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Da quel 14 dicembre, in cui contro la fiducia algoverno Berlusconi che imponeva la riforma Gelmini esplodeva la rabbia di una generazione, sembra passata un’era geologica: è arrivato il memorandum della Bce, Berlusconi non c’è più e il governo tecnico sembra avere anestetizzato la capacità di mobilitazione dei movimenti che si proveranno a sintonizzare con quello che accadrà negli altri paesi PIIGS.
Ventiquattro ore di sciopero in Portogallo e Spagna, uno sciopero di 48 ore in Grecia (il 15 è attesa l’approvazione del nuovo memorandum europeo): qui nelle piazze alle sigle sindacali si affiancheranno i movimenti indignados e occupy.«Mentre il dibattito politico nel paese è tutto schiacciato sulle elezioni arriva un segnale positivo – dichiara Luca Spadon portavoce della rete universitaria Link – Un salto di qualità nella mobilitazione europea, per la prima volta speriamo di vedere mobilitazioni coordinate in tutto il continente. In Italia questa indicazione è stata accolta per fortuna da tutte le sigle e le anime dei movimenti studenteschi: speriamo di vedere le piazze piene».
A inizio novembre a Madrid attivisti e reti sociali e studentesche si sono incontrate da tutta Europa per discutere di come rispondere alle politiche della Bce e della troika, di come immaginare un Europa diversa a partire dai beni comuni e da una nuova democrazia contro la dittatura della finanza.
Tra le più nutrite la delegazione italiana, all’ordine del giorno propriola data del 14 novembre: «Bloccheremo la città per riprenderci uno sciopero che ci viene negato non solo dalla nostra condizione di precari ma anche dalla timidezza, se non la complicità dei sindacati – racconta Simone dell’Assemblea di Medicinadella Sapienza – Punteremo poi sui palazzi del governo per accerchiarli come accadrà incontemporanea a Lisbona, Madrid e Atene.Proprio come in tutti gli altri paese d’Europa vorremmo che il diritto a manifestare sotto i palazzi del potere sia garantito». A trainare le mobilitazioni in questa prima parte d’autunno soprattutto gli studenti delle scuole medie superiori, soprattutto nella capitale, che con idocenti di stanno battendo contro il disegno di Legge Aprea.
A Napoli la mobilitazione culminerà il 14 con un corteo da Piazza del Gesù ma imovimenti della città saranno in piazza già dal 12 e dal 13 per contestare il “Vertice intergovernativo sull’apprendistato e il lavoro” tra Germania e Italia, dove è atteso il ministro Profumo e il ministro Fornero con la sua omologa tedesca Ursula von der Leyen. A Torino la mobilitazione degli studenti, che in quest’ultimo anno si è molto intrecciata anche alla battaglia dei No Tav, parte dallo sgombero dello studentato occupato “Verdi 15” a cui sonoseguite cariche e scontri.
Anche a Milano studenti medi e universitari sfileranno assieme,«il nostro obiettivo è generalizzare lo sciopero, bloccare la città e individuare le politiche europee e il governo Monti come responsabili della nostra condizione di precarietà e d’impoverimento, della scomparsa graduale del diritto allo studio, della privatizzazione dei saperi» .
Che stia per arrivare una nuova onda? Il prossimo mercoledì sarà un buon banco di prova per il movimento che prova a ripartire con parole d’ordine sempre più radicalizzate dall’acuirsi della crisi e dalla mancanza d’interlocutori e risposte nel mondo politico e sindacale.
Valerio Renzi - Pubblico
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