Per noi che siamo
estranei alla logica iconoclasta e della tabula rasa del grillismo (una
logica primitiva perché attribuisce tutte le colpe alle deviazioni
soggettive e non alle condizioni oggettive del sistema), per noi che
consideriamo la politica ed il fare politica parole e funzioni nobili e
non qualcosa di cui ci si debba vergognare ben venga il contributo di
idee e di esperienze da parte di chi (purché immune da accuse di
corruzione e malversazione) ha riconosciuto gli errori commessi in
passato stando dentro le Istituzioni rappresentative, negli organi
dirigenti dei partiti, alla guida di Enti Locali.
Ad una condizione però:
che costoro rinuncino alle poltrone di prima fila ed accettino di dare
il proprio contributo, almeno per un po' di tempo, stando nell'ombra e
nelle retrovie.
Chi ci ha ficcato
irresponsabilmente nella trappola dell'euro (Prodi), chi parlava
amichevolmente al telefono con gli inquinatori dell'ILVA (Vendola), chi
votava il pareggio di bilancio in Costituzione pur essendone consapevole
degli effetti nefasti (Fassina), chi ha votato ieri la fiducia ai
governi Monti e Letta e tanto più a chi la concede ancora oggi a Renzi e
resta nel suo partito, chi è vigliaccamente sfuggito dai ruoli di
responsabilità e di battaglia politica per accomodarsi in poltrone
comode e ben retribuite (Cofferati) non ha alcun titolo per candidarsi
ad un ruolo di direzione nella costruzione dell'Alternativa.
Francamente lascia basiti apprendere che vi sia chi ritiene, come Il Manifesto,
che si ricostruisce la Sinistra tirando fuori dall'armadio il già
sindaco sceriffo Cofferati per le primarie in Liguria (bisognerebbe
chiamarlo “Ti piace vincere facile”), a cui guarderebbero con favore
addirittura Rifondazione e Lista Tsipras, o con la convention sellina
di Human Factor (nome
di per sé infelice rievocando un famoso format della tv dei ricchi) che
vuole ripartire, se sono corrette le cronache giornalistiche, da Prodi e
Civati.
Peraltro la concomitanza
temporale di Human Factor con l'avvio del percorso di trasformazione
della Lista Tsipras in Soggetto Politico sta a segnare la scelta di SEL
di stare, insieme ai 'dissidenti' piddini, dentro il centrosinistra.
Visto che oggi si parla
tanto del ruolo assunto da Podemos e Syriza ricordiamoci che uno dei
punti fondamentali della loro ascesa politica (e ciò vale anche per il
Movimento 5 Stelle di Grillo) sta nell'affermazione di una estraneità e
di una diversità senza mediazioni nei confronti del sistema e di chi vi
ha avuto e di chi vi ha responsabilità di governo.
Il minoritarismo non sta
nel costruire un progetto – trasparente, coerente, onesto – partendo da
posizioni necessariamente di debolezza. Il minoritarismo sta
nell'offrire la copertura del fianco sinistro di una coalizione che
persegue e rappresenta interessi antipopolari ed antisociali in cambio
di qualche poltrona e nell'impossibilità di incidere nelle decisioni
fondamentali di governo.
“Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” diceva Che Guevara.
Può fare molto di più
per le condizioni delle masse popolari una forte opposizione sociale,
culturale e se possibile nelle Istituzioni che una ininfluente
partecipazione alla maggioranza di governo con il 2 o il 3 per cento dei
voti, perdendo ogni residua credibilità nel rivelarsi complici del
sistema. Se si sceglie questa seconda strada non sorprendiamoci se le
persone di Sinistra si astengono o votano Grillo o Salvini.
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