Ci siamo, il momento è arrivato. E’ a portata di mano, col voto di domenica e lunedì, un cambiamento che attendiamo da tempo. Facciamo il possibile, nelle poche ore che ancora rimangono, affinché non vada sprecato alcun voto per la Federazione della sinistra e per le candidate e i candidati di Rifondazione comunista.
Quello che ci attende è un voto importantissimo. È vero: votiamo per eleggere i nuovi presidenti e le nuove assemblee regionali. Ma mai come in questa occasione un voto amministrativo è stato carico di significati politici generali. Votiamo anche per il futuro del Paese, per la riconquista dei diritti del lavoro, per la giustizia sociale. E votiamo per la salvezza della sinistra italiana, a cominciare dal nostro partito e dalle altre forze della Federazione.
Pensiamo a quanto è accaduto negli ultimi vent’anni, da quando è stata decisa la morte del Pci e della prima Repubblica.
· Si è cercato in tutti i modi di sopprimere la domanda di cambiamento che aveva marcato il «caso italiano».
· Sono stati inferti colpi durissimi alla Costituzione antifascista e ci si è impegnati a dividere il movimento sindacale.
· Si sono varate devastanti controriforme istituzionali imponendo il sistema maggioritario e la gabbia del bipolarismo.
· Si è introdotto il veleno del presidenzialismo svuotando di potere il Parlamento.
· Si è attaccata l’indipendenza della magistratura, si sono minate le fondamenta stesse dell’unità nazionale.
· Sul terreno sociale si è attaccata l’autonomia del sindacato e si è cercato di sottoporre l’informazione a un ferreo controllo politico. Sul terreno economico si è posta fine all’intervento pubblico, smantellando lo Stato sociale e svendendo ai privati enormi risorse produttive.
Gli effetti di questa devastazione sono sotto gli occhi di tutti.
L’Italia è una delle società più ingiuste e ineguali dell’intero mondo capitalistico. Detiene il record dei bassi salari e dell’evasione fiscale (mentre il governo in carica passa imperterrito di condono in condono). Precarietà e insicurezza sono regola nel lavoro dipendente. L’apparato produttivo nazionale è allo stremo, la disoccupazione dilaga sotto i morsi della crisi.
L’unica misura concreta che la destra ha saputo varare per «rassicurare» l’opinione pubblica è un «pacchetto sicurezza» che non ha nulla da invidiare alle leggi razziste del fascismo.
Non c’è da stupirsi se Silvio Berlusconi è stato, in questi vent’anni, protagonista della scena politica italiana. Non solo per l’enorme potere finanziario e mediatico di cui dispone, ma anche per la responsabilità della controparte politica che non ha svolto il suo ruolo di opposizione.
Oggi, finalmente, il disastro è squadernato. Il fallimento del progetto piduista si impone con tutta evidenza, al punto di spaccare lo stesso fronte della destra. Non si tratta solo degli scandali sessuali, della Protezione civile o del Trani-gate.
In crisi è tutto un sistema di potere, e per questo il voto di domenica sarà decisivo. Ma attenzione. Decisivo può esserlo in almeno due modi diversi.
Crisi significa instabilità. Già nelle prossime settimane si produrranno mutamenti profondi. Con ogni probabilità alla fine della legislatura saremo in un Paese diverso. Ma come sarà questo Paese, di quale segno saranno questi mutamenti, se riconquisteremo gli spazi perduti alla democrazia e alla giustizia o ci toccherà invece registrare una nuova sconfitta foriera di più gravi pericoli - tutto ciò dipenderà in larga misura proprio dall’esito di queste elezioni.
Consapevole di ciò, Berlusconi sta giocando il tutto per tutto. L’insulto quotidiano a chiunque lo ostacoli prelude alla richiesta di una delega in bianco. Per questo è necessario che la destra subisca una bruciante sconfitta. Per questo ogni voto alle forze della sinistra e in particolare alle forze comuniste è vitale per salvare la democrazia e riaprire il discorso dopo il lungo incubo della seconda Repubblica.Riaprire il discorso: in politica non c’è nulla di certo, il presente e il futuro vanno costruiti con tenacia giorno per giorno, ora per ora. E in queste ore il compito principale è di certo salvare, consolidare, incrementare quanto possibile il patrimonio di forza dei comunisti in Italia. Questa è la condizione primaria per tenere viva la speranza. Dopodiché - lo sappiamo - occorrerà un salto di qualità. L’unità delle forze democratiche contro Berlusconi e l’unità della sinistra per la difesa del lavoro e la giustizia sociale restano necessità inderogabili. Non è concepibile che la destra riesca a superare le proprie divisioni nel nome del potere e invece le forze della democrazia e del lavoro non sappiano unirsi per il bene comune, la difesa dei diritti sociali e civili, la salvezza della Costituzione. Domenica è in gioco anche tutto questo. Care compagne e cari compagni, andiamo a votare per i nostri candidati nelle regioni, ma spendiamo intanto queste ultime ore con la consapevolezza che siamo in un momento cruciale della vita di questo Paese!
