Qualcuno
sta mugugnando, altri vorrebbero fare le analisi del Dna sulla purezza
antiliberista di chi sta costruendo un quarto polo alternativo
al “centro-sinistra” dell’agenda montiana, altri ancora prefigurano
rotture e spaccature, quasi si augurassero di poter finalmente ritornare
a gongolarsi nella beata autoreferenzialità dei propri rispettivi
simboli.
Ma non è possibile in questo momento pensare che le prossime elezioni
si terranno senza la lista unitaria e ampia dell’alternativa. Sarebbe
una follia, oltre che un dramma, se si avverasse lo scenario auspicato
dagli “uccelli del malaugurio”.
Per questo noi vogliamo pensarla positivamente e siamo convinti che i due appuntamenti, in programma a Roma oggi e domani, sanciranno la rinascita della speranza e il rilancio dell’alternativa.
I percorsi di Ingroia – De Magistris e quello di Cambiare #sipuò devono necessariamente convergere in un’unica grande lista che sia antiliberista, alternativa all’agenda Monti e che rimetta al centro del dibattito politico i diritti lavoro, l’ambiente, i beni comuni, la scuola, la cultura, la lotta alla mafia e alla corruzione.
Non si possono lasciare senza speranza gli operai della Fiom che ieri a Melfi, nel silenzio assordante dei media, hanno contestato la passerella che Mario Monti e Marchionne hanno spudoratamente allestito nella loro fabbrica.
Non si possono lasciare senza speranza i soggetti deboli del nostro Paese.
Per questo noi vogliamo pensarla positivamente e siamo convinti che i due appuntamenti, in programma a Roma oggi e domani, sanciranno la rinascita della speranza e il rilancio dell’alternativa.
I percorsi di Ingroia – De Magistris e quello di Cambiare #sipuò devono necessariamente convergere in un’unica grande lista che sia antiliberista, alternativa all’agenda Monti e che rimetta al centro del dibattito politico i diritti lavoro, l’ambiente, i beni comuni, la scuola, la cultura, la lotta alla mafia e alla corruzione.
Non si possono lasciare senza speranza gli operai della Fiom che ieri a Melfi, nel silenzio assordante dei media, hanno contestato la passerella che Mario Monti e Marchionne hanno spudoratamente allestito nella loro fabbrica.
Non si possono lasciare senza speranza i soggetti deboli del nostro Paese.
Ingroia lancia l'alternativa
Alla fine Antonio Ingroia scioglie la
riserva sulla sua candidatura: "Se ci siete tutti, se ci siamo, anche
quelli della società civile, io sono disponibile a candidarmi in un
movimento unitario". Così, dal palco del teatro Capranica di Roma,
arriva l'annuncio atteso. La platea applaude. Ingroia invita Antonio Di
Pietro (Idv), Olivero Diliberto (Pdci), Paolo Ferrero (Prc), Angelo
Bonelli (Verdi) a fare "un passo indietro". "Il modo migliore per far
fare un passo avanti alla società civile è fare un passo indietro", dice
l'ex pm, specificando che ciò "non significa sparire, perché vi
vogliamo con noi nella battaglia". Ma il 'nuovo polo' non deve essere
"un collage, un'accozzaglia di colori, un arcobaleno
, ma una nuova identità che nasce e che dobbiamo portare a sintesi unitaria".
Solo "se riusciamo a realizzare tutto questo, sono disponibile a candidarmi per portare questa battaglia avanti anche in parlamento". Poi Ingroia lancia un appello a Bersani e a Grillo: "Da questa assemblea di oggi io chiedo un confronto con il segretario del Pd Bersani e chiedo un confronto senza pregiudizi. Lo chiedo perché conosco molte personalità del Pd che hanno le mie idee. E lo faccio con l'orgoglio della nostra autonomia come polo politico in costruzione". Poi tocca a Grillo: "Non mi sottrarrei a un confronto con il movimento Cinque Stelle. Conosco Beppe Grillo da anni, l'ho apprezzato per alcune sue battaglie prima che intraprendesse attività politica". Secondo l'ex pm, Grillo ha usato "a volte toni troppo arrabbiati", ma demonizzare i Cinque Stelle è "sbagliato" e conta su elettori "indignati con l'Italia delle mafie e delle cricche". "Dobbiamo continuare a rottamare e solo rottamare, solo distruggere, o anche a ricostruire?", domanda Ingroia. "Bisogna usare l'indiganzione dopo la rottamazione". Un discorso iniziato un'ora prima, nel Capranica pieno in ogni ordine di posti. "Di sicuro siete qui in nome della Costituzione di cui ho una copia nella mia mano, e non siete qui solo per me. Siete anche curiosi di sapere se Ingroia si candida o no. Vi dico subito che dovrete pazientare, sono qui per fare una domanda anche a voi: voi ci siete? la mia risposta è già nell'essere qui. L'Italia è ormai un paese malato e senza memoria. Io sono qui anche nel nome di Falcone e Borsellino".
