La Fiat mettera' in mobilita' nella fabbrica di Pomigliano 19
lavoratori per poter rispettare l'ordinanza della Corte d'Appello di
Roma che obbliga ad assumere i 19 dipendenti di Fiat Group Automobiles
iscritti alla Fiom. La misura è inversa, ma il metodo è esattamente lo
stesso. Come nella Germania nazista Sergio Herr Marchionne utilizza la rappresaglia per governare l’azienda.
L’aveva già annunciato ieri alla fine dell’incontro
con i sindacati. Nel comunicato riassuntivo chiedeva a Cisl e Uil “una
difesa attiva” contro quei sindacati “di minoranza” che vogliono far
saltare Fabbrica Italia. Ed oggi l’ha messo in pratica, attraverso la
rappresaglia a Pomigliano. C'è da dire che nei giorni scorsi era
circolato un documento in cui un gruppo di lavoratori chiedeva di
firmare un appello per non far rientrare al lavoro gli iscritti alla
Fiom.
L’annuncio di oggi ha avuto l’effetto di una bomba. Non una bomba
qualsiasi, ma come una perfetta bomba terroristica, lanciata nel mucchio
in un posto molto frequentato nell’ora di punta.
Tra l’altro, le motivazioni addotte dall'azienda sono del tutto
risibili. L'azienda - si legge nel comunicato - ha da tempo sottolineato
che la sua attuale struttura e' sovradimensionata rispetto alla domanda
del mercato italiano ed europeo da mesi in forte flessione e che, di
conseguenza, ha gia' dovuto fare ricorso alla cassa integrazione per un
totale di venti giorni. Altri dieci sono programmati per fine novembre".
L’ordinanza del pretore prima e della Corte di Appello, però, non
diceva infatti di dover assumere ma diceva di “non discriminare”. E'
cosa ben diversa. La Fiat, infatti, a Pomigliano nel reimpiantare la
nuova azienda (Fip) ha accuratamente escluso di riassumere i lavoratori
iscritti alla Fiom. E’ quindi ipocrisia bella e buona sostenere che “non
ci sono le condizioni di mercato”. Le nuove assunzioni, infatti,
risalgono a questa privavera, in piena crisi economica, quindi. Da
allora ad oggi i numeri non sono cambiati più di tanto. I modelli che
Marchionne cerca di piazzare sul mercato vengono schifati esattamente
allo stesso modo.
Amare le reazioni del sindacato. "Cio' che Fiat sta mettendo in atto
e' una azione ritorsiva, antisindacale e illegittima, per cui
respingiamo qualunque idea di licenziamento", dice il responsabile
nazionale Fiom, Giorgio Aiuraudo. "La Fiat ha l'impegno ad assumere
tutti i lavoratori dell'ex stabilimento Giovan Battista Vico di
Pomigliano a prescindere dalla loro adesione a qualunque organizzazione
sindacale -aggiunge Airaudo- invitiamo pertanto tutti i sindacati a
respingere questa ulteriore divisione dei lavoratori messa in atto
dall'azienda".
La Fiom di Napoli parla di “atto gravissimo” e annuncia che per fine
novembre ha intenzione di farsi sentire "con una giornata di lotta
davanti alla fabbrica, anche per la democrazia e la liberta' e per il
rispetto dei diritti in Italia. Chiederemo a tutte le forze politiche, a
tutte le istituzioni, a rappresentanti del mondo della cultura e dello
spettacolo di esserci".
Parole dure anche dalla Cgil: “Un ricatto inaccettabile, una
strategia vergognosa che ha il solo scopo di mettere i lavoratori gli
uni contro gli altri”, commenta il segretario confederale della Cgil,
Elena Lattuada. “A quale Fiat bisogna credere? - prosegue - A quella
che ieri annunciava che non intende chiudere alcuno stabilimento o a
quella che con la decisione di oggi avvia una irresponsabile campagna di
licenziamenti? Se è davvero quest'ultima la risposta è assolutamente
inaccettabile”. “Nel rivendicare il diritto inappellabile dei lavoratori
di potersi scegliere liberamente il sindacato, e a non essere
discriminati per questo, non abbiamo mai chiesto né mai pensato che
altri lavoratori dovessero essere subire tale ricatto. E' solo e
soltanto la vergognosa decisione - conclude Lattuada - di un'azienda che
per coprire le lacune del suo piano non trova di meglio che mettere
lavoratori contro lavoratori”.
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