L'assemblea "Cambiare si Può" veneziana riunitasi il 30/12/2012 presso l'auditorium Antonio Lippiello
a Mestre, ritiene positivo che Antonio Ingroia abbia sciolto le riserve
sulla sua candidatura a presidente del consiglio per una lista che si
chiama "Rivoluzione civile". È un risultato positivo che alle prossime
elezioni vi sia una lista a sinistra della coalizione dei democratici e
progressisti, su posizioni di chiara discontinuità con le politiche
liberiste del Governo Monti. La possibilità di portare in parlamento una
delegazione di coloro che in questi anni – partiti, associazioni e
comitati - si sono battuti contro le politiche liberiste - e negli
ultimi mesi contro le politiche di Monti – è oggi alla portata di mano e
si tratta di un risultato di grande valore.
Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
È importante sia stata chiarita ogni ambiguità nella collocazione politica, che sia stato espresso un no chiaro alle grandi opere contro la volontà dei territori, a partire dalla TAV, il no al fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali, del lavoro e dell'antifascismo.
Per quanto riguarda il simbolo della lista “rivoluzione civile”, che non contiene alcun simbolo di partito ma ha una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione del “quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo, sottolineiamo la scelta "estranea" alla tradizione e cultura politica della sinistra italiana di comprende la scritta "Ingroia" al centro del simbolo - riteniamo sia giustificabile solo alla luce dei tempi strettissimi che abbiamo per far conoscere il simbolo a qualche decina di milioni di persone e quindi conseguire il miglior risultato. Chiediamo di lavorare, quantomeno, per rivedere le proporzioni grafiche all'interno del simbolo, riducendo le dimensioni del nome di Ingroia e aumentando quelle del nome della lista.
Si chiede che nella definizione delle candidature ci si concentri, più che sui criteri con cui escludere a priori, sui criteri "in positivo" e sulle priorità, dando precedenza a candidature rappresentative socialmente dei conflitti, delle lotte e delle vertenze, e quindi scelta ad ampio raggio tra compagne/i attivisti di associazioni e movimenti, militanti ed esponenti di partito protagonisti delle molteplici mobilitazioni. Chiediamo che venga fatto valere il criterio della democrazia, della orizzontalità, del più elevato grado di rinnovamento possibile, anche arrivando a valutare l'opportunità di un passo indietro da parte degli apparati burocratici dei partiti, del collegamento con le realtà territoriali e della trasparenza nella definizione delle candidature, della parità di genere e generazionale.
Tutto ciò considerato l'assemblea chiede che, pur tenendo conto delle significative difficoltà e contraddizioni di questo percorso, si propone di proseguire con celerità alla formazione di una lista comune con candidato Antonio Ingroia e la presenza delle proposte programmatiche dell'appello "Cambiare si può".
Noi pensiamo che questo sia il punto fondamentale e che a partire da questo risultato – tutt’altro che scontato – occorra dare una valutazione positiva del risultato raggiunto.
È importante sia stata chiarita ogni ambiguità nella collocazione politica, che sia stato espresso un no chiaro alle grandi opere contro la volontà dei territori, a partire dalla TAV, il no al fiscal compact ed in generale una decisa messa al centro delle questioni sociali, del lavoro e dell'antifascismo.
Per quanto riguarda il simbolo della lista “rivoluzione civile”, che non contiene alcun simbolo di partito ma ha una chiaro riferimento al movimento operaio nella riproduzione del “quarto stato” in rosso nella parte bassa del simbolo, sottolineiamo la scelta "estranea" alla tradizione e cultura politica della sinistra italiana di comprende la scritta "Ingroia" al centro del simbolo - riteniamo sia giustificabile solo alla luce dei tempi strettissimi che abbiamo per far conoscere il simbolo a qualche decina di milioni di persone e quindi conseguire il miglior risultato. Chiediamo di lavorare, quantomeno, per rivedere le proporzioni grafiche all'interno del simbolo, riducendo le dimensioni del nome di Ingroia e aumentando quelle del nome della lista.
Si chiede che nella definizione delle candidature ci si concentri, più che sui criteri con cui escludere a priori, sui criteri "in positivo" e sulle priorità, dando precedenza a candidature rappresentative socialmente dei conflitti, delle lotte e delle vertenze, e quindi scelta ad ampio raggio tra compagne/i attivisti di associazioni e movimenti, militanti ed esponenti di partito protagonisti delle molteplici mobilitazioni. Chiediamo che venga fatto valere il criterio della democrazia, della orizzontalità, del più elevato grado di rinnovamento possibile, anche arrivando a valutare l'opportunità di un passo indietro da parte degli apparati burocratici dei partiti, del collegamento con le realtà territoriali e della trasparenza nella definizione delle candidature, della parità di genere e generazionale.
Tutto ciò considerato l'assemblea chiede che, pur tenendo conto delle significative difficoltà e contraddizioni di questo percorso, si propone di proseguire con celerità alla formazione di una lista comune con candidato Antonio Ingroia e la presenza delle proposte programmatiche dell'appello "Cambiare si può".
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