È vero, i tagli del governo tecnico
producono infine i danni che ci fanno greci, ma questo è vietato
raccontarlo. Non si deve sapere. Siamo al punto che a Napoli da giorni
si gela, ma a scuola non c'è riscaldamento. Fai fatica a dirlo perché lo
sai, non ci vuole molto ad avviare l'inaccettabile scaricabarile: «E i
genitori non protestano? Magari gli insegnanti sono contenti»! E tu
prova a dire che quelli gelano con gli alunni. «È il sindaco-Masaniello,
sono i soliti napoletani!»
Il governo no. Il governo non c'entra.
Ciò che più colpisce è che la brutta
faccenda passa sotto silenzio. La stampa, sempre pronta a lottare contro
i bavagli, s'è zittita da sola, fa da "filtro" e il santino di Monti,
costruito apposta per abbagliarci, continua a brillare. C'è un dire e
non dire che fa paura. Si ammette e si sopporta, perché, divisi in due
squadre per vent'anni, tutto ciò che ci resta è tornare a tifare. E si
sa, al tifoso non importa nulla di come hai giocato. Conta che vinci. Il
meccanismo è semplice e collaudato.
È vero, si dice, in tredici mesi la disoccupazione è cresciuta e ai giovani s'è negata la speranza. Prima, però... E si tace. Altro non serve e ci si capisce. Prima, "quando c'era lui, all'estero ci prendevano in giro! Come se oggi ci portassero ad esempio.
È verissimo, in pensione si va ormai dopo morti e chi sopravvive alla Fornero farà i conti con la fame. È stata una manna dal cielo per gli assicuratori. Sì, però prima... E per quel prima che avremmo voluto, ora accettiamo il poi che ipoteca il futuro quanto e più del passato.
D'accordo, sì, con gli esodati l'errore è stato veramente tragico e sarebbe stupido negarlo, qualcuno s'è ammazzato... È vero, sì, lavoro non ce n'è e di tutto si sentiva il bisogno, tranne che d'un legge per licenziare... Certo che è vero, s'erano promesse due regole fisse, il rigore e l'equità, poi, strada facendo, il rigore è diventato macelleria sociale, l'equità è sparita, i ricchi hanno scialato e i poveri hanno pagato. Sì, però prima...
Non c'è dubbio, è così: la violenza delle forze dell'ordine ha toccato punte cilene e in piazza non c'è stato un giorno senza manganellate, lacrimogeni e onesti cittadini trattati come malfattori. Ed è vero, sì, in tredici mesi la scuola è stata rasa al suolo e nessuno ha trovato la cosa contraria ai principi della Costituzione. Le scuole dei preti hanno fatto fortuna e quelle statali sono ridotte in miseria. Per un mistero glorioso, Gelmini, travestita da professore universitario, s'è fatta una e trina e ha potuto governare la scuola passando per Profumo, Rossi Doria e la dott.ssa Ugolini. Il Paese, confuso, ha taciuto e non s'è scosso nemmeno quando Napolitano, sorpreso a telefono con un inquisito, ha denunciato i giudici per lesa maestà.
Abbiamo ministri indagati per frode fiscale e sottosegretari rinviati a giudizio per truffa, ma ci siamo detti che però prima... In quanto ai giornali e alle televisioni, c'è mancato solo che il Papa rivendicasse il suo diritto a nominare i santi. Tutto il governo Monti, persino un sospetto ateo come Polillo, è stato levato alla gloria degli altari.
È vero, sì, per tredici mesi non s'è parlato di Berlusconi e dei suoi processi, non s'è avuta notizia di escort, scandali e malgoverno. Era un pilastro del paradiso e bisognava tacere. Ci siamo raccontati di un male necessario per una colpa da espiare: con mille euro al mese, vivevamo sopra le righe e lo sapevamo. Napolitano, Bersani, Casini e Fini sono serviti: non s'è votato quando Berlusconi era davvero finito e si sarebbe potuto ripulire il Paese e questo è il risultato. Si è mentito e si continua a mentire: Berlusconi era d'un tratto diventato uno statista, tutto prudenza, saggezza e senso di responsabilità e i tecnici, che hanno saputo solo scodinzolare ai mercati, son diventati d'un tratto comunisti, pronti a far pagare la crisi a chi l'ha prodotta: un ceffone mai visto è pronto per gli evasori, si farà guerra a mafia e corruzione e via di corsa con la patrimoniale. I fatti, però, parlano chiaro: uniti e concordi, Berlusconi e Monti hanno consentito le spese più inutili e vergognose, ci hanno addossato i miliardi per lo sporco affare Tav, per gli F-35 e per le banche degli usurai.
Per tredici mesi è stato il trionfo del buongoverno. Ora che il Paese affonda e il dubbio si fa strada nelle menti ottenebrate, ora che un accenno di polo delle sinistre si va costituendo, ecco il colpo di teatro: c'è il diavolo che torna. E fa paura. Come un gregge impaurito dal lupo che minaccia, ci gettiamo imploranti davanti all'altare dei nuovi santi. Va bene tutto e ci facciano a pezzi governi di brava gente e di incorrotti professori. Sulla stampa torna il baccanale: Ruby è sparita ma ricompare, i fari si accendono sui tribunali, non c'è scandalo su cui non si torni. Avremo tre mesi di fuoco incrociato: da un lato l'inferno, che però sosteneva il paradiso, dall'altro l'incontaminata purezza tecnica affiancata da tutto il nuovo della politica: Casini, Bersani, Vendola e Napolitano. Accadrà di tutto e sembreremo persino liberi: voteremo. Poi ci risveglieremo. La prima immagine che vedremo sarà di una chiarezza olimpica: Monti, beato e santo, nella gloria degli angeli Fornero, Profumo, Catricalà e Polillo e un governo di larghe intese. Forse allora qualcuno si ricorderà che San Polillo, quando era solo beato di mestiere, faceva il consulente economico del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà...
