A decine di migliaia studenti e professori hanno
invaso il centro di Roma manifestando fin sotto il Ministero di Viale
Trastevere contro i tagli del governo alla scuola pubblica.
''Siamo 30mila''. Lo hanno gridato da un megafono alcuni degli
organizzatori del grande corteo di studenti, docenti e genitori che
intorno alle 18 di oggi ha invaso Viale Trastevere dopo aver percorso le
vie del centro di Roma. I manifestanti urlando ripetutamente slogan
come 'Scuola pubblica', 'La scuola non si tocca la difenderemo con la
lotta' hanno occupato anche la scalinata del Ministero dell’Istruzione,
difeso da un ingente schieramento di polizia in assetto antisommossa.
Mentre salivano i gradini in mezzo al fumo sprigionato da alcuni fumogeni colorati gli studenti hanno urlato più volte “Dimissioni, dimissioni” all’indirizzo del Capo del Governo e dell’inquilino del palazzo di Viale Trastevere.
Tra i cartelli esposti 'Contro il ddl Aprea di rivolte una marea', 'L'istruzione non è una merce, la scuola non è un'azienda', "Monti Profumo la vostra austerità ci toglie futuro e dignità', oppure ancora ''il Profumo dell'austerità ci nausea'', ''Io sono Choosy nei confronti dei tagli''.
In un primo momento la destinazione del corteo partito dopo le 15 da Piazza Esquilino e aperto da un grande striscione con su scritto "Docenti e studenti né servi né clienti. Dignità e futuro per la scuola", avrebbe dovuto essere piazza Santi Apostoli ma, come annunciato dagli stessi organizzatori, il serpentone ha 'cambiato destinazione' ottenendo un prolungamento del percorso fino al dicastero di Profumo.
Tra i cori urlati dal lungo serpentone ''Monti e Profumo i professori veri promuovono la scuola non salvano i banchieri'', ''Monti e Profumo sarete pure illuminati ma a fare i conti sulla scuola siete somari'', ''Profumo fuori te ne devi annà ''.
In piazza contro la Legge Aprea e i tagli, ma anche contro il concorsone truffa, gli accorpamenti delle classi e degli istituti, per il rinnovo dei contratti degli insegnanti scaduti nel 2009. Motivazioni elencate e spiegate direttamente dal Coordinamento Scuola di Roma che “ribadisce la volontà degli istituti di rimanere in mobilitazione finché gli articoli riguardanti la scuola nella legge di stabilità non saranno definitivamente cassati”. “Una grande manifestazione di oltre 30.000 fra studenti, genitori, insegnanti, sereni e determinati, che ha ribadito con forza la piattaforma del Coordinamento delle Scuole a cui USB ha aderito sin dal primo momento”, così Barbara Battista, dell’USB , descrive il corteo sfilato oggi pomeriggio nelle vie della capitale dove, come in altre città d’Italia, ci si è mobilitati in tanti per la Scuola Statale. Nelle manifestazioni di Roma, Milano e Bologna, la USB Scuola ha raccolto fondi per la Cassa di Resistenza destinata ai lavoratori dell’ILVA, in sciopero da 11 giorni ed in corteo oggi a Taranto, ai quali sono andati gli applausi ed il sostegno concreto dei lavoratori della Scuola.
“Per il Governo abbiamo una proposta – annuncia Battista - vogliamo che il miliardo e seicento milioni destinato alle imprese ed all’aumento della contrattazione aziendale, previsto nell’accordo di produttività che Cgil Cisl Uil stanno contrattando, venga invece destinato a Scuola e Sanità. Un cambio destinazione di risorse che, oltretutto, sarebbe a parità di saldo”.
Quello del governo Monti è uno dei tagli più draconiani mai fatti al sistema pubblico dell'istruzione, ben 1 miliardo in meno di spesa. Un provvedimento che mette a rischio ben 30mila insegnanti precari e alcune migliaia di ATA.
Mentre salivano i gradini in mezzo al fumo sprigionato da alcuni fumogeni colorati gli studenti hanno urlato più volte “Dimissioni, dimissioni” all’indirizzo del Capo del Governo e dell’inquilino del palazzo di Viale Trastevere.
Tra i cartelli esposti 'Contro il ddl Aprea di rivolte una marea', 'L'istruzione non è una merce, la scuola non è un'azienda', "Monti Profumo la vostra austerità ci toglie futuro e dignità', oppure ancora ''il Profumo dell'austerità ci nausea'', ''Io sono Choosy nei confronti dei tagli''.
In un primo momento la destinazione del corteo partito dopo le 15 da Piazza Esquilino e aperto da un grande striscione con su scritto "Docenti e studenti né servi né clienti. Dignità e futuro per la scuola", avrebbe dovuto essere piazza Santi Apostoli ma, come annunciato dagli stessi organizzatori, il serpentone ha 'cambiato destinazione' ottenendo un prolungamento del percorso fino al dicastero di Profumo.
Tra i cori urlati dal lungo serpentone ''Monti e Profumo i professori veri promuovono la scuola non salvano i banchieri'', ''Monti e Profumo sarete pure illuminati ma a fare i conti sulla scuola siete somari'', ''Profumo fuori te ne devi annà ''.
In piazza contro la Legge Aprea e i tagli, ma anche contro il concorsone truffa, gli accorpamenti delle classi e degli istituti, per il rinnovo dei contratti degli insegnanti scaduti nel 2009. Motivazioni elencate e spiegate direttamente dal Coordinamento Scuola di Roma che “ribadisce la volontà degli istituti di rimanere in mobilitazione finché gli articoli riguardanti la scuola nella legge di stabilità non saranno definitivamente cassati”. “Una grande manifestazione di oltre 30.000 fra studenti, genitori, insegnanti, sereni e determinati, che ha ribadito con forza la piattaforma del Coordinamento delle Scuole a cui USB ha aderito sin dal primo momento”, così Barbara Battista, dell’USB , descrive il corteo sfilato oggi pomeriggio nelle vie della capitale dove, come in altre città d’Italia, ci si è mobilitati in tanti per la Scuola Statale. Nelle manifestazioni di Roma, Milano e Bologna, la USB Scuola ha raccolto fondi per la Cassa di Resistenza destinata ai lavoratori dell’ILVA, in sciopero da 11 giorni ed in corteo oggi a Taranto, ai quali sono andati gli applausi ed il sostegno concreto dei lavoratori della Scuola.
“Per il Governo abbiamo una proposta – annuncia Battista - vogliamo che il miliardo e seicento milioni destinato alle imprese ed all’aumento della contrattazione aziendale, previsto nell’accordo di produttività che Cgil Cisl Uil stanno contrattando, venga invece destinato a Scuola e Sanità. Un cambio destinazione di risorse che, oltretutto, sarebbe a parità di saldo”.
Quello del governo Monti è uno dei tagli più draconiani mai fatti al sistema pubblico dell'istruzione, ben 1 miliardo in meno di spesa. Un provvedimento che mette a rischio ben 30mila insegnanti precari e alcune migliaia di ATA.
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