di Tommaso Fattori
Dall’8 all’11 novembre a Firenze si
tiene l’incontro europeo “Firenze 10+10. Unire le forze per un’altra
Europa”: movimenti, sindacati e associazioni di tutta Europa si
scambieranno esperienze e proporranno le alternative alle politiche che
hanno portato l’Europa alla crisi. Un appuntamento da non perdere.
Mai lasciarsi sfuggire l’occasione
offerta da uno shock sistemico per portare a compimento la rivoluzione
neoliberista, secondo il suggerimento di Milton Friedman.
Mentre “mercati” e “tecnici” insistono
fantasiosamente nel propagandare crisi e debiti pubblici come l’effetto
di un’eccessiva spesa sociale e di un insostenibile costo del lavoro,
assistiamo alla “strana morte mancata del neoliberismo” (Crouch), vera
causa del disastro economico, sociale ed ambientale in cui siamo
immersi. Nel frattempo i poteri economico-finanziari utilizzano la crisi
per annientare i diritti sociali e del lavoro e per privatizzare beni
comuni e servizi pubblici. La crisi finanziaria e bancaria, trasformata
in crisi del debito pubblico, si è ulteriormente tradotta in crisi, anzi
in agonia, della tradizionale democrazia rappresentativa, in un quadro
nel quale persino i referendum popolari possono essere impediti senza
scandalo (Grecia) o tollerati a patto di lasciarne in buona parte
disatteso il risultato (Italia). Attraverso il fiscal compact e il six
pack le classi dirigenti europee stanno a loro volta utilizzando la
crisi per concentrare i poteri decisionali sulle politiche pubbliche, a
partire da quelle fiscali, nelle mani di un’oligarchia priva di
legittimazione democratica diretta, solerte portavoce dei mercati
finanziari: Commissione, Bce, tecnocrazia. Una rivoluzione silenziosa
dall’alto, nella quale, dietro lo sbriciolamento delle vecchie
istituzioni rappresentative nazionali, non si intravede nessuna forma di
nascente democrazia sovranazionale.
Una simile situazione richiede una forte
e urgente risposta sociale su scala continentale. Iniziative e lotte
non mancano, in varie parti d’Europa, ma rischiano di rimanere
inefficaci perchè incapaci di incidere sulla dimensione che decide delle
nostre vite: la dimensione europea del fiscal compact e delle politiche
di austerità; più in generale, la dimensione sovranazionale in cui si
muove il finanzcapitalismo e dove si è inesorabilmente spostato il
conflitto fra capitale e lavoro, ambiente, beni comuni. Se ogni
movimento resta confinato nello spazio nazionale e nella difesa del suo
singolo pezzetto, se ciascuno resta chiuso nella propria crisi,
difficilmente ne verremo a capo mentre populismo, estrema destra e
xenofobia si rafforzeranno sempre più, con esiti prevedibili. In
direzione opposta possiamo tentare di unire le forze per un’Europa dei
diritti e dei beni comuni, mostrando che esiste un demos europeo più
forte dell’Europa dei “mercati” e della Bce. Firenze 10+10 vuol
contribuire all’elaborazione di una strategia comune dei movimenti in
tutto il continente, capace di guardare al prossimo decennio (+10) e non
solo all’immediato domani. Firenze vuol contribuire a ricostruire le
precondizioni di una mobilitazione paneuropea coordinata ed efficace, in
grado di opporre un processo costituente dal basso alla rivoluzione
oligarchica dall’alto e un nuovo patto di cittadinanza al fiscal
compact.
Sono cinque le aree individuate per la
costruzione di alleanze, nei quattro giorni di incontri (8-11 novembre
2012): democrazia; austerità, finanza e debito; lavoro e diritti
sociali; beni comuni e servizi pubblici; Europa nel mondo. Pur nelle
differenze, reti e movimenti sociali condividono oggi più di ieri alcuni
elementi fondamentali dell’alternativa, come dimostrano i numerosi
documenti simili elaborati negli ultimi anni. A queste proposte e
rivendicazioni occorre però dar più solide gambe sociali, uscendo dalla
frammentazione attuale, coinvolgendo nuove forze ed individuando
consensualmente alcune azioni o iniziative da poter fare tutti assieme.
