È curioso che a chiedere
lo scioglimento del comune di Roma per mafia ci sia anche Forza Italia,
un partito costruito nel ‘94 da un condannato per mafia.
È curioso che Alemanno al tempo querelasse a raffica chiunque,
compreso Report e questo giornale, e ora apprendiamo dalle sue stesse
parole che proprio mentre querelava chiedeva ai suoi collaboratori se
per caso non era tutto vero.
È curioso che qui a Roma un candidato consigliere comunale spenda da
sempre molte decine se non centinaia di migliaia di euro in campagna
elettorale per un posto da 2.000 euro al mese, e forse non era difficile
pensare che poi si rifacesse altrimenti.
È curioso che Renzi ora parli del Pd romano come se fosse un altro
partito e non quello di cui è segretario nazionale da un anno, e di cui
tutti sapevano se non la corruttela di certo la brutale e tribale
ingordigia.
È curioso che oggi nel coro di chi denuncia le fameliche correnti
piddine della capitale canti anche Goffredo Bettini, che del correntismo
vorace capitolino è stato il grande demiurgo per anni.
È curioso tuttavia anche il tentativo della stampa di destra di usare
questo scandalo romano come conferma del «così fan tutti» quindi «se
tutti colpevoli, nessun colpevole», ed è una puttanata, perché invece se
tutti colpevoli, tutti colpevoli e basta, purtroppo.
È curioso infine che il ministro Franceschini sostenga
che a creare «un danno d’immagine e quindi economico all’Italia» siano
le proteste fuori dalla Scala e non quello che emerge da Roma, di cui si
invece si parla su tutti i giornali del mondo.
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