Lo dice Ingroia, aprendo i lavori nell'ex cinema Capranica. E' l'assemblea di "Io ci sto". Il meeting del "Quarto polo" - anche se il nome non piace allo stesso Ingroia - con Arancioni, Rifondazione, società civile, sindaci come de Magistris e Orlando, da cui potrebbe scaturire una lista con un candidato premier: Ingroia, appunto. Alle parole del magistrato, parte un applauso scrosciante dalla platea. "La mia decisione di candidarmi dipende da voi, dall'impegno che metterete per cambiare - premette -. Dobbiamo cambiare la classe dirigente del paese, se non cambiamo il paese non può crescere, questa classe dirigente ha scelto di convivere e fare affari con la mafia", prosegue Ingroia. "Noi dobbiamo osare, e per osare ci vuole una rivoluzione pacifica, civile, della società civile io ci sto mi metto a disposizione di questo progetto nel modo in cui voi riterrete più opportuno - aggiunge Ingroia -, io ci metto la faccia, lo so che è difficile ma se continuiamo ad aspettare vedremo passare il cadavere dell'Italia, perchè l'Italia sta morendo". Il magistrato siciliano sottolinea che la "decisione di starci determinerà attacchi e accuse, prezzo che pagherà la magistratura e la campagna elettorale". "Se qualcuno dice che il mio intervento qui oggi è la riprova che ero un pm politicizzato, lo deve dimostrare. Non basta dire che le inchieste che ho condotto erano politicizzate".
L'ex pm di Palermo ricorda, ad esempio, che Marcello Dell'Utri è stato condannato in primo grado, successivamente in appello e che la sentenza è stata confermata dalla Corte di Cassazione. "Quindi - prosegue Ingroia - sfido chiunque a dimostrare che io abbia orientato le mie indagini a fini politici. Io ho fatto il pm e non ho mai indossato nessuna maglia politica". Poi Ingroia attacca ad alzo zero il Pdl: "Alle cose che dice Dell'Utri, condannato per associazione mafiosa, io non rispondo. Alle cose che dice il signor Berlusconi, padrone del partito di Dell'Utri, non rispondo. Agli attacchi frontali del piduista Cicchitto non rispondo. Io però- aggiunge- so che loro hanno paura degli uomini con la schiena dritta". Ingroia prosegue lanciando un appello: "Aggregatevi a noi. Ad un nuovo polo che non è terzo o quarto, perchè noi non siamo secondi a nessuno - ha detto - l'unico vero polo per un governo alternativo al berlusconismo e al montismo. Senza se e senza ma, senza equivoci". Ingroia continua: "E' l'ora di usare l'indignazione per una rivoluzione civile. Noi abbiamo un'arma potente, che è l'onestà. Lo diceva già Miguel de Cervantes alcuni secoli fa: la migliore arma è l'onestà. Non si tratta perciò di accettare una candidatura: un seggio parlamentare non mi interessa. Ho già rifiutato varie proposte, per esempio di fare il sindaco di Palermo o il presidente della regione Sicilia. Si tratta invece di assumere una responsabilità. Mi interessa se una candidatura nasce da un progetto. Oggi qui è nato un progetto. E ho bisogno che tutti voi partecipiate a questo risveglio della società civile". L'ex pm diventa via via più esplicito: "Abbiamo bisogno di associazioni, sindacati dei cittadini, di partigiani della costituzione".
Chiede di fare "un passo avanti" a diverse personalità: "Il primo a cui mi rivolgo è Maurizio Landini. E con lui Salvatore Borsellino, don Luigi Ciotti, le donne di 'Se non ora quando', Michele Santoro, Sandro Ruotolo. Non è un invito a candidarsi, l'invito ad accompagnarci al nostro fianco", dice Ingroia. "Se poi volete candidarvi, ancora meglio". L'assemblea inizia con l'abbraccio tra Luigi de Magistris, Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando. L'assemblea prova a tradurre in un solo movimento e in un'unica lista il movimento degli Arancioni di de Magistris, Italia dei valori di Antonio Di Pietro, il Prc di Paolo Ferrero, anche lui in sala.
Solo "se riusciamo a realizzare tutto questo, sono disponibile a candidarmi per portare questa battaglia avanti anche in parlamento". Poi Ingroia lancia un appello a Bersani e a Grillo: "Da questa assemblea di oggi io chiedo un confronto con il segretario del Pd Bersani e chiedo un confronto senza pregiudizi. Lo chiedo perché conosco molte personalità del Pd che hanno le mie idee. E lo faccio con l'orgoglio della nostra autonomia come polo politico in costruzione". Poi tocca a Grillo: "Non mi sottrarrei a un confronto con il movimento Cinque Stelle. Conosco Beppe Grillo da anni, l'ho apprezzato per alcune sue battaglie prima che intraprendesse attività politica". Secondo l'ex pm, Grillo ha usato "a volte toni troppo arrabbiati", ma demonizzare i Cinque Stelle è "sbagliato" e conta su elettori "indignati con l'Italia delle mafie e delle cricche". "Dobbiamo continuare a rottamare e solo rottamare, solo distruggere, o anche a ricostruire?", domanda Ingroia. "Bisogna usare l'indiganzione dopo la rottamazione". Un discorso iniziato un'ora prima, nel Capranica pieno in ogni ordine di posti. "Di sicuro siete qui in nome della Costituzione di cui ho una copia nella mia mano, e non siete qui solo per me. Siete anche curiosi di sapere se Ingroia si candida o no. Vi dico subito che dovrete pazientare, sono qui per fare una domanda anche a voi: voi ci siete? la mia risposta è già nell'essere qui. L'Italia è ormai un paese malato e senza memoria. Io sono qui anche nel nome di Falcone e Borsellino".