È vero, si dice, in tredici mesi la disoccupazione è cresciuta e ai giovani s'è negata la speranza. Prima, però... E si tace. Altro non serve e ci si capisce. Prima, "quando c'era lui, all'estero ci prendevano in giro! Come se oggi ci portassero ad esempio.
È verissimo, in pensione si va ormai dopo morti e chi sopravvive alla Fornero farà i conti con la fame. È stata una manna dal cielo per gli assicuratori. Sì, però prima... E per quel prima che avremmo voluto, ora accettiamo il poi che ipoteca il futuro quanto e più del passato.
D'accordo, sì, con gli esodati l'errore è stato veramente tragico e sarebbe stupido negarlo, qualcuno s'è ammazzato... È vero, sì, lavoro non ce n'è e di tutto si sentiva il bisogno, tranne che d'un legge per licenziare... Certo che è vero, s'erano promesse due regole fisse, il rigore e l'equità, poi, strada facendo, il rigore è diventato macelleria sociale, l'equità è sparita, i ricchi hanno scialato e i poveri hanno pagato. Sì, però prima...
Non c'è dubbio, è così: la violenza delle forze dell'ordine ha toccato punte cilene e in piazza non c'è stato un giorno senza manganellate, lacrimogeni e onesti cittadini trattati come malfattori. Ed è vero, sì, in tredici mesi la scuola è stata rasa al suolo e nessuno ha trovato la cosa contraria ai principi della Costituzione. Le scuole dei preti hanno fatto fortuna e quelle statali sono ridotte in miseria. Per un mistero glorioso, Gelmini, travestita da professore universitario, s'è fatta una e trina e ha potuto governare la scuola passando per Profumo, Rossi Doria e la dott.ssa Ugolini. Il Paese, confuso, ha taciuto e non s'è scosso nemmeno quando Napolitano, sorpreso a telefono con un inquisito, ha denunciato i giudici per lesa maestà.
Abbiamo ministri indagati per frode fiscale e sottosegretari rinviati a giudizio per truffa, ma ci siamo detti che però prima... In quanto ai giornali e alle televisioni, c'è mancato solo che il Papa rivendicasse il suo diritto a nominare i santi. Tutto il governo Monti, persino un sospetto ateo come Polillo, è stato levato alla gloria degli altari.
È vero, sì, per tredici mesi non s'è parlato di Berlusconi e dei suoi processi, non s'è avuta notizia di escort, scandali e malgoverno. Era un pilastro del paradiso e bisognava tacere. Ci siamo raccontati di un male necessario per una colpa da espiare: con mille euro al mese, vivevamo sopra le righe e lo sapevamo. Napolitano, Bersani, Casini e Fini sono serviti: non s'è votato quando Berlusconi era davvero finito e si sarebbe potuto ripulire il Paese e questo è il risultato. Si è mentito e si continua a mentire: Berlusconi era d'un tratto diventato uno statista, tutto prudenza, saggezza e senso di responsabilità e i tecnici, che hanno saputo solo scodinzolare ai mercati, son diventati d'un tratto comunisti, pronti a far pagare la crisi a chi l'ha prodotta: un ceffone mai visto è pronto per gli evasori, si farà guerra a mafia e corruzione e via di corsa con la patrimoniale. I fatti, però, parlano chiaro: uniti e concordi, Berlusconi e Monti hanno consentito le spese più inutili e vergognose, ci hanno addossato i miliardi per lo sporco affare Tav, per gli F-35 e per le banche degli usurai.
Per tredici mesi è stato il trionfo del buongoverno. Ora che il Paese affonda e il dubbio si fa strada nelle menti ottenebrate, ora che un accenno di polo delle sinistre si va costituendo, ecco il colpo di teatro: c'è il diavolo che torna. E fa paura. Come un gregge impaurito dal lupo che minaccia, ci gettiamo imploranti davanti all'altare dei nuovi santi. Va bene tutto e ci facciano a pezzi governi di brava gente e di incorrotti professori. Sulla stampa torna il baccanale: Ruby è sparita ma ricompare, i fari si accendono sui tribunali, non c'è scandalo su cui non si torni. Avremo tre mesi di fuoco incrociato: da un lato l'inferno, che però sosteneva il paradiso, dall'altro l'incontaminata purezza tecnica affiancata da tutto il nuovo della politica: Casini, Bersani, Vendola e Napolitano. Accadrà di tutto e sembreremo persino liberi: voteremo. Poi ci risveglieremo. La prima immagine che vedremo sarà di una chiarezza olimpica: Monti, beato e santo, nella gloria degli angeli Fornero, Profumo, Catricalà e Polillo e un governo di larghe intese. Forse allora qualcuno si ricorderà che San Polillo, quando era solo beato di mestiere, faceva il consulente economico del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà...
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