venerdì 5 dicembre 2014

M5S: L’assemblea non è più sovrana

5 Stelle. Decine assenti alla riunione. Contestato il direttorio. Casaleggio: «I dissidenti? Se vogliono se ne andassero pure»
gianroberto-casaleggio-marketing-virale-770x477Ormai nem­meno liti­gano più, a dimo­stra­zione che nel M5S la frat­tura è tal­mente grande che nes­suno ha ancora voglia di pro­vare a con­vin­cere — dia­lo­gando o con la minac­cia di un’espulsione — chi non la pensa come lui. La prova è nelle parole con cui Gian­ro­berto Casa­leg­gio, ieri a Roma per incon­trare il nuovo diret­to­rio a Mon­te­ci­to­rio, si sarebbe sfo­gato nel pome­rig­gio con Luigi Di Maio. «Faces­sero come gli pare, se se ne vogliono andare sono liberi di farlo», avrebbe detto il cofon­da­tore del M5S rife­ren­dosi ai tanti par­la­men­tari che sareb­bero in pro­cinto di lasciare il movi­mento. Cir­co­lano numeri che, se con­fer­mati, rap­pre­sen­te­reb­bero una vera emor­ra­gia: tra i 20 e i 27 depu­tati e almeno 20 sena­tori, roba da lasciare il gruppo M5S a palazzo Madama — dove oggi sie­dono in 40 — a dir poco sguar­nito.
I conti veri si faranno nei pros­simo giorni, pro­ba­bil­mente dopo l’Open day orga­niz­zata per dome­nica a Parma dal sin­daco Fede­rico Piz­za­rotti e che potrebbe segnare l’avvio della rifon­da­zione gril­lina. Ma se è vero che a volte con­tano più le assenze delle pre­senze un’indicazione chiara è venuta pro­prio dall’assemblea di ieri pome­rig­gio. Su un totale di oltre 140 tra sena­tori e depu­tati, i pre­senti erano appena 80. Tutti gli altri hanno scelto di diser­tare la con­giunta anche per con­te­stare l’elezione del diret­to­rio, pio­vuta anch’essa dall’alto come suc­cede spesso. Al punto che non sono man­cate le con­te­sta­zioni verso Luigi Di Maio, Carla Ruocco, Carlo Sibi­lia, Roberto Fico e Ales­san­dro Di Bat­ti­sta, i cin­que pre­scelti da Grillo e Casa­leg­gio per affian­carli nella guida del movi­mento.
«Qual­cuno ha detto che se que­sto pro­getto fal­li­sce, allora fal­liamo tutti. Io non mi prendo la respon­sa­bi­lità di qual­cosa che non è stato con­di­viso», avrebbe detto la depu­tata Sil­via Bene­detti chie­dendo di fis­sare una sca­denza la man­dato del diret­to­rio: «Così valu­tiamo se siete un car­roz­zone».
Nell’assemblea non si è par­lato di ulte­riori espul­sioni ma del nuovo corso che dovrà assu­mere il Movi­mento e che, tra l’altro, pre­vede una mag­giore pre­senza anche in tele­vi­sione.
La pre­senza a Roma di Casa­leg­gio il giorno dell’attesa assem­blea con­giunta non è stato certo casuale. Il guru è arri­vato per istruire Di Maio, Roberto Fico, Carla Ruocco, Carlo Sibi­lia e Ales­san­dro Di Bat­ti­sta, il diret­to­rio eletto insieme a Grillo, su quanto dovranno fare, asse­gnando a cia­scuno di loro dele­ghe pre­cise. Ma anche per com­pat­tare quel che rimane del M5S dopo le pole­mi­che seguite all’espulsione di Mas­simo Artini e Paola Pinna. Com­pito dif­fi­cile, per­ché ormai è chiaro a tutti che que­sta volta nes­sun richiamo all’ordine e nes­suna pro­messa di cam­bia­mento potrà far rien­trare il dis­senso che cir­cola tra i par­la­men­tari: «Il M5S è finito, che ci restiamo a fare qui?», com­men­tava ieri pome­rig­gio un dis­si­dente prima di lasciare l’assemblea. Chi è restato, come la depu­tata Giu­lia Sarti, ha chie­sto invece al diret­to­rio di par­te­ci­pare dome­nica all’iniziativa di Piz­za­rotti. Ipo­tesi boc­ciata da Fico, che avrebbe giu­sti­fi­cato la scelta con il timore di pre­sunte stru­men­ta­liz­za­zioni.
Pro­prio la sca­denza di Parma, del resto, è il ter­mo­me­tro per­fetto per rap­pre­sen­tare il sisma per ora sot­ter­ra­neo che sta scuo­tendo il M5S. Che nes­suno dei ver­tici gril­lini par­te­cipi infatti a un’iniziativa poli­tica di quello che è pur sem­pre il più impor­tante primo cit­ta­dino tar­gato 5 stelle 
( ha annun­ciato la sua pre­senza anche il sin­daco di Livorno Noga­rin), la dice lunga sul males­sere pre­sente nel movi­mento. Males­sere sem­pre più evi­dente anche sul ter­ri­to­rio dove oltre alle divi­sioni pre­senti ormai in tutti i Mee­tUp, non passa giorno senza che si regi­strino dimis­sioni di con­si­glieri pen­ta­stel­lati stufi della «deriva auto­ri­ta­ria» presa dal movi­mento. Un gruppo di que­sti, con­si­glieri presso comuni della pro­vin­cia di Firenze, ieri ha lan­ciato un appello per la costi­tu­zione «di un nuovo sog­getto poli­tico che recu­peri gli ideali e i prin­cipi di demo­cra­zia par­te­ci­pata fon­danti del M5S», hanno spie­gato. Moti­va­zioni che pro­ba­bil­mente por­te­ranno dome­nica a Parma.
Carlo Lania - il manifesto

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