Documento propedeutico per una conclusione unitaria del prossimo CPN
del PRC (non è la bozza di un ordine del
giorno)
di Ugo Boghetta
La fase in cui siamo immersi
necessita del massimo di efficacia e unità del partito. La ricerca di
una sentitesi è doverosa. Questo termine nel tempo ha assunto però un
connotato negativo: sa di compromesso deteriore, alchimie interne. Il
risultato è quasi sempre una linea impastocchiata.
Così sarebbe stata una sintesi con Grassi. Non è di questa sintesi che abbiamo bisogno.
Così sarebbe stata una sintesi con Grassi. Non è di questa sintesi che abbiamo bisogno.
Oggi però è possibile una sintesi unitaria come dinamizzazione della
linea politica necessitata dall'evoluzione del quadro sociale e
politico: interno ed internazionale.
La crisi approfondisce
malessere e diseguaglianze. Produce impotenza e frustrazione. Da parte
dei cittadini c'è la ricerca di una qualche soluzione miracolosa o
nessuna: 16 milioni di voti si sono spostati nelle recenti europee,
astensionismo enorme in una regione come l'Emilia Romagna.
Ai conflitti endemici ed al ruolo dei sindacati di base si è finalmente aggiunta la CGIL. Poco importa che la causa abbia motivi di ruolo. La gente sciopera per rabbia, disperazione, per la crescente insicurezza: lavoro, salari, pensioni. Ciò a fronte di una corruzione che fa impallidire tangentopoli. Questo conflitto divarica Cgil e PD ma, a breve, non ha prospettive né sponde politiche all'altezza.
L'Europa, seppur in modi e con percezioni diverse, è ritenuta una dei motivi più gravi della situazione attuale. Ed ancora non si percepisce in tutta la sua gravità, anche per colpa nostra, l'evoluzione pericolosa creata dagli americani con il concorso europeo ai confini dell'Unione: dal Magreb all'Ucraina.
Renzi esprime in modo dinamico il tentativo di tenere insieme capra e cavoli: l'Unione europea, i diktat di Finanza e Germania e la necessità di avere possibilità di manovre interne ma gli spazi sembrano restringersi. Grillo ed il M5S traccheggiano incapaci di gestire internamente e esternamente il boom ottenuto. Salvini invece sta portando con successo la Lega nord sul terreno della Le Pen.
Ai conflitti endemici ed al ruolo dei sindacati di base si è finalmente aggiunta la CGIL. Poco importa che la causa abbia motivi di ruolo. La gente sciopera per rabbia, disperazione, per la crescente insicurezza: lavoro, salari, pensioni. Ciò a fronte di una corruzione che fa impallidire tangentopoli. Questo conflitto divarica Cgil e PD ma, a breve, non ha prospettive né sponde politiche all'altezza.
L'Europa, seppur in modi e con percezioni diverse, è ritenuta una dei motivi più gravi della situazione attuale. Ed ancora non si percepisce in tutta la sua gravità, anche per colpa nostra, l'evoluzione pericolosa creata dagli americani con il concorso europeo ai confini dell'Unione: dal Magreb all'Ucraina.
Renzi esprime in modo dinamico il tentativo di tenere insieme capra e cavoli: l'Unione europea, i diktat di Finanza e Germania e la necessità di avere possibilità di manovre interne ma gli spazi sembrano restringersi. Grillo ed il M5S traccheggiano incapaci di gestire internamente e esternamente il boom ottenuto. Salvini invece sta portando con successo la Lega nord sul terreno della Le Pen.
Un quadro sociale e politico in ebollizzione come non mai. L'impegno
dovrebbe, quindi, essere profuso in primo luogo sul proposte dirimenti e
nodali, con un livello ideologico elevato e con iniziative conseguenti
piuttosto che su alchimie organizzative.
La lista tsipras, dopo
il risicato successo, si è subito imballata. Priva di un progetto vero e
condiviso, ha messo in mostra la caratteristica della variegata
sinistra italiana: litigiosità frutto dell'autreferenzialità. La
discussione politica non decolla. Il già scarso documento Revelli è
stato in parte peggiorato dal documento Viale fatto di movimentismo ed
antipartitismo. Un approccio fuori dal livello dello scontro nazionale,
europea ed internazionale.
