mercoledì 26 dicembre 2012

ESSERE COMUNISTI di Giuseppe Bellanova

Sull'essere comunista e sui compagni di strada vi propongo un mio scritto di qualche anno fa. Al di fuori e al di sopra delle polemiche attuali, ci dà la via da seguire.
 
ETICI, ERETICI, PROFETICI
Chi sceglie di essere comunista, in realtà intraprende un cammino.
Un cammino ricco di ostacoli, deviazioni, incomprensioni, tradimenti, bassezze di uomini “piccoli”, ma anche un cammino verso la propria realizzazione come essere umano.
Comunista non si nasce, comunista spesso non si riesce a diventare nell’arco di una vita.
Essere comunisti non è qualcosa che ti viene naturale; per essere comunisti si deve vincere l’egoismo, si deve vincere la pigrizia, si deve vincere la paura, si devono vincere i pregiudizi e le convenzioni. Si deve accettare il confronto delle idee, si deve comprendere e tollerare talvolta i difetti degli altri, ci si deve fermare per sostenere chi non regge il passo o chi perde la strada.

Essere comunisti significa essere tre volte etici.
Essere etici: ovvero avere un proprio codice morale, non importa da quale tipo di formazione culturale, civile o religiosa.
Essere sempre eretici: ovvero non accettare passivamente un’idea o uno stile di vita imposto da altri solo perché è quello più seguito, o per ricavarne vantaggi. Essere eretici significa non rinunciare mai alla propria libertà di giudizio anche quando questa ha dei costi o non è compresa neppure dai propri compagni. Significa anche saper ammettere i propri errori quando li si comprende.
Essere profetici: ovvero saper capire il mondo che ci circonda e progettare quello futuro. Avere la capacità di pensare in grande, non ristretti all’oggi, alle situazioni contingenti, ma saper vedere una via d’uscita per abolire lo stato di cose presente e sostituirvi senza forzature un mondo migliore.

Non vorrei spaventare, soprattutto quei giovani che si affacciano per la prima volta a un impegno civile, ma anzi stimolarli con quella che è un sana sfida con se stessi. Vincere questa sfida significa che veramente “un altro mondo è possibile”.

Il cammino verso un altro mondo possibile prevede molte tappe e non c’è da scandalizzarsi se qualcuno non riesce o non se la sente di percorrerle tutte, l’impegno civile non è un’esclusiva dei comunisti, e neppure la generosità o la solidarietà lo sono. Neppure i simboli sono una garanzia, in quanto spesso questa “società dell’immagine” li travisa in icone come nel caso del Che la cui immagine viene talvolta usurpata dai giovani di destra.

Ciò che distingue i comunisti è la volontà di abolire lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.

Noi liberamente in cammino per essere comunisti oggi, liberi dai fantasmi dello stalinismo e dagli esempi di un “socialismo reale” importante storicamente, ma mal realizzato, possiamo rilanciare la sfida in termini nuovi.
Oggi più che mai il mondo conosce fenomeni di sfruttamento, guerre, prepotenza dei forti sui deboli, divisione iniqua delle risorse tra i popoli e tra i ceti sociali ritornati prepotentemente alla ribalta. Oggi più che mai c’è bisogno di comunisti senza se e senza ma.
Chiunque intraprenda questa lunga strada, da qualsiasi tappa provenga è perciò un nostro compagno e, se anche deciderà di fermarsi ad un certo punto del cammino, avrà contribuito a rendere più vicino un “altro mondo possibile”.

Giuseppe Bellanova

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