giovedì 4 marzo 2010

La domanda diminuisce ma i prezzi aumentano. Forse c'è qualcuno che specula?

Si conferma con segno positivo anche a febbraio il tasso di inflazione. “Nonostante la lievissima flessione, dall’1,3% di gennaio all’1,2% di febbraio, si tratta sempre di un dato gravissimo, in piena contraddizione con l’andamento economico della domanda di mercato”. Lo denunciano congiuntamente le associazioni Federconsumatori e Adusbef.
Domanda di mercato che, affermano i sindacati dei consumatori, “ha registrato, nell’ultimo anno, un vero e proprio tracollo, attraverso: una fortissima contrazione dei consumi (da -2,5% a -3%); una caduta verticale dei redditi della famiglie (-1,8/-1,9% secondo le stime dell’Osservatorio Federconsumatori confermate da più fonti) e, quindi, una drastica riduzione della loro capacità di acquisto”.
Cadute che hanno determinato “pesantissime ripercussioni”sull’intera economia del Paese, che, in assenza di interventi mirati, rischia di andare sempre peggio.
In questo contesto, continuano ancora le due associazioni, “un tasso di inflazione con segno positivo, non solo appare del tutto incoerente con le più elementari logiche di mercato, ma fa insorgere più di un sospetto circa la presenza di forti speculazioni a danno delle famiglie e del mercato”. “Non dimentichiamo – sottolineano – che un tasso di inflazione all’1,2% contribuisce a debilitare ulteriormente i bilanci delle famiglie, comportando un aumento di 360 Euro annui”.
Per questa ragione i consumatori sollecitano il Governo “ad intervenire in maniera determinata: avviando maggiori controlli e verifiche sul versante delle speculazioni, operando, come chiediamo da tempo, una detassazione per il reddito fisso di almeno 1200 Euro annui, indispensabile per rilanciare la domanda di mercato, realizzando – scrivono ancora – quel blocco delle tariffe promesso dal Viceministro Vegas, del quale, però, ancora non abbiamo visto traccia”.
Tariffe che, secondo lo studio aggiornato di Federconsumatori ed Adusbef, registrano aumenti che nel 2010 determineranno per le famiglie maggiori spese per 660 euro.

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