Federconsumatori e Adusbef: “le speculazioni ricadono sugli automobilisti, che pagano ben 171 euro annui in più”. Il prezzo della benzina e più in generale quello di tutti i carburanti è una specie di oggetto misterioso. Resta estremamente difficile capire in base a cosa viene determinato.
Ancora una volta il problema viene posto da Federconsumatori e Adusbef. Le due associazioni fanno notare che per tutto il mese di gennaio il costo del petrolio si attestava, come in queste settimane, attorno agli 80 dollari al barile, mentre la benzina era venduta attorno a 1,29 - 1,31 euro al litro (con una media, quindi, di 1,30 Euro al litro), secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Tenendo contro, per fare un calcolo corretto, delle variazioni Euro/Dollaro, è necessario aggiungere a tale quotazione un 4% in più sul prezzo industriale. Con tale adeguamento la benzina, oggi, dovrebbe costare attorno a 1,32 Euro al litro.
“Già su questo dato - affermano, Rosario Trefiletti (Federconsumatori) ed Elio Lannutti (Adusbef) - abbiamo sempre contestato quei 3-4 centesimi in più rispetto agli altri paesi europei. Ma, oltre a ciò, la cosa che vogliamo, per l’ennesima volta, denunciare è che non si capisce per quale motivo la benzina vanga venduta a 1,38-1,39 Euro al litro, con uno stacco, quindi, di 6-7 centesimi in più al litro rispetto a gennaio. Tale sovrapprezzo, sommato alla differenza con la media del costo industriale in Europa, raggiunge ben 9-10 centesimi al litro. Siamo alle solite - proseguono - tali speculazioni ricadono sugli automobilisti, che, per costi diretti ed indiretti, pagano ben 171 Euro annui in più”. Per fronteggiare tale situazione, rimaniamo sempre in attesa di una risposta da parte del Governo, attraverso: la creazione di un Organismo che controlli la doppia velocità sui prezzi dei carburanti; la definizione di norme attuative per una completa liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti, anche attraverso l’apertura della vendita nel canale della grande distribuzione
Ancora una volta il problema viene posto da Federconsumatori e Adusbef. Le due associazioni fanno notare che per tutto il mese di gennaio il costo del petrolio si attestava, come in queste settimane, attorno agli 80 dollari al barile, mentre la benzina era venduta attorno a 1,29 - 1,31 euro al litro (con una media, quindi, di 1,30 Euro al litro), secondo i dati del Ministero dello Sviluppo Economico. Tenendo contro, per fare un calcolo corretto, delle variazioni Euro/Dollaro, è necessario aggiungere a tale quotazione un 4% in più sul prezzo industriale. Con tale adeguamento la benzina, oggi, dovrebbe costare attorno a 1,32 Euro al litro.
“Già su questo dato - affermano, Rosario Trefiletti (Federconsumatori) ed Elio Lannutti (Adusbef) - abbiamo sempre contestato quei 3-4 centesimi in più rispetto agli altri paesi europei. Ma, oltre a ciò, la cosa che vogliamo, per l’ennesima volta, denunciare è che non si capisce per quale motivo la benzina vanga venduta a 1,38-1,39 Euro al litro, con uno stacco, quindi, di 6-7 centesimi in più al litro rispetto a gennaio. Tale sovrapprezzo, sommato alla differenza con la media del costo industriale in Europa, raggiunge ben 9-10 centesimi al litro. Siamo alle solite - proseguono - tali speculazioni ricadono sugli automobilisti, che, per costi diretti ed indiretti, pagano ben 171 Euro annui in più”. Per fronteggiare tale situazione, rimaniamo sempre in attesa di una risposta da parte del Governo, attraverso: la creazione di un Organismo che controlli la doppia velocità sui prezzi dei carburanti; la definizione di norme attuative per una completa liberalizzazione della rete di distribuzione dei carburanti, anche attraverso l’apertura della vendita nel canale della grande distribuzione
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