La scoperta a
Roma, da parte della magistratura della “mafia capitale” ha scoperchiato
un sistema di potere putrefatto dalle sue fondamenta.
Tristemente note
sono le esternalizzazioni, le liberalizzazioni, le privatizzazioni che
negli ultimi 20 anni hanno sostituito il welfare sociale pubblico,
regalando milioni di euro al profitto privato. La prima ad essere sul
banco degli imputati è la legge di privatizzazione dei servizi a partire
dal settore sociale. Le decine di “Società dello sfruttamento e
dell'accaparramento” chiamate impropriamente Coop sociali, hanno avuto
dagli anni '90 l'autorizzazione (leggi accreditamento) ad approfittarsi
del disagio e della sofferenza umana degli ultimi: i migranti, i rom, i
diversamenti abili e i poveri, con lo scopo di arricchirsi legalmente.
La coop 29 Giugno, che è solo l'iceberg della rete di corruzioni, di
clientele e di connivenze e forse, per le modalità emerse
dall'inchiesta, con i suo intrecci fascio-mafiosi, quella senza scrupoli
e criminale. Chi interpretava la cooperazione nello spirito solidale e
di vero servizio, è stato emarginato, non ha avuto vita facile o gli
sono state assegnate solo le briciole dell'assistenza.
A farne le spese sono stati
soprattutto gli strati popolari della sterminata periferia
metropolitana. Dalle Giunte Rutelli a quelle Veltroni le coop
accreditate erano per la stragrande maggioranza riconducibili ai partiti
della maggioranza di centro sinistra, comprese quelle di estrazione
cattolica. Poi è arrivato Alemanno che ha espulso le poche coop
trasparenti favorendo ulteriormente le grandi “coop” politicamente
trasversali. Vanno evidenziate altre due cicche di "Aledanno": parentopoli
e il tentativo di approvare altri 27 milioni di metri cubi di cemento
oltre quelli già previsti dal PRG. I vari Bettini e Marroni e tutto
l'apparato PDS/DS/PD, sono stati da sempre i registi degli accordi con i
poteri forti dei vari settori che hanno svenduto la città di Nathan e
di Petroselli. Per fare alcuni esempi basta citare i veri padroni di
Roma: Caltagirone, Parnasi, Mezzaroma ed altri (cementificazione),
Cerroni (rifiuti), Benetton e Salini-Impregilo (mobilità), la finanza
delle Banche (Unicredit e Intesa San Paolo).
Ruota di scorta a sinistra
Nieri (SEL) vice Sindaco di Roma e stato colui che ha portato Marino
presso la coop "sociale" 29 Giugno, la quale ha finanziato con 30mila
euro la campagna elettorale del Sindaco e fino a pochi mesi ha ricevuto
appalti per 60 milioni di euro.
La coppia kriminale
Carminati/Buzzi, per dichiarazioni di un ex poliziotto, collaborava con i
servizi segreti, proprio quando nella guerra di mala per il controllo
della Capitale, negli ultimi anni, sono state uccise 200 persone.
A questo capitolo
vergognoso dobbiamo aggiungere la politica devastante e nociva di tutte
le Giunte, da 30 anni a questa parte, contro la salute dei cittadini e
l'aggressione del cemento a quello che rimane dell'agro romano. Da
Malagrotta, la più grande cloaca d'Europa, al nuovo PRG da 70 milioni di
metri cubi con il suo cavallo di troia degli “Accordi di programma” che
permettono varianti fuori piano e guarda caso portano colate di cemento
nelle aree verdi, agricole e a servizi. Come non ricordare le centinaia
di posti macchine del Piano Urbano Parcheggi (PUP), l'odierno
parcheggio sopra la Stazione Termini (1.300 posti auto, qualche decina
di posti moto e un centro commerciale), i Punti Verdi (grigi) Qualità
(PVQ), i 10 art.11 funzionali anch'essi a togliere verde e servizi ai
quartieri di edilizia popolare, l'autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e
il raddoppio dell'aeroporto di Fiumicino.
Corruzione o non
corruzione, chi ha amministrato e amministra la Capitale, ha comunque
legittimato l'ennesimo sacco di Roma, ha favorito gli avvoltoi
prenditori di appalti pubblici, ha disumanamente affondato il coltello
del profitto, nella disperazione e sulla pelle di migliaia di poveri
cristi.
Chi più, chi meno, questa è
la colpa di tutte le Giunte che si sono succedute, altro che “mele
marce”, ci troviamo davanti ad un sistema di potere senza scrupoli, ad
una lotta di classe contro le masse popolari a cui questi politicanti
sono allineati e consapevoli.
Gli uomini e le donne
liberi/e, onesti/e e resistenti, in questo quadro pieno di ingiustizia,
non hanno “giunte amiche” e “partiti amici”!
Non si può non ricordare
Pablo Neruda: “Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è
infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, chi
rinuncia ad inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta di
fuggire ai consigli sensati”.
Rovesciamo il tavolo, diamo voce e gambe alla città di sotto, contro le tenebre fascio-dem-mafiose.
* Rete dei Comunisti - Roma
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