Tutti dicono di essere antiliberisti ma non si comprende in cosa si sostanzi questo antiliberismo se non in una blanda socialdemocrazia ecologico-civica. Poca cosa rispetto alla pesantezza dei problemi. Il fatto è che non siamo in un qualsiasi liberismo ma nel neoliberismo del finanz-capitalismo motivo per cui abbiamo detto che la via socialdemocratica è inefficace.
Il profilo politico-ideologico appare dunque incerto come il futuro dell'aggregazione.
Tutti dicono di essere antiliberisti ma non si comprende in cosa si sostanzi questo antiliberismo se non in una blanda socialdemocrazia ecologico-civica. Poca cosa rispetto alla pesantezza dei problemi. Il fatto è che non siamo in un qualsiasi liberismo ma nel neoliberismo del finanz-capitalismo motivo per cui abbiamo detto che la via socialdemocratica è inefficace.
Il profilo politico-ideologico appare dunque incerto come il futuro dell'aggregazione.
Incerta è anche la prospettiva del modello: un soggetto senza
partiti, una lista-cartello elettorale, un misto fra le varie opzioni
politico-organizzative. Se l'avversione ai partiti è frutto
dell'ideologia e della volontà del ceto politico di Alba di far fuori
gli altri competitori, dall'altra i tantissimi sono “cani sciolti”.
Costoro vogliono legittimamente un soggetto politico e temono di venir
schiacciati dalle forze organizzate. Una soluzione può essere trovata,
ma il modello organizzativo dovrebbe essere conseguenza del profilo
generale che rimane, appunto, incerto.
A rendere il quadro
complicato c'è l'incertezza della legge elettorale che verrà. E sappiamo
quanto conta! L'italicum costringe Sel & soci a stare nel listone
PD o correre da soli. Il mattarellum, non a caso proposto da
Civati/Vendola, ripropone invece le alleanze collegio per collegio dove
vince solo uno ed anche per un solo voto di scarto.
Da questo
punto di vista il quadro rimane aperto con tutte le sue opportunità,
pericolosità, problematiche. Ed anche per questo motivo sarebbe più
opportuno lavorare su di una proposta politica forte e su iniziative
esemplari piuttosto che su tattiche di basso profilo Anche dentro la
stessa discussione per la sinistra unita sarebbe meglio privilegiare i
contenuti piuttosto che il contenitore.
Per quanto ci riguarda,
se affermiamo spesso che siamo alla fase: socialismo o barbarie, il
socialismo dovrebbe essere questione fondamentale. Ma così non è.
Organizziamo convegni sul comunismo senza ricadute. Così la questione
dell'unità dei comunisti viene declamata più per spirito di bandiera e
di differenziazione che per motivazioni reali. Viene posta in modo
burocratico o pensando al Pdci. Soggetto non credibile poiché dimostra
sempre la sua propensione alleantista e la sua insensatezza; vedi la
trasformazione in PCdI (con la “d” piccola per assomigliare al PCI)
segno di anacronismo, arretratezza teorica e culturale.
Eppure il tema esiste. È enorme. Siamo ancora sotto le macerie del muro di Berlino. Ma la gran parte dei comunisti sono cani sciolti e tanti sono da conquistare. A questi bisognerebbe rivolgersi.
Eppure il tema esiste. È enorme. Siamo ancora sotto le macerie del muro di Berlino. Ma la gran parte dei comunisti sono cani sciolti e tanti sono da conquistare. A questi bisognerebbe rivolgersi.
Lo stesso
accade per la questione euro. Posizione che trasversalmente ha visto un
consenso congressuale attorno al 30% ma lì è morta anche per chi la
conteneva nel proprio documento congressuale. Solo ad un anno di
distanza si è deciso l'approfondimento quando il tema è scottante ha già
trovato altri attori.
Eppure gli Stati Uniti d'Europa non si faranno (per fortuna). È sarebbe comunque necessario elaborare un'altra idea per un'Altra Europa invece della bolsa litania della rottura dei trattati. Tutti i trattati salvo quello di Maastricht!?
