GLI SCHIAVI “FATTI IN CASA”
Di Ciuenlai
Questa storia dell’esclusione dei dipendenti pubblici dal Job – Act non è né una dimenticanza, nè uan scelta di campo, né
un retaggio del passato, né la difesa della “politica” di un antico
privilegio. E’, invece, un altro tassello della strategia della
divisione tra lavoratori e tra poveri. Si cerca di accreditare agli
occhi dei “privati”, un privilegio per i “pubblici”, sviando il problema
della riduzione generale dei diritti, mettendo in piazza dei
“responsabili” inconsapevoli e innocenti e, aprendo le porte ad una
ulteriore azione contro i lavoratori pubblici che subiranno, tra qualche
anno, forse tra qualche mese, la stessa sorte di quelli privati. Gli
diranno “Muti che voi non siete come quelli dell’Ast o dell’Ilva”. E
invece, come dimostra la vicenda delle Province, che sono la prova
generale di questo disegno, stanno diventando come loro : esodanti,
cassintegranti, licenziandi. L’obiettivo è “il precariato per tutti”,
per alimentare insicurezza, paure e difendersi con il ricatto da
qualsiasi tipo di protesta e di ribellione. Applicano la legge della
sopravvivenza, alla quale nessuno si può sottrarre. Ma alla fine, le
nuove norme sul pubblico impiego marcheranno qualche differenza, per
poter continuare il giochino del “lui sta peggio di te”, naturalmente al
ribasso, sempre più al ribasso. Tenendo qualcuno leggermente più in
alto, si può far scivolare tutti verso il baratro dei redditi e delle
tutele per chi vende la propria forza lavoro. Vedrete, tra qualche anno,
finiranno anche le “carrette del mare”. Non serviranno più. L’Italia
avrà un mucchio di schiavi “fatti in casa”
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