Quello che ci attende è un voto importantissimo. È vero: votiamo per eleggere i nuovi presidenti e le nuove assemblee regionali. Ma mai come in questa occasione un voto amministrativo è stato carico di significati politici generali. Votiamo anche per il futuro del Paese, per la riconquista dei diritti del lavoro, per la giustizia sociale. E votiamo per la salvezza della sinistra italiana, a cominciare dal nostro partito e dalle altre forze della Federazione.
Pensiamo a quanto è accaduto negli ultimi vent’anni, da quando è stata decisa la morte del Pci e della prima Repubblica.
· Si è cercato in tutti i modi di sopprimere la domanda di cambiamento che aveva marcato il «caso italiano».
· Sono stati inferti colpi durissimi alla Costituzione antifascista e ci si è impegnati a dividere il movimento sindacale.
· Si sono varate devastanti controriforme istituzionali imponendo il sistema maggioritario e la gabbia del bipolarismo.
· Si è introdotto il veleno del presidenzialismo svuotando di potere il Parlamento.
· Si è attaccata l’indipendenza della magistratura, si sono minate le fondamenta stesse dell’unità nazionale.
· Sul terreno sociale si è attaccata l’autonomia del sindacato e si è cercato di sottoporre l’informazione a un ferreo controllo politico. Sul terreno economico si è posta fine all’intervento pubblico, smantellando lo Stato sociale e svendendo ai privati enormi risorse produttive.
Gli effetti di questa devastazione sono sotto gli occhi di tutti.
L’Italia è una delle società più ingiuste e ineguali dell’intero mondo capitalistico. Detiene il record dei bassi salari e dell’evasione fiscale (mentre il governo in carica passa imperterrito di condono in condono). Precarietà e insicurezza sono regola nel lavoro dipendente. L’apparato produttivo nazionale è allo stremo, la disoccupazione dilaga sotto i morsi della crisi.
L’unica misura concreta che la destra ha saputo varare per «rassicurare» l’opinione pubblica è un «pacchetto sicurezza» che non ha nulla da invidiare alle leggi razziste del fascismo.
Non c’è da stupirsi se Silvio Berlusconi è stato, in questi vent’anni, protagonista della scena politica italiana. Non solo per l’enorme potere finanziario e mediatico di cui dispone, ma anche per la responsabilità della controparte politica che non ha svolto il suo ruolo di opposizione.
Oggi, finalmente, il disastro è squadernato. Il fallimento del progetto piduista si impone con tutta evidenza, al punto di spaccare lo stesso fronte della destra. Non si tratta solo degli scandali sessuali, della Protezione civile o del Trani-gate.
In crisi è tutto un sistema di potere, e per questo il voto di domenica sarà decisivo. Ma attenzione. Decisivo può esserlo in almeno due modi diversi.
Crisi significa instabilità. Già nelle prossime settimane si produrranno mutamenti profondi. Con ogni probabilità alla fine della legislatura saremo in un Paese diverso. Ma come sarà questo Paese, di quale segno saranno questi mutamenti, se riconquisteremo gli spazi perduti alla democrazia e alla giustizia o ci toccherà invece registrare una nuova sconfitta foriera di più gravi pericoli - tutto ciò dipenderà in larga misura proprio dall’esito di queste elezioni.
Consapevole di ciò, Berlusconi sta giocando il tutto per tutto. L’insulto quotidiano a chiunque lo ostacoli prelude alla richiesta di una delega in bianco. Per questo è necessario che la destra subisca una bruciante sconfitta. Per questo ogni voto alle forze della sinistra e in particolare alle forze comuniste è vitale per salvare la democrazia e riaprire il discorso dopo il lungo incubo della seconda Repubblica.Riaprire il discorso: in politica non c’è nulla di certo, il presente e il futuro vanno costruiti con tenacia giorno per giorno, ora per ora. E in queste ore il compito principale è di certo salvare, consolidare, incrementare quanto possibile il patrimonio di forza dei comunisti in Italia. Questa è la condizione primaria per tenere viva la speranza. Dopodiché - lo sappiamo - occorrerà un salto di qualità. L’unità delle forze democratiche contro Berlusconi e l’unità della sinistra per la difesa del lavoro e la giustizia sociale restano necessità inderogabili. Non è concepibile che la destra riesca a superare le proprie divisioni nel nome del potere e invece le forze della democrazia e del lavoro non sappiano unirsi per il bene comune, la difesa dei diritti sociali e civili, la salvezza della Costituzione. Domenica è in gioco anche tutto questo. Care compagne e cari compagni, andiamo a votare per i nostri candidati nelle regioni, ma spendiamo intanto queste ultime ore con la consapevolezza che siamo in un momento cruciale della vita di questo Paese!
Alberto Burgio, Liberazione 27.03.2010
Nessun commento:
Posta un commento
Di la tua