Eppure gli Stati Uniti d'Europa non si faranno (per fortuna). È sarebbe comunque necessario elaborare un'altra idea per un'Altra Europa invece della bolsa litania della rottura dei trattati. Tutti i trattati salvo quello di Maastricht!?
A partire
da queste premesse penso sia possibile elaborare con il concorso di
tutti una linea unitaria basata su avanzamenti che tengano conto della
realtà.
In questa prospettiva provo ad indicare alcune ipotesi.
In questa prospettiva provo ad indicare alcune ipotesi.
1) Votare un dispositivo in base al quale ogni ordine del giorno
d'impianto generale, per essere valido, deve avere la maggioranza dei
votanti. Mi sembra utile uscire dalla logica della maggioranza
relativa. Con questa norma, nell'ultimo CPN non si sarebbero sommate le
opposizioni, cosa ritenuta discutibile, ma non sarebbe stato approvato
alcuno documento. E ciò costringe tutti ad una inevitabile e necessaria
discussione.
2) La conferenza d'organizzazione si farà carico
di un'elaborazione atta a riorganizzare il partito sulla base di una
propria autonoma linea politica, identità e profilo su: crisi,
prospettiva socialista e transizione; rielaborazione del tema Europa
anche a partire dal convegno già deciso su Europa, l'euro, sovranità
nazionale; programma per salvare l'Italia dal declino morale, etico,
democratico, ambientale ed economico.
3) Definire un gruppo che
elabori un documento per punti/tesi (anche differenziati) di carattere
teorico, ideologico, programmatico per la ricostruzione di un partito
comunista nel XXI secolo con cui aprire una discussione con gli altri
soggetti comunisti, ma soprattutto con i tanti “comunisti sciolti”,
verificando convergenze, e divergenze.
4) Rilanciare l'obiettivo
per la costruzione della più larga aggregazione antiliberista e
anticapitalista su di un programma di alternativa di sistema e di
alternativa al PD. Verificando passo passo i progressi e i punti
raggiunti. Valutando se i livelli raggiunti sono più consoni alla
costruzione di una lista elettorale o un soggetto politico pluralista.
Sperimentando un modo organizzativo che valorizzi e tuteli singoli e
gruppi organizzati. Evitando fughe in avanti che portano, come sappiamo,
a pericolosi rinculi. Non possiamo pensare di fare in un anno quello
che altri hanno realizzato in anni di esperienze. Aderendo, in questa
fase, solo a forme associative qualora siano necessarie a circoscrivere
il perimetro dei partecipanti il processo della lista o del soggetto.
Approvazione con referendum interno dei vari passaggi, compreso la
cessione di sovranità nei vari passaggi elettorali. Consultazioni che
devono avvenire con tempistiche tali da permettere decisioni effettive, e
con quesiti trasparenti e non tartufeschi. Il partito in ogni caso deve
essere sempre pronto anche a presentazioni elettorali autonome qualora
la situazione lo richieda.
5) Stabilire come regola la non partecipazione, dai capoluogo di provincia in su, ad alleanze con il PD, poiché questo è da tempo giusto e in quanto è l'unica base comune per costruire un soggetto dell'alternativa. Qualora una Federazione o un Regionale ritengano essere necessaria l'alleanza per motivi eccezionali, il consenso viene chiesto alla Direzione Nazionale. Là dove le federazioni decidano, utilizzando legittimamene lo statuto, in senso opposto e senza consenso, la segreteria nazionale ed il CPN sono tenuti ad operare affinché la scelta venga cambiata esprimendo comunque il dissenso sulla medesima
5) Stabilire come regola la non partecipazione, dai capoluogo di provincia in su, ad alleanze con il PD, poiché questo è da tempo giusto e in quanto è l'unica base comune per costruire un soggetto dell'alternativa. Qualora una Federazione o un Regionale ritengano essere necessaria l'alleanza per motivi eccezionali, il consenso viene chiesto alla Direzione Nazionale. Là dove le federazioni decidano, utilizzando legittimamene lo statuto, in senso opposto e senza consenso, la segreteria nazionale ed il CPN sono tenuti ad operare affinché la scelta venga cambiata esprimendo comunque il dissenso sulla medesima
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