Clamoroso annuncio, ieri, da parte di giovani esponenti di primo
piano e di iscritti della prima ora, che, con una nota resa pubblica
agli organi mediatici hanno ufficializzato la loro uscita dal PD. Si
tratta dei giovanissimi Marco Lepizzera, Antonello Soscia e Mario
Noviello-Tommasino, oltre che di Rinaldo Marciano, uno dei fondatori del
PD in provincia, di Giovanni Saccoccio, già segretario sezionale, e di
Giovanni Suprano, già assessore dell’allora PCI e figura storica di quel
partito.
“Chi scrive – si legge nella nota – ha aderito Partito Democratico
fin dalla sua fondazione, ha fatto parte degli organi direttivi comunali
e territoriali fino ad oggi e si ritiene militante del largo campo
della Sinistra. Per la costruzione di questo partito abbiamo impegnato
tutte le energie, materiali e intellettuali, a nostra disposizione.
Abbiamo fondato questo partito con i più nobili intendimenti. Volevamo
metterci in quel solco lungo della Storia che dalle prime forze
popolari di inizio Novecento arrivava fino all’intuizione dell’Ulivo,
passando per la questione cattolica di Gramsci, la costituente, la
democrazia progressiva di Togliatti e il compromesso storico.
Ci ritroviamo oggi, a pochi anni di distanza, a dover affermare che
quegli intendimenti sono strati traditi. La deriva leaderistica che ha
caratterizzato il Pd di Veltroni fin dalla sua nascita si è oggi
rafforzata più di allora. Lo stesso meccanismo delle “primarie” per
l’elezione del segretario e degli organi dirigenti, basato su una
contrapposizione non tra idee, ma tra figure in cerca di una investitura
plebiscitaria, ha trasformato un momento importante di discussione
politica come il congresso in un talent show. La verticalizzazione della leadership
a livello nazionale ha necessariamente dovuto lasciare più ampi margini
d’azione e di decisione ai leader locali, che sono naturalmente venuti
a coincidere con gli eletti. E in particolare con i consiglieri
regionali, che potevano contare su un certo grado di discrezionalità sui
bilanci regionali.
A partire da questi si sono dunque costruite filiere di potere basate
sulla logica dello scambio. Scambio inteso non necessariamente in
termini di benefici materiali ma spesso di mutua legittimazione tra
capo-filiera e suoi referenti locali. La logica della fedeltà al
capo-filiera ha ulteriormente indebolito il ruolo della militanza, già
profondamente ridimensionato dalla costruzione del partito “leggero”. Il
dibattito democratico si è affievolito soprattutto sui livelli
territoriali, dove è diventato quanto mai avvilente provare a sostenere
una discussione politica quando i propri interlocutori non sono liberi,
ma schiavi della logica dell’appartenenza correntizia. Questa situazione
nella sezione di Itri ha raggiunto livelli di insostenibilità.
La salita sul carro di Renzi di personaggi poco trasparenti e
compromessi con trent’anni di disastrosa politica democristiana e poi di
centrodestra è la goccia che fa traboccare il vaso. Questo spettacolo
di ex amministratori di dubbio successo, transfughi e voltagabbana di
ogni colore sono un peso insopportabile per i nostri elettori e per chi
si dedica da anni alle ragioni della Sinistra e di questo partito. Il
terribile dubbio che guida queste nostre affermazioni è che in un
partito così costruito non ci sia più spazio per una cultura di
Sinistra. E questo è vero se non completamente al livello nazionale,
sicuramente in provincia di Latina e in particolare ad Itri.
Non nascondiamo che, per chi come noi ha interpretato la politica, e
segnatamente la militanza a Sinistra, come una condizione esistenziale,
questa situazione rappresenta un dramma intellettuale. Con amarezza da
un lato, ma con spirito liberatorio dall’altro, abbiamo deciso di uscire
dal Partito Democratico. Questa non è la fine del nostro impegno,
poiché crediamo che ci sia ancora bisogno di una Sinistra, anche in
questo Comune. Crediamo che i tempi siano maturi per dare vita a un
soggetto politico locale che unisca le esperienze della Sinistra che
sono maturate nel nostro paese in questi anni. Vogliamo quindi lanciare
un appello a quanti si riconoscono nei valori di questa cultura
politica, per un percorso comune che possa, almeno a Itri, – conclude la
nota – vedere le esperienze e la passione della Sinistra impegnate in
una nuova idea di comunità”.
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