“Se
abbiamo vinto a Napoli è stato grazie all’impegno congiunto si società
civile e militanti”. Luigi De Magistris scioglie così la tensione al
teatro Quirino, dove è in corso l’assemblea di “Cambiare si può” su un
tema molto delicato, quello dei rapporti tra movimento e organizzazioni
o, se volete, tra società civile e politica. Una tensione che già si era
in qualche modo affievolita dopo gli interventi di Guido Viale e dello
stesso Antonio Ingroia, venuto all’assemblea a ribadire la sua teoria
del “passo incontro” ma senza più l’urgenza del “confronto” con il Pd. O
meglio, il confronto ci sarà, ma indolore e, prevedibilmente, senza
nessuna conseguenza. E’ lo stesso De Magistris a sottolinearlo nel suo
intervento: “Non riesco ad immaginare un accordo con il Pd”. Più o meno
lo stesso concetto espresso da Gianni Rinaldini e da Paolo Ferrero.
“Facciamo presto”, dice il segretario del Prc, molto applaudito dalla
platea. Ferrero sottolinea un punto fondamentale del confronto interno
al “Quarto polo”: “E’ sbagliato pensare che i partiti siano
autosufficienti e nello stesso tempo tutti in questa impresa sono
necessari ma non sufficienti”. La lista, conclude Ferrero, “deve essere
non la sommatoria dei partiti ma la valorizzazione delle esperienze di
lotta”. Si è molto parlato di Europa nel corso degli interventi. Ed è
proprio su quel punto che Ferrero sottolinea come il Prc faccia parte
della Sinistra europea a fianco di altri partiti saldamente in campo
nella lotta al liberismo.
Tra gli altri è intervenuto anche Paul Ginsborg, che ha voluto
ammonire il Prc a non tenere quell’atteggiamento di superiorità rispetto
ai temi in ballo. Oggi pomeriggio finalmente si discuterà di regole, ma
si sta lavorando alacremente per trovare il punto di equilibrio. La
sensazione è che la spinta all’unità stia crescendo. L’”incontro
dell’altro” è a buon punto, ora non resta che consolidare tutte quelle
reciprocità che si sono costruite così faticosamente.
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