Alla vigilia dell'assemblea nazionale un appello chiede che pari dignità per chi partecipa al percorso del quarto polo.
Mentre il cinema Capranica è già pieno mezz'ora prima che cominci la
kermesse di Ingroia, De Magistris e Orlando (e alla vigilia di , in
redazione ci giunge un appello che facciamo circolare.
"Siamo alcuni dei 15mila partecipanti alle assemblee di Cambiare si può. Siamo militanti di base, senza incarichi di direzione e abbiamo scelto di firmarci senza cognome perché ciascuno di voi possa riconoscere migliaia di persone simili a noi, i vostri compagni di lotte, il vostro vicino del Teatro Vittoria, quello che gli sfila a fianco lungo i sentieri della Clarea o nelle strade delle città.
Crediamo che, nel percorso di costruzione di Cambiare si può tutti sono uguali, non deve esserci alcuna differenza tra chi ha tessere di partito e chi no, l'unica differenza è tra chi si è opposto al governo Monti e sta nei movimenti sociali e chi no. Le candidature e i punti di programma vengano scelte con l'unico criterio che renda pari dignità a chi lavora nei movimenti e nelle vertenze sociali con o senza una tessera di partito: una testa un voto.
Solo in questo modo si può valorizzare l'esperienza delle assemblee locali ed espandere ulteriormente la partecipazione a questo tentativo di riprendersi il diritto alla rappresentanza politica del 99% della popolazione con sperimentazioni di reale democrazia partecipata.
Una testa un voto anche per sottrarre il programma e la composizione della lista sia agli accordi di vertice fra le segreterie dei partiti, sia all'impianto altrettanto elitario di chi contrappone la società civile alla militanza politica e all'attivismo sociale immaginando ruoli di garanzia "tecnici". Di "tecnici" bastano quelli che hanno inventato il fiscal compact! Cambiare si può ma se nessuno è più uguale degli altri."
- Patrizia , attivista No Tav, iscritta a un partito, Rsu nel proprio posto di lavoro
- Simone , studente liceale, senza tessere, occupante di centro sociale, tesserato Arci
- Remo , giornalista free lance, militante di un piccolo partito, membro di diversi comitati contro la repressione e il carcere
- Mario , precario, ambientalista, pacifista senza se e senza ma, è stato iscritto a un partito ma si sono lasciati senza rancore
- Grazia , per quindici anni ha cucinato alle feste di un noto giornale di sinistra, si batte da anni contro la costruzione di un'inutile e dannoso traforo autostradale
- Stefano , scrittore e insegnante, attivo dagli anni 70 nei movimenti e in un'organizzazione politica - Marisol , migrante, operaia, iscritta a un partito qui e in Ecuador
- Federico , cervello in fuga, mai avuto tessere ma se dovesse spuntare una Syriza anche qui..
"Siamo alcuni dei 15mila partecipanti alle assemblee di Cambiare si può. Siamo militanti di base, senza incarichi di direzione e abbiamo scelto di firmarci senza cognome perché ciascuno di voi possa riconoscere migliaia di persone simili a noi, i vostri compagni di lotte, il vostro vicino del Teatro Vittoria, quello che gli sfila a fianco lungo i sentieri della Clarea o nelle strade delle città.
Crediamo che, nel percorso di costruzione di Cambiare si può tutti sono uguali, non deve esserci alcuna differenza tra chi ha tessere di partito e chi no, l'unica differenza è tra chi si è opposto al governo Monti e sta nei movimenti sociali e chi no. Le candidature e i punti di programma vengano scelte con l'unico criterio che renda pari dignità a chi lavora nei movimenti e nelle vertenze sociali con o senza una tessera di partito: una testa un voto.
Solo in questo modo si può valorizzare l'esperienza delle assemblee locali ed espandere ulteriormente la partecipazione a questo tentativo di riprendersi il diritto alla rappresentanza politica del 99% della popolazione con sperimentazioni di reale democrazia partecipata.
Una testa un voto anche per sottrarre il programma e la composizione della lista sia agli accordi di vertice fra le segreterie dei partiti, sia all'impianto altrettanto elitario di chi contrappone la società civile alla militanza politica e all'attivismo sociale immaginando ruoli di garanzia "tecnici". Di "tecnici" bastano quelli che hanno inventato il fiscal compact! Cambiare si può ma se nessuno è più uguale degli altri."
- Patrizia , attivista No Tav, iscritta a un partito, Rsu nel proprio posto di lavoro
- Simone , studente liceale, senza tessere, occupante di centro sociale, tesserato Arci
- Remo , giornalista free lance, militante di un piccolo partito, membro di diversi comitati contro la repressione e il carcere
- Mario , precario, ambientalista, pacifista senza se e senza ma, è stato iscritto a un partito ma si sono lasciati senza rancore
- Grazia , per quindici anni ha cucinato alle feste di un noto giornale di sinistra, si batte da anni contro la costruzione di un'inutile e dannoso traforo autostradale
- Stefano , scrittore e insegnante, attivo dagli anni 70 nei movimenti e in un'organizzazione politica - Marisol , migrante, operaia, iscritta a un partito qui e in Ecuador
- Federico , cervello in fuga, mai avuto tessere ma se dovesse spuntare una Syriza anche qui..
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