Cari compagni e compagne,
vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e comitati – si sono battuti contro le politiche liberiste – e negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
vi scrivo nel giorno in cui Ingroia ha sciolto le riserve sulla sua candidatura e si è ufficialmente candidato a presidente del consiglio per una lista che si chiama rivoluzione civile. Si tratta di un risultato positivo in se perché vuol dire che alle prossime elezioni vi sarà una lista a sinistra della coalizione de democratici e progressisti, su posizioni chiaramente antiliberiste e antimontiane. La possibilità di portare in parlamento una delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e comitati – si sono battuti contro le politiche liberiste – e negli ultimi mesi con le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e si tratta di un risultato di grande portata. Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
A questo percorso abbiamo lavorato da mesi, all’interno del percorso
aperto dall’appello cambiare si può e – da quando Ingroia ha fatto il
suo appello – anche con le forze che si sono raccolte attorno a io ci
sto, lavorando per unificare questi due percorsi.
In particolare abbiamo posto il tema della collocazione politica,
chiedendo di sciogliere ogni ambiguità nel rapporto con il pd, cosa
puntualmente avvenuta anche nella conferenza stampa di Ingroia di
stamattina. In secondo luogo abbiamo chiesto ed ottenuto – rispetto al
primo programma presentato da Ingroia – che vi fossero inseriti con
assoluta chiarezza il no alle grandi opere a partire dalla TAV, il no al
fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle
questioni sociali e del lavoro. In pratica una qualificazione chiara in
senso antiliberista della lista stessa. Questo è avvenuto e quindi il
problema della collocazione e del programma della lista si è risolto
positivamente nella direzione da noi auspicata.
Per quanto riguarda il simbolo, trattandosi di una lista di coazione
non contiene alcun simbolo di partito ma – per quanto ci riguarda – ha
una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione del
“quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo. La scritta
Ingroia al centro del simbolo – che certo è al di fuori della nostra
tradizione e cultura politica – si rende necessaria dati i tempi
strettissimi che abbiamo per far conoscere il simbolo a qualche decina
di milioni di persone e quindi conseguire il risultato. In ogni caso noi
faremo propaganda come Rifondazione Comunista invitando a votare la
lista “rivoluzione civile”.
Per quanto riguarda la candidatura del sottoscritto – che come sapete
non avevo mai posto come questione dirimente, in quanto consideravo la
costruzione della lista il punto principalissimo e centrale a cui
sacrificare ogni altra considerazione – la scelta di Ingroia è quella di
avere la candidatura dei segretari di partito come riconoscimento del
passo indietro fatto attraverso la non presentazione dei simboli in
campagna elettorale. Proprio sulla questione della candidatura dei
segretari di partito la delegazione nominata dall’assemblea nazionale di
cambiare si può (Revelli, Pepino e Sasso) ha marcato un dissenso molto
forte che adesso viene posto in votazione all’interno della rete di
cambiare si può.
Nei prossimi giorni proseguiranno quindi gli incontri e nel CPN del 5
decideremo in via definitiva su tutte le materie riguardanti queste
prossime elezioni.
Credo che abbiamo fatto un decisivo passo nella direzione giusta che
stiamo perseguendo da mesi: Occorre continuare a lavorare per allargare
le forze che concorrono alla lista a partire dall’obiettivo del pieno
coinvolgimento di “Cambiare si può”.
Un caro saluto
Paolo Ferrero
Ho letto, apprezzo la volontà di coesistere con varie anime per il "bene comune", leggo la presa di posizione in merito al no alle grandi opere a partire dalla TAV, il no al fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali e del lavoro, ma gradirei che si prendessero impegni precisi in merito alla questione dell'abietta, ingiusta, iniqua, criminale, letale riforma delle pensioni targata Fornero, sia per i sottodata sia per le generazioni a venire, condannate da subito in proiezione ad una vecchia povera, indigente, malsana. Aspetto, e come me attende una vasta platea fatta da un oceano di trombati semplici che si stanno organizzando in associazioni e movimenti, che nonostante il percorso sia irto di ostacoli, ha la ferma intenzione di non consentire l'esecuzione della mattanza decisa dalla banda Monti&Fornero per sedare i mercati, come tutti sappiamo i tagli lineari effettuati hanno rimarcato e pesantemente una ulteriore allargamento della forbice, una classe media oggi diventata povera e una casta che non ha dovuto rinunciare a niente, anzi sempre più ricca, desideriamo, aneliamo a GIUSTIZIA!!!
RispondiEliminaQUASI TUTTE LE FORZE CHE ADERISCONO A "RIVOLUZIONE CIVILE" HANNO PROMOSSO IL REFERENDUM PER L'ABROGAZIONE DELLA RIFORMA DELLE PENSIONI DELLA FORNERO. LO SCIOGLIMENTO DEL PARLAMENTO HA IMPEDITO LA POSSIBILITA' DI VOTARE IN PROPOSITO. COMUNQUE SONO CERTO CHE QUESTA SARA' UNA BATTAGLIA CHE SARA' RIPRESA CON FORZA.
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