Solo ieri, 9 marzo, la Commissione lavoro della Camera aveva approvato, con il voto trasversale di PDL, Lega e PD (assenti UDC e IDV) un emendamento che allungherà la cassa integrazione da 52 a 78 settimane. Il 15 marzo dovrà ritornare per l’approvazione definitiva alla Camera.
La proposta iniziale era di raddoppiare il tempo, mentre i sindacati (CGIL) avevano chiesto il prolungamento a 104 settimane.
Considerando la crisi economica e la conseguente crescita dell’utilizzo della Cassa Integrazione, sapendo che un cassa integrato, percepisce tra i 500 e i 1000 euro, è facile immaginare le enormi difficoltà che attraversano milioni di lavoratori per mantenere la famiglia.
Non la pensa così il ministro Maurizio Sacconi, che oggi (10 marzo) fa sapere che il governo non intende avallare l’emendamento. Con un colpo solo, da uno schiaffo ai suoi stessi compagni di partito che avevano sottoscritto l’emendamento, ma, dopo l’attacco all’articolo 18, si aggiunge questo nuovo schiaffo verso i lavoratori.
Questi governanti non sono solo scemi a presentare le liste, a farsi un decreto inapplicabile, dimostrando di non conoscere le leggi, a farsi leggi salva-persone, salva-liste e salva-paraculi, ma dimostrano di disprezzare i lavoratori e la loro intelligenza.
Venerdì 12, nei propri territori a sostegno dello sciopero nazionale indetto dalla CGIL e
Sabato 13 a Roma, scendiamo in piazza, facciamogli vedere, chi sono le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese.
La proposta iniziale era di raddoppiare il tempo, mentre i sindacati (CGIL) avevano chiesto il prolungamento a 104 settimane.
Considerando la crisi economica e la conseguente crescita dell’utilizzo della Cassa Integrazione, sapendo che un cassa integrato, percepisce tra i 500 e i 1000 euro, è facile immaginare le enormi difficoltà che attraversano milioni di lavoratori per mantenere la famiglia.
Non la pensa così il ministro Maurizio Sacconi, che oggi (10 marzo) fa sapere che il governo non intende avallare l’emendamento. Con un colpo solo, da uno schiaffo ai suoi stessi compagni di partito che avevano sottoscritto l’emendamento, ma, dopo l’attacco all’articolo 18, si aggiunge questo nuovo schiaffo verso i lavoratori.
Questi governanti non sono solo scemi a presentare le liste, a farsi un decreto inapplicabile, dimostrando di non conoscere le leggi, a farsi leggi salva-persone, salva-liste e salva-paraculi, ma dimostrano di disprezzare i lavoratori e la loro intelligenza.
Venerdì 12, nei propri territori a sostegno dello sciopero nazionale indetto dalla CGIL e
Sabato 13 a Roma, scendiamo in piazza, facciamogli vedere, chi sono le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese.
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