mercoledì 24 marzo 2010

CROLLA L'OCCUPAZIONE

La crisi che Berlusconi e Tremonti non vogliono vedere.

Crolla l'opccupazione (mezzo milione in più) mentre la FIAT taglia altri 5000 posti.





Una situazione drammatica (la più brutta da quindici anni a questa parte), destinata a peggiorare. Si parla di occupazione, di posti di lavoro. Diminuiti, nel giro di un anno di più dell'uno per cento. E in questa situazione la Fiat fa circolare le voci di nuovi, pesantissimi tagli nelle fabbriche italiane.
Cominciamo dal colosso automobiistico. Stando alle anticipazioni, pubblicate mercoledì mattina da "La Repubblica" - voci fino ad ora non smentite - la "cura" che alla fine di aprile proporrà Marchionne è drastica: più di cinquemila dipendenti in meno, solo nel nostro paese. Sarà la conseguenza di una riduzione di un quarto del numero dei modelli (che passano da dodici a otto), anche se - sempre nei progetti dell'amministratore delegato - la produzione italiana dovrebbe aumentare fino a toccare le novecento vetture all'anno.
Sempre secondo le indiscrezioni, la Fiat produrrà - col suo marchio, o con quello dell'Alfa e della Lancia - altri sette modelli, elettrici, ma dall'altra parte dell'Oceano, negli Stati Uniti. Vetture che non dovrebbero essere destinate al mercato europeo.
Questo che Repubblica definisce "piano industriale" significherà un taglio del 15% degli addetti al montaggio finale. Per farla breve: sarà mandato a casa il quindici per cento di quei 30mila operai di linea, che già nei mesi scorsi sono rimasti fermi per due settimane di cassa integrazione. Più nel dettaglio: nel calcolo sono compresi i 1.500 dipendenti della Fiat di Termini Imerese (stabilimento per il quale Marchionne non sembra disposto a fare alcuna concessione: chiuderà entro il 31 dicembre 2011), più i 500 dipendenti che andranno in mobilità volontaria a Cassino. A tutto ciò - ed è questa la cosa che non si conosceva fino ad oggi - vanno aggiunti i 2.000-2.500 addetti in meno alle Carrozzerie di Mirafiori e le 500 tute blu che il sindacato stima possano perdere il posto a Pomigliano in seguito al passaggio dalle produzioni Alfa alla Panda.
Ce n'è quanto basta, insomma, perché Giorgio Cremaschi, segretario della Fiom, dica che ''il piano Fiat e' una vergogna. Che conferma le nostre peggiori e spesso inascoltate previsioni. La realtà é che la Fiat comincia a lasciare l'Italia con una valanga di licenziamenti''. Di più: ''La presentazione del piano il 21 aprile sara' uno dei momenti piu' drammatici della storia della Fiat - aggiunge Cremaschi - perche' Marchionne lo dovra' illustrare ai 5.000 lavoratori che vuole licenziare e anche a tutti gli altri. Si andra' a uno scontro frontale e drammatico". Voluto, comunque, non solo dalla grande impresa ma anche dal governo: "Sì, - conclude Cremaschi - il governo intervenga smettendola di minimizzare o di coprire le posizioni di Marchionne''.
Queste le prospettive. In un quadro, lo si diceva, già di per sè drammatico. Proprio mercoledì mattina, infatti, l'Istat ha reso noti i dati sull'occupazione. Sono cifre da rabbrividire: per il quarto trimestre consecutivo cala il numero degli occupati. In un anno, la disoccupazione è salita di un punto percentuale e oggi il 7,8 è alla ricerca di un impiego. I dati peggiori dal '95.
In cifre assolute questo significa che nel 2009 rispetto all'anno precedente i posti di lavoro sono diminuiti di 428 mila unità. L'Istat fornisce poi anche un ulteriore dato. Più dettagliato. Dividendo i lavoratori fra "italianI" e migranti. Fra i primi gli occupati sono diminuiti di 572 mila unità, fra i secondi i posti di lavoro sono cresciuti di 147 mila. Un incremento, comunque, molto, molto più ridotto di quello degli anni precedenti.

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