Lo dice Ingroia, aprendo i lavori nell'ex cinema Capranica. E' l'assemblea di "Io ci sto". Il meeting del "Quarto polo" - anche se il nome non piace allo stesso Ingroia - con Arancioni, Rifondazione, società civile, sindaci come de Magistris e Orlando, da cui potrebbe scaturire una lista con un candidato premier: Ingroia, appunto. Alle parole del magistrato, parte un applauso scrosciante dalla platea. "La mia decisione di candidarmi dipende da voi, dall'impegno che metterete per cambiare - premette -. Dobbiamo cambiare la classe dirigente del paese, se non cambiamo il paese non può crescere, questa classe dirigente ha scelto di convivere e fare affari con la mafia", prosegue Ingroia. "Noi dobbiamo osare, e per osare ci vuole una rivoluzione pacifica, civile, della società civile io ci sto mi metto a disposizione di questo progetto nel modo in cui voi riterrete più opportuno - aggiunge Ingroia -, io ci metto la faccia, lo so che è difficile ma se continuiamo ad aspettare vedremo passare il cadavere dell'Italia, perchè l'Italia sta morendo". Il magistrato siciliano sottolinea che la "decisione di starci determinerà attacchi e accuse, prezzo che pagherà la magistratura e la campagna elettorale". "Se qualcuno dice che il mio intervento qui oggi è la riprova che ero un pm politicizzato, lo deve dimostrare. Non basta dire che le inchieste che ho condotto erano politicizzate".
L'ex pm di Palermo ricorda, ad esempio, che Marcello Dell'Utri è stato condannato in primo grado, successivamente in appello e che la sentenza è stata confermata dalla Corte di Cassazione. "Quindi - prosegue Ingroia - sfido chiunque a dimostrare che io abbia orientato le mie indagini a fini politici. Io ho fatto il pm e non ho mai indossato nessuna maglia politica". Poi Ingroia attacca ad alzo zero il Pdl: "Alle cose che dice Dell'Utri, condannato per associazione mafiosa, io non rispondo. Alle cose che dice il signor Berlusconi, padrone del partito di Dell'Utri, non rispondo. Agli attacchi frontali del piduista Cicchitto non rispondo. Io però- aggiunge- so che loro hanno paura degli uomini con la schiena dritta". Ingroia prosegue lanciando un appello: "Aggregatevi a noi. Ad un nuovo polo che non è terzo o quarto, perchè noi non siamo secondi a nessuno - ha detto - l'unico vero polo per un governo alternativo al berlusconismo e al montismo. Senza se e senza ma, senza equivoci". Ingroia continua: "E' l'ora di usare l'indignazione per una rivoluzione civile. Noi abbiamo un'arma potente, che è l'onestà. Lo diceva già Miguel de Cervantes alcuni secoli fa: la migliore arma è l'onestà. Non si tratta perciò di accettare una candidatura: un seggio parlamentare non mi interessa. Ho già rifiutato varie proposte, per esempio di fare il sindaco di Palermo o il presidente della regione Sicilia. Si tratta invece di assumere una responsabilità. Mi interessa se una candidatura nasce da un progetto. Oggi qui è nato un progetto. E ho bisogno che tutti voi partecipiate a questo risveglio della società civile". L'ex pm diventa via via più esplicito: "Abbiamo bisogno di associazioni, sindacati dei cittadini, di partigiani della costituzione".
Chiede di fare "un passo avanti" a diverse personalità: "Il primo a cui mi rivolgo è Maurizio Landini. E con lui Salvatore Borsellino, don Luigi Ciotti, le donne di 'Se non ora quando', Michele Santoro, Sandro Ruotolo. Non è un invito a candidarsi, l'invito ad accompagnarci al nostro fianco", dice Ingroia. "Se poi volete candidarvi, ancora meglio". L'assemblea inizia con l'abbraccio tra Luigi de Magistris, Antonio Di Pietro e Leoluca Orlando. L'assemblea prova a tradurre in un solo movimento e in un'unica lista il movimento degli Arancioni di de Magistris, Italia dei valori di Antonio Di Pietro, il Prc di Paolo Ferrero, anche lui in sala.
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