Vinti: La lotta alle infiltrazioni mafiose è una priorità per l’Umbria ma non per il Governo Berlusconi
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose in Umbria ha visto realizzato, nel corso del 2009, un primo decisivo intervento con l’istituzione -su convincimento, iniziativa e insistenza del sottoscritto- di una Commissione regionale di inchiesta sulle infiltrazioni criminali in Umbria.
La Commissione ha avuto il compito di verificare il livello di infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel territorio regionale umbro, procedendo anche alla verifica delle azioni poste in atto per contrastare la criminalità organizzata in materia di smaltimento dei rifiuti, del narcotraffico e delle acquisizioni d'impresa e attività economica.
Un importante obiettivo della Commissione è stato quello della verifica del rispetto della normativa antimafia da parte delle amministrazioni pubbliche che affidano appalti in ambito regionale; l’intenzione era quella di consentire alle varie amministrazioni locali di coniugare celerità e speditezza nell’esecuzione dei lavori pubblici con il tema, altrettanto rilevante e delicato, della realizzazione di controlli antimafia realmente efficaci. La Commissione ha avuto il compito di individuare le misure utili al fine di prefigurare un modello originale “umbro” di strumenti efficaci nel contrasto alla criminalità organizzata.
I lavori della Commissione sono stati caratterizzati dall’attività di audizione di figure appartenenti ai diversi campi dell’economia, della società e dell’amministrazione pubblica; particolarmente significativo è stato, anche ai fini della delineazione delle strategie anticrimine elaborate dalla Commissione, l’incontro con i magistrati della Procura Nazionale Antimafia.
Il quadro generale che ne è emerso è quello poco rassicurante di una realtà regionale non più ai margini dell’azione delle organizzazioni criminali.
Un primo, fondamentale, risultato operativo è stato quello di inserire specifiche prescrizioni antimafia formulate dalla Commissione in tema di appalti pubblici nel testo della legge regionale sui lavori pubblici recentemente approvata dal Consiglio regionale dell’Umbria.
Il Governo Berlusconi, come al solito, smentendo quello che propaganda quotidianamente ovvero che vuole intensificare la lotta alle mafie, si è affrettato a impugnare di fronte alla Corte costituzionale questa legge che rappresenta un reale tentativo di limitazione delle infiltrazioni mafiose.
La Commissione regionale non ha terminato i suoi lavori considerato il breve lasso di tempo che ha avuto a sua disposizione; comunque, già oggi, mi impegno a ripresentare all’inizio della nuova legislatura gli atti necessari per la sua ricostituzione per consentire alla stessa di proseguire le attività già proficuamente iniziate.
Mi farò promotore anche di ulteriori proposte, legislative e non, per realizzare un contrasto concreto ed efficace alle infiltrazioni mafiose, tra cui, l’istituzione di un apposito organismo regionale con compiti di controllo e verifica del rispetto da parte degli operatori pubblici e privati che agiscono nel territorio regionale del rispetto delle norme sul contrasto alle organizzazioni criminali. Penso che chi, anche solo per inadeguatezza o inettitudine, non rispetta le indicazioni di legge in questa materia deve essere fortemente sanzionato.
Stefano Vinti, candidato alle regionali nelle liste della Federazione della Sinistra
Il contrasto alle infiltrazioni mafiose in Umbria ha visto realizzato, nel corso del 2009, un primo decisivo intervento con l’istituzione -su convincimento, iniziativa e insistenza del sottoscritto- di una Commissione regionale di inchiesta sulle infiltrazioni criminali in Umbria.
La Commissione ha avuto il compito di verificare il livello di infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel territorio regionale umbro, procedendo anche alla verifica delle azioni poste in atto per contrastare la criminalità organizzata in materia di smaltimento dei rifiuti, del narcotraffico e delle acquisizioni d'impresa e attività economica.
Un importante obiettivo della Commissione è stato quello della verifica del rispetto della normativa antimafia da parte delle amministrazioni pubbliche che affidano appalti in ambito regionale; l’intenzione era quella di consentire alle varie amministrazioni locali di coniugare celerità e speditezza nell’esecuzione dei lavori pubblici con il tema, altrettanto rilevante e delicato, della realizzazione di controlli antimafia realmente efficaci. La Commissione ha avuto il compito di individuare le misure utili al fine di prefigurare un modello originale “umbro” di strumenti efficaci nel contrasto alla criminalità organizzata.
I lavori della Commissione sono stati caratterizzati dall’attività di audizione di figure appartenenti ai diversi campi dell’economia, della società e dell’amministrazione pubblica; particolarmente significativo è stato, anche ai fini della delineazione delle strategie anticrimine elaborate dalla Commissione, l’incontro con i magistrati della Procura Nazionale Antimafia.
Il quadro generale che ne è emerso è quello poco rassicurante di una realtà regionale non più ai margini dell’azione delle organizzazioni criminali.
Un primo, fondamentale, risultato operativo è stato quello di inserire specifiche prescrizioni antimafia formulate dalla Commissione in tema di appalti pubblici nel testo della legge regionale sui lavori pubblici recentemente approvata dal Consiglio regionale dell’Umbria.
Il Governo Berlusconi, come al solito, smentendo quello che propaganda quotidianamente ovvero che vuole intensificare la lotta alle mafie, si è affrettato a impugnare di fronte alla Corte costituzionale questa legge che rappresenta un reale tentativo di limitazione delle infiltrazioni mafiose.
La Commissione regionale non ha terminato i suoi lavori considerato il breve lasso di tempo che ha avuto a sua disposizione; comunque, già oggi, mi impegno a ripresentare all’inizio della nuova legislatura gli atti necessari per la sua ricostituzione per consentire alla stessa di proseguire le attività già proficuamente iniziate.
Mi farò promotore anche di ulteriori proposte, legislative e non, per realizzare un contrasto concreto ed efficace alle infiltrazioni mafiose, tra cui, l’istituzione di un apposito organismo regionale con compiti di controllo e verifica del rispetto da parte degli operatori pubblici e privati che agiscono nel territorio regionale del rispetto delle norme sul contrasto alle organizzazioni criminali. Penso che chi, anche solo per inadeguatezza o inettitudine, non rispetta le indicazioni di legge in questa materia deve essere fortemente sanzionato.
Stefano Vinti, candidato alle regionali nelle liste della Federazione della Sinistra
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