Il voto si avvicina e chi non vede in Bersani e Vendola una
reale alternativa si va organizzando: da un parte il 'pezzo' che ha in
De Magistris un polo d'aggregazione, dall'altra il percorso di
movimenti, sindacati e forze della società civile. Con loro, Di Pietro e
Ferrero. Saranno queste le gambe della nuova sinistra?
Ieri l'annuncio di Luigi De Magistris che, dalle colonne di Micromega, ha investito il magistrato Antonio Ingroia, 'esule' in Guatemala, del ruolo di possibile candidato premier "a sinistra di Bersani". Ingroia
ha ringraziato ma ha spiegato: "Non indosso casacche". Alla carica di
candidato premier ci penserà ma il 'Sì' arriverà solo se la richiesta
non sarà proveniente da un leader come De Magistris ma da un'ampia fetta
della 'sinistra diffusa'.
Oggi
la replica della 'base'
di quello che ancora non si può chiamare 'Movimento arancione' ma che
presto potrebbe trasformarsi nel tanto atteso (a sinistra) quarto polo:
in quasi cento città italiane, infatti, si sono tenute le assemblee dei
nodi locali di “Cambiare si può”,
movimento nato il primo dicembre con un’assemblea nazionale al teatro
Vittoria che ha visto l’intervento di diversi esponenti del mondo della
sinistra e della società civile. Un'assemblea alla quale parteciparono
proprio De Magistris e Ingroia.
Alla base di questi incontri 'locali',
volti a portare il proprio contributo ad un’altra scadenza nazionale
fissata per sabato prossimo a Roma, la necessità di definire e integrare
con le diverse istanze territoriali i contenuti programmatici usciti dall’assemblea del primo dicembre.
I tempi sono quelli della prossima scadenza elettorale che impone “passaggi strettissimi” per la definizione delle liste.
L’orizzonte
quello della “sinistra”, della creazione di un quarto polo alternativo
alle politiche del governo Monti e a quelle di chi lo sostiene.
L’obiettivo, eleggere quei parlamentari che potranno votare coerentemente con quanto previsto dai dieci punti programmatici.
IL 'PROGRAMMA'. Ecco i punti programmatici che andranno integrati sabato prossimo con le segnalazioni locali. Contro
l’Europa delle banche e per la rinegoziazione del debito pubblico. Il
primo punto colloca “Cambiare si può” nettamente al di fuori dell’agenda
Monti. Seguono, la riconversione ecologica dell’economia e uno stop
alle grandi opere, in primis la Tav e il Ponte sullo Stretto. Posizione
centrale la occupa la difesa dei diritti del mondo del lavoro e la
condanna del precariato.
Taglio ai costi della politica
e tassazione dei grandi patrimoni e delle rendite finanziarie, comprese
le proprietà ecclesiastiche. Più tasse per i redditi elevati. E ancora.
Lotta all’evasione fiscale, no ai condoni e alle leggi ad personam. Contro al guerra e le spese militari.
Gli ultimi tre punti riguardano la valorizzazione dei beni comuni, il
riconoscimento dei diritti civili e di genere, includendo politiche
migratorie accoglienti e diritto di cittadinanza per migranti, riforma
dell’informazione.
A ROMA UN CANDIDATO 'ALTERNATIVO'.
Forze sociali unite al mondo dell'associazionismo e dei comitati
cittadini. A queste realtà, si vanno 'mescolando' una serie di
soggettività politiche - da Rifondazione comunista ai 'dissidenti' di
Sel - che, come è emerso dall'assemblea romana che si è tenuta
stamattina al Cinema Palazzo Occupato, sono in questo percorso "alla
pari", evitando così di cadere nell'errore della "semplice sommatoria di
articolazioni preesistenti".
La modalità di definizione delle
liste sembra essere diretta verso l’accantonamento di simboli e percorsi
identitari. Dall’assemblea romana è emerso anche un forte appoggio da
parte di diverse realtà alla candidatura a sindaco di Roma di Sandro Medici,
presidente del X Municipio e firma storica del Manifesto. Un nome in
opposizione a quello di Gianni Alemanno ma soprattutto alternativo a
quello che sarà il candidato del centrosinistra (Gasbarra? Gentiloni?
Sassoli?).
Il solco da ripercorrere è quello dell'esperienza
arancione di Napoli che ha portato alla vittoria alle scorse comunali di
Luigi De Magistris contro il candidato del centrodestra e in
alternativa a quello di Pd e Sel.
DI PIETRO. E proprio nella giornata delle
cento assemblee arancioni, Antonio Di Pietro ha fatto sapere che l'Idv è
pronta a presentarsi in Parlamento alle prossime politiche "senza il
nome 'Di Pietro'" ma dentro "una lista civica che comprenda il movimento
di De Magistris" e "tutte le componenti della sinistra anti-Monti".
SCENARIO.
La giornata di oggi ha così dato finalmente il perimetro di quello che è
ormai l'obiettivo delle tante anime della sinistra 'a sinistra
dell'asse Pd-Sel' e sopratutto 'anti Monti': la costruzione di una lista
che tenga dentro le varie forze politiche (Italia dei Valori,
Rifondazione comunista) ma sorpattutto i tanti pezzi di movimento che
chiedono un'uscita 'a sinistra' dalla crisi.
di Ylenia Sina, http://www.today.it
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