A Firenze confluiranno i “vecchi”
movimenti altermondialisti e attivisti dei nuovi movimenti sociali –
acqua e beni comuni, occupy e indignados – ci saranno gli operai e le
reti di “economisti critici”, gli ecologisti e le femministe, i No Tav e
i loro “gemelli” europei che si battono contro le grandi opere inutili e
imposte, sindacati di base e confederali, studenti e migranti, le reti
per una nuova finanza pubblica e contro il dogma del debito, il mondo
dell’associazionismo e del volontariato. Vi confluiranno processi come
la Joint Social Conference e Un’altra strada per l’Europa. L’elenco
delle adesioni è lunghissimo: centinaia di movimenti ed organizzazioni
che vanno dall’Islanda alla Grecia, dalla Russia al Portogallo, con
delegazioni dall’Est Europa, dal sud del Mediterraneo e dai paesi delle
primavere arabe (Tunisia, Marocco, Egitto e Siria).
Novembre è alle porte e Firenze 10+10 è
stato organizzato in tempi molto brevi, con grande sforzo collettivo,
data l’urgenza del momento. I nostri nemici – i grandi poteri
economico-finanziari e le tecnocrazie – sono molto veloci, mentre noi
rischiamo di essere troppo lenti e frammentati per poter affrontare
efficacemente questo stato d’emergenza: ripartiamo insieme da Firenze,
unendo le forze per un’altra Europa.
Per il Comitato organizzatore Firenze 10+10, www.firenze1010.eu
Il programma di Firenze 10+10
Alla Fortezza da basso di Firenze,
l’appuntamento si apre l’8 novembre con una serie di incontri paralleli
promossi dalle centinaia di organizzazioni partecipanti. Venerdi 9
novembre in mattinata un grande incontro sulle alternative economiche,
promosso da Sbilanciamoci!, Un’altra strada per l’Europa, Economistes
Atterrés francesi e Euromemorandum, che metteranno in rete le attività
in corso sulle politiche economiche europee e presenteranno poi in
plenaria un documento comune. Nel pomeriggio di venerdi è di scena la
democrazia, con una discussione sulle strade per ridare potere ai
cittadini, dalle raccolte di firme sulle Iniziative dei cittadini
europei, all’idea di una Convenzione costituzionale che parta dal basso.
Sabato e domenica si terranno altre sessioni parallele e le plenarie
per decidere le iniziative comuni come quelle proposte dalla rete
AlterSummit e dalla Joint Social Conference, che raccoglie associazioni e
sindacati europei.
Molte le tematiche affrontate: austerità
e debito, beni comuni, l’Europa e il mondo, la democrazia. Ci saranno
incontri promossi da Re:Common sulla green economy, da Seattle to
Brussels sul commercio mondiale, dai No Tav sulle grandi opere, dai
movimenti europei per l’acqua sui beni comuni, da Attac di diversi
paesi, Espace Marx e Transform sulla crisi, da Via Campesina sulla
sovranità alimentare, da Cgil, Fiom e sindacati francesi e spagnoli sul
lavoro, dall’Arci e l’associazionismo europeo sulla partecipazione.
Sull’austerità sono previste iniziative
del Corporate Europe Observatory, Transnational Institute, il Cadtm e la
rete contro il debito e poi ancora incontri sulla cooperazione allo
sviluppo, l’ecologia, la cultura, promosso dalla Rete della conoscenza.
Sulla democrazia – un tema chiave per Firenze – si saranno attività
proposte da European Alternatives, dai Social Forun di Ungheria,
Repubblica Ceca e Austria, dal Movimento federalista europeo e ancora
diversi incontri su pace e conflitti, con la partecipazione di movimenti
per la pace da tutta Europa. Il programma dettagliato sarà presto
disponibile sul sito dell’incontro, dove si possono già registrare sia i
singoli partecipanti che le organizzazioni: www.firenze1010.eu.
redazione@sbilanciamoci.info
info@firenze1010.eu
www.firenze1010.eu
facebook: Firenze10+10
twitter: Firenze1010
da Sbilanciamoci
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