Lo stato di salute della nostra Repubblica ha superato il livello di guardia.
Gli errori di chi ha presentato le liste del PDL in Lombardia e nella provincia di Roma, oltre che gravi sono sintomi di un deterioramento della politica e di una lotta per bande dentro il PDL. Non è cosa di poco conto.
Ciò detto penso che non si potesse andare alle elezioni con l’esclusione delle liste del partito di maggioranza. Su questo problema stavano lavorando i magistrati. Sarebbe stato doveroso attendere il loro responso. Sulla via più strettamente politica sarebbe stato urtile e opportuno che l’attuale Presidente del consiglio si fosse presentato in Parlamento e, dopo aver ammesso gli errori, avesse chiesto anche all’opposizione di trovare una via per arrivare ad elezioni regolari. Cercare una intesa politica e democratica. Ma pazienza e rispetto della democrazia non si addicono a Berlusconi e alla sua arroganza del potere. Nessuna discussione, nessuna trattativa, ma la forma più autoritaria di intervento del Governo in un campo – norme elettorali – che gli è precluso, tanto più in tempi di campagna elettorale.
Una violenza sui magistrati, sulla Costituzione, sul Parlamento e, ancora più grave, sul Presidente della Repubblica. Quali le minacce di Berlusconi?avergli strappato con la sua nota arroganza la firma del dercreto-truffa, mina il prestigio e l’autorità del Presidente e mette viepiù in pericolo la nostra Repubblica.
Giorgio Napolitano avrebbe dovuto rifiutare la firma ad un decreto così vistosamente contrario a tutte le norme della democrazia e della Costituzione. Un suo fermo no sarebbe stato doveroso per chi ha un ruolo di garante. Anche se la richiesta di impeachment avanzata da Di Pietro è un’idiozia.
Ci saranno, sono già cominciate manifestazioni di popolo, di protesta a difesa della Costituzione. Sosteniamole.
La ferita è grave e, con i tempi che corrono, può diventare una piaga purulenta diffusa in tutto il Paese. Non è più questione di liste si e no, ma di salvaguardia della Repubblica nata dalla Resistenza e dal referendum contro la monarchia.
Ci attende una nuova monarchia, detta Cavalierato?
Valentino PARLATO, Il Manifesto, 07.03.2010
Gli errori di chi ha presentato le liste del PDL in Lombardia e nella provincia di Roma, oltre che gravi sono sintomi di un deterioramento della politica e di una lotta per bande dentro il PDL. Non è cosa di poco conto.
Ciò detto penso che non si potesse andare alle elezioni con l’esclusione delle liste del partito di maggioranza. Su questo problema stavano lavorando i magistrati. Sarebbe stato doveroso attendere il loro responso. Sulla via più strettamente politica sarebbe stato urtile e opportuno che l’attuale Presidente del consiglio si fosse presentato in Parlamento e, dopo aver ammesso gli errori, avesse chiesto anche all’opposizione di trovare una via per arrivare ad elezioni regolari. Cercare una intesa politica e democratica. Ma pazienza e rispetto della democrazia non si addicono a Berlusconi e alla sua arroganza del potere. Nessuna discussione, nessuna trattativa, ma la forma più autoritaria di intervento del Governo in un campo – norme elettorali – che gli è precluso, tanto più in tempi di campagna elettorale.
Una violenza sui magistrati, sulla Costituzione, sul Parlamento e, ancora più grave, sul Presidente della Repubblica. Quali le minacce di Berlusconi?avergli strappato con la sua nota arroganza la firma del dercreto-truffa, mina il prestigio e l’autorità del Presidente e mette viepiù in pericolo la nostra Repubblica.
Giorgio Napolitano avrebbe dovuto rifiutare la firma ad un decreto così vistosamente contrario a tutte le norme della democrazia e della Costituzione. Un suo fermo no sarebbe stato doveroso per chi ha un ruolo di garante. Anche se la richiesta di impeachment avanzata da Di Pietro è un’idiozia.
Ci saranno, sono già cominciate manifestazioni di popolo, di protesta a difesa della Costituzione. Sosteniamole.
La ferita è grave e, con i tempi che corrono, può diventare una piaga purulenta diffusa in tutto il Paese. Non è più questione di liste si e no, ma di salvaguardia della Repubblica nata dalla Resistenza e dal referendum contro la monarchia.
Ci attende una nuova monarchia, detta Cavalierato?
Valentino PARLATO, Il Manifesto, 07.03.2010
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