domenica 30 dicembre 2012

Alfonso Gianni su Rivoluzione Civile e i quattro segretari


rivoluzionecivile
Nella consultazione di “cambiare si può” che interroga se continuare l’iter che porta alla formazione della lista Ingroia (così viene chiamata, anche in ragione di un rilievo esagerato al nome sul simbolo) risponderò NO.
Almeno sic stantibus rebus. Le ragioni, se interessano, sono semplici. Sono partito, anche quando ero militante di Sel, da un doppio presupposto: che si dovesse costruire una forza di sinistra, moderna, inclusiva e autonoma. Mi pare che la profondità della crisi economica, sociale, istituzionale e democratica che sconvolge l’Europa lo richieda. Nello stesso tempo altre esperienze, tutte difficili e certamente non lineari, in atto in Europa dimostrano che non si tratta di un progetto irrealizzabile nella pratica. Il secondo punto è che bisognava affrontare l’imminente scadenza elettorale costruendo uno spazio e un’offerta elettorale certamente aperta, ma tale da non contraddire, nei contenuti e nei modi, il percorso di costruzione di una simile sinistra. Sapevo che, visti i tempi ristretti e l’etrogeneità delle forze in campo, questa partecipazione alle elezioni era un tentativo da fare, ma non un imperativo cui subordinare ogni altra cosa. Le cose non sono andate nel modo dovuto. 
Il programma di Ingroia è del tutto insufficiente a reggere la sfida. Pare che lo voglia integrare con i punti di “cambiare si può” e questo mi fa comunque piacere: Intanto però la sua conferenza stampa era tutta prigioniera della dimensione lotta alla Mafia, tema nobilissimo, ma certamente non esaustivo per chi si pone il compito di costruire un’uscita dalla crisi. Infine la questione dei segretari di partito in lista. Lo dico con molta tranquillità anche perchè è davvero difficile, data la mia non breve storia politica, che qualcuno mi possa accusare di movimentismo. La parata dei quattro segretari non va bene. So peraltro che Ferrero era disponibile alla rinuncia. ma gli altri? Lo capisce anche un bambino che una cosa è mettere il lista un punto di riferimento per dare un segnale al proprio micropartito che c’è un impegno diretto nella lista e un altro è porre i segretari in posizione eleggibile (se si farà il quorum naturalmente). Questo significa dare un’impronta alla lista di somma di organizzazioni, esattamente il contrario di quello che si voleva fare, pur senza privarsi dell’apporto delle forze organizzate. Peggio, vista la tendenza marcata di alcuni di questi leader a riproporre in continuazione una convergenza con il cd centrosinistra, significa rendere indeterminata fin dall’inizio la natura e la collocazione della lista, annacquandone il suo carattere alternativo. Essendo la cosa evidente e facendo sempre fede, se non altro per stile, sull’intelligenza altrui, mi rifiuto di pensare che non lo capiscono. Se non vogliono fare il passo indietro è proprio perchè vogliono praticare una scelta politica diversa da quella che volevamo dare a questa lista. Una scelta che
oltre che fare scemare ogni entusiamo ai fini del successo elettorale della medesima inibisce la prosecuzione dell’aspetto più importante del nostro progetto: quello della ricostruzione di una sinistra autonoma. Quindi ognuno si assuma le proprie responsabilità. Se non c’è un ripensamento radicale sarà un’altra occasione persa. E non ne abbiamo molte avanti a noi.
Auguri!

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