Un padrone senza più grandi idee - anche i media
padronali ormai lo marcano stretto - prova lo scatto populista per
scollarsi di dosso le critiche. E le sentenze della magistratura.
«Su Pomigliano non accetto lezioni di democrazia. La fiom si è divisa da sola. è incapace di adattarsi a una realtà in cui la maggioranza vuole lavorare e non vuole farsi condizionare dalla minoranza. Non mi importano gli attacchi personali, ma al referendum ha vinto il lavoro. Sono quelle persone, i ragazzi di pomigliano che io devo difendere. Gente che non mi ha mai mollato e che devo proteggere». In un'intervista al 'corriere della serà l'a.D. Di fiat, sergio marchionne, difende anche l'annuncio sulla messa in mobilità di 19 dipendenti a pomigliano per far posto ai 19 iscritti fiom reintegrati dal giudice, che definisce «totalmente coerente. La cassa integrazione è arrivata anche lì. Non c'è lavoro sufficiente. Dove metto anche solo un assunto in più? Risponda la fiom». Marchionne rileva anche il sindacato in italia «è troppo frammentato, ma con cisl, uil, fismic e ugl condividiamo un progetto. Hanno accettato di mettersi in gioco, la loro parte la fanno. Perchè devono essere considerati servi di un padrone che non esiste più se non nella storia dell'ottocento? Perchè c'è chi va a fare comizi davanti all'irisbus costretta a chiudere perchè da anni è senza commesse pubbliche e poi però compera autobus in turchia? E perchè i media questo non lo raccontano?».
Il resoconto dell'Ansa di un'intervista al Corrieredella sera può diventare perciò un agile compendio di cosa è costretto fare un capitalista in mezzo alla crisi.
Non una delle sue afermazioni ha il minimo rapporto con la realtà, ameno di non considerare "perfettamente democratico" votare - come si è fatto nel referendum sul nuovo "modello Pomigliano" - con la pistola puntata alla tempia.
Che "i padroni non esistono più", paradossalmente, potrebbe persino esser vero: i manager come Marchionne, infatti, non sono altro che "funzionari del capitale astratto", direbbe Marx. Peccato che la Fiat sia, sì, un gruppo multinazionale, ma tuttora controllato da un'ottocentesca (appunto...) "società in accomandita", sotto il totale controllo della famiglia Agnelli e dei suoi pallidi eredi.
Ma il massimo della menzogna "il maglioncino" lo tira fuori sul rapporto con i sindacati. Il Fismic, ex Sida, è una sigla creata direttamente dalla Fiat negli anni '50. I suoi dirigenti sono a tutti gli effetti funzionari Fiat che lavorano agli ordini dell'azienda per schedare e minacciare i dipendenti. Sono stati fatti processi storici sulle "schedature alla Fiat" e quelli rimandiamo i lettori che volessero approfondire. Su Cisl e Uil, come ognun sa di questi tempi, è meglio stendere un velo pietoso. Che soggetti del genere possano "condividere un progetto" è possibile; ma solo in cambio di un congruo concambio...
«Su Pomigliano non accetto lezioni di democrazia. La fiom si è divisa da sola. è incapace di adattarsi a una realtà in cui la maggioranza vuole lavorare e non vuole farsi condizionare dalla minoranza. Non mi importano gli attacchi personali, ma al referendum ha vinto il lavoro. Sono quelle persone, i ragazzi di pomigliano che io devo difendere. Gente che non mi ha mai mollato e che devo proteggere». In un'intervista al 'corriere della serà l'a.D. Di fiat, sergio marchionne, difende anche l'annuncio sulla messa in mobilità di 19 dipendenti a pomigliano per far posto ai 19 iscritti fiom reintegrati dal giudice, che definisce «totalmente coerente. La cassa integrazione è arrivata anche lì. Non c'è lavoro sufficiente. Dove metto anche solo un assunto in più? Risponda la fiom». Marchionne rileva anche il sindacato in italia «è troppo frammentato, ma con cisl, uil, fismic e ugl condividiamo un progetto. Hanno accettato di mettersi in gioco, la loro parte la fanno. Perchè devono essere considerati servi di un padrone che non esiste più se non nella storia dell'ottocento? Perchè c'è chi va a fare comizi davanti all'irisbus costretta a chiudere perchè da anni è senza commesse pubbliche e poi però compera autobus in turchia? E perchè i media questo non lo raccontano?».
Il resoconto dell'Ansa di un'intervista al Corrieredella sera può diventare perciò un agile compendio di cosa è costretto fare un capitalista in mezzo alla crisi.
Non una delle sue afermazioni ha il minimo rapporto con la realtà, ameno di non considerare "perfettamente democratico" votare - come si è fatto nel referendum sul nuovo "modello Pomigliano" - con la pistola puntata alla tempia.
Che "i padroni non esistono più", paradossalmente, potrebbe persino esser vero: i manager come Marchionne, infatti, non sono altro che "funzionari del capitale astratto", direbbe Marx. Peccato che la Fiat sia, sì, un gruppo multinazionale, ma tuttora controllato da un'ottocentesca (appunto...) "società in accomandita", sotto il totale controllo della famiglia Agnelli e dei suoi pallidi eredi.
Ma il massimo della menzogna "il maglioncino" lo tira fuori sul rapporto con i sindacati. Il Fismic, ex Sida, è una sigla creata direttamente dalla Fiat negli anni '50. I suoi dirigenti sono a tutti gli effetti funzionari Fiat che lavorano agli ordini dell'azienda per schedare e minacciare i dipendenti. Sono stati fatti processi storici sulle "schedature alla Fiat" e quelli rimandiamo i lettori che volessero approfondire. Su Cisl e Uil, come ognun sa di questi tempi, è meglio stendere un velo pietoso. Che soggetti del genere possano "condividere un progetto" è possibile; ma solo in cambio di un congruo concambio...
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