento per gli eletti nelle file grilline
prevede che ad avviare le pratiche per il cartellino rosso sia
l'assemblea congiunta. "I parlamentari del M5S riuniti - si legge
infatti sul documento - senza distinzione tra Camera e Senato, potranno
per palesi violazioni del Codice di Comportamento, proporre l'espulsione
di un parlamentare del M5S a maggioranza. L'espulsione dovrà essere
ratificata da una votazione on line sul portale del M5S tra tutti gli
iscritti, anch'essa a maggioranza".
Il sindaco di Parma Federico
Pizzarotti, "vittima" anche lui di un post molto contestato sul blog di
Grillo, ha chiesto, tra le righe, al leader M5S di frenarsi: "Spero che
qualcuno riprenda lucidità e si fermi in tempo. Non ho sacrificato parte
della mia vita per vedere accadere tutto questo", scrive su twitter.
Non solo Pizzarotti. Diversi
deputati prendono le distanze dal post di Grillo. Tra questi, Eleonora
Bechis ("Viola il regolamento"), Patrizia Terzoni ("Io non ci sto") e
Samuele Segoni ("Post ignobile, è giustizia sommaria").
Le accuse a Grillo dopo le Regionali. Il tempismo è
sospetto: Artini e Pinna sono tra i parlamentari del Movimento che hanno
lanciato accuse dirette a Grillo dopo il negativo risultato elettorale
dei Cinque Stelle alle elezioni regionali. Artini ha attaccato duramente
il blog di Beppe Grillo, dicendo che scrive "cavolate": "La gente sul
territorio non è arrabbiata, di più", ce l'ha "con chi si inventa una
cavolata come quella di Mussolini che non ha ucciso Matteotti da mettere
sul sito il giorno in cui ci sarebbe da parlare della sconfitta
elettorale. Immagino ce l'avessero nel cassetto da mesi". "Voglio che si
rifletta su quello che è successo, e lo voglio da almeno un anno. Avevo
posto il problema già a ottobre 2013, dopo le elezioni in Basilicata.
Il punto è che non riusciamo ad avere la credibilità che ci meritiamo.
Anche stavolta, non siamo stati credibili. E visibili".
Anche la
Pinna si era scagliata contro la comunicazione grillina: il movimento
"perde pezzi, è inutile nasconderlo. Da interpreti della protesta e da
unica alternativa credibile a un sistema corrotto e inefficace, dominato
da un malaffare lontano dalle istanze dei cittadini, siamo diventati
marginali sulla scena politica. Ci siamo auto-condannati all`esclusione
rinunciando al nostro ruolo di innovatori, che è stato usurpato da chi
oggi inneggia a un 2 a 0 che non c`è o da chi festeggia dicendo 'ho
fatto meglio dell`Umberto e anche del Silvio'. Dicono che diamo
'un`immagine di stallo aggravata da una comunicazione confusa'. E non è
la cattiva stampa a farlo, o i giornali di regime. E` il voto di quelli
che erano gli unici nostri alleati, gli italiani, stanchi di essere
arringati da questo e da quest`altro capopopolo e desiderosi di vedere
le cose cambiare in meglio".
Intanto un altro parlamentare del
Movimento 5 Stelle, il deputato Riccardo Nuti, ha pubblicato su facebook
un post che ha fatto polemica: "Il parlamento ormai fa marchette a
raffica. Le opzioni sono o passare alla violenza fisica o lasciarli
soli, incazzarsi non serve a molto", scrive il parlamentare grillino.
Naturalmente, il richiamo alla "violenza fisica" ha provocato tante
reazioni critiche nei suoi confronti.
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