Roberta Roberti è un'insegnante, di sinistra, una che non le
manda a dire per interposta persona, ed è la portavoce di Parma Bene
Comune, una lista nata nelle scorse elezioni a Parma tra movimenti e PRC
che potrebbe essere presa come spunto per la sinistra che verrà. Ma il
laboratorio di Parma non è interessante semplicemente da questo punto di
vista, Roberta infatti continua a lavorare sul territorio con i
movimenti e associazioni per la difesa dei diritti e dei beni comuni nel
più grande comune a guida grillina.
A Parma alcune vicende possono essere utilizzate come
parametro per comprendere quello che sta avvenendo nella scena politica
italiana, questioni enormi che misurano la portata e l'efficacia del
movimento a 5 stelle. Cosa mi dici al riguardo?
Il M5s ha fatto una campagna elettorale di rottura, sulle questioni
importanti come quella dell'inceneritore, lo stop al consumo di
territorio, sulla partecipazione dei cittadini e sulla trasparenza delle
scelte. Su questi ed altri temi le nostre proposte erano coincidenti
tant'è che i giornalisti ci domandavano perché non eravamo alleati. E
badate bene, a guardare il programma, ciò non avveniva solo sulle
questioni ambientali, ma anche sulla difesa del sistema pubblico, contro
le esternalizzazioni, dalla scuola ai servizi alla persona.
Poi però la campagna elettorale è finita e si sono ritrovati nel mondo grande e terribile.
Sì, ed infatti la direzione intrapresa in campagna elettorale è
cambiata, non è più la stessa. Le esternalizzazioni dei servizi alla
persona non sono state bloccate, anzi, si sono fatti altri grandi passa
sulla strada del monopolio dei servizi pubblici alle grandi cooperative.
So benissimo che è difficile andare controcorrente rispetto a processi
come questi, ma almeno qualche paletto potevano pur metterlo sulla
questione del controllo, del coordinamento sulle linee guida, sulla
formazione del personale e sui contratti, invece si riconferma la
sussidiarietà come modello gestionale dei servizi, un elemento questo
che produce il decadimento della qualità del servizio stesso, oltre che
dei diritti e salari delle persone che ci lavorano.
E come si sono giustificati?
Dicendo che non ci sono soldi e che i genitori sono contenti delle esternalizzazioni.
Questo però succede in moltissime parti d'Italia purtroppo.
Certo, lo so benissimo, ma loro hanno fatto una campagna elettorale
promettendo il cambiamento e poi riconfermano la cementificazione
selvaggia che l'amministrazione precedente aveva messo in agenda; non
dicono una parola sull’acqua pubblica; confermano le esternalizzazioni
nei servizi alla persona e nei servizi educativi. Si diceva “basta
consumo del suolo”, ora parliamo di 11 mila mq di speculazione, di nuovi
centri commerciali in cantiere che non si fermano, della via Emilia
bis. Lo stesso vale per l'inceneritore. Hanno garantito agli elettori
che sarebbe stato bloccato, mi hanno accusata di essere troppo morbida
in materia perché non mi sono mai sentita di promettere che l’impianto
sarebbe stato fermato, dal momento che sapevo che purtroppo non sarebbe
stato nelle competenze del sindaco poterlo fare. Ed ora, purtroppo, il
forno sta per partire. In poche parole si trovano in un guado, perchè da
una parte le promesse erano troppo grandi, dall’altra in questo momento
rifiutano lo scontro politico con i responsabili del dissesto del
nostro comune.
Spiegati meglio
Già in campagna elettorale Pizzarotti non aveva mai ben chiarito che
cosa intendesse fare il M5s riguardo il debito enorme del nostro comune
(840 milioni di euro). Tuttavia, era sembrato accogliere le proposte
della Commissione dell'audit sul debito, che invece poi è rimasta
inascoltata. La relazione dell’assessore al Bilancio Capelli, che ha
trattato il comune come fosse un’azienda privata quantificandone il
patrimonio e mettendolo a bilancio, si è limitato a demandare alla
magistratura le eventuali indagini, rifiutandosi di andare a verificare
le responsabilità politiche delle scelte folli compiute dalle
amministrazioni Ubaldi-Vignali. Ne è uscito un quadro “roseo” quanto
falsato della situazione debitoria del comune, a fronte di sacrifici e
di tagli davvero pesanti sui servizi, dell’IMU e dell’Irpef più alte
d’Italia. Il piano di rientro quinquennale stilato dal commissario
straordinario Ciclosi è un massacro sociale per i cittadini parmensi.
Quel piano va rigettato, è imperniato su di una logica privatistica del
comune e dà per scontato che il debito non sia almeno in parte da
considerarsi irricevibile. Pizzarotti lo ha assunto senza cambiarne una
virgola. Mi chiedo come mai Grillo invochi il pubblico processo per i
responsabili politici del debito nazionale, mentre a Parma uno dei suoi
sindaci fa esattamente il contrario quando avrebbe occasione di
dimostrare come si concretizzano le promesse del suo leader.
Ma su un terreno come questo il M5S non dovrebbe aprire un confronto pubblico?
Loro non cercano il confronto con le organizzazioni collettive, loro
comunicano con gli individui. Rifuggono il confronto: noi come PBC
abbiamo dichiarato di essere disponibili a collaborare con
l’amministrazione Pizzarotti mettendo a disposizione le nostre
competenze sui temi che meglio conosciamo quali debito, sociale, scuola,
cultura, lavoro e sui quali loro erano meno ferrati. Non c’è stata
nessuna risposta, mai, a nessuna delle nostre pubbliche richieste,
nemmeno quando li abbiamo invitati a sforare il patto di stabilità come
ha proposto l'Anci. Il fatto che non si rapportano con i soggetti
organizzati è un vero problema. Il loro modello partecipativo non
prevede spazio per l'azione collettiva, per la rivendicazione sul piano
generale dei diritti sociali. Promuovono il volontarismo individuale
come compensativo delle prestazioni del sistema pubblico, ma non
indagano politicamente le responsabilità della situazione, coinvolgendo
la città in un processo di cambiamento collettivo reale. Il modello di
partecipazione si risolve in riunioni di quartiere alle quali ci si
presenta come singoli cittadini, si viene divisi in tavoli e la
conversazione viene stimolata da una psicologa mediatrice. Non si
possono affrontare tematiche di ordine generale, ad esempio non parlare
di memoria antifascista in strade dove è nata la resistenza, per loro
queste tematiche sono inconcepibili quando si parla di amministrazione,
piuttosto chiedere che venga restaurato un monumento alle Barricate del
’22, questo si può fare. Parlare di speculazioni edilizie non si può
fare, parlare di buche e strisce pedonali, si può. Questo modello
partecipativo tanto sbandierato sta generando delusione, la trasparenza
non si fa solo con You Tube o la rete. Eppure non ci si si augura certo
che questa amministrazione fallisca, sia per i problemi che porterebbero
un nuovo commissariamento e nuove elezioni, sia perché Parma ha voluto
credere in un cambiamento possibile votando Pizzarotti e se lui non ce
la fa, i cittadini quando mai crederanno ancora che sia possibile una
alternativa? Noi non vogliamo tornare ad essere amministrati secondo le
vecchie logiche di potere. Vorremmo che il M5s decidesse di confrontarsi
con le forze attive sul territorio, per costruire quell’idea
complessiva di città che non emerge certo dalle scelte finora da loro
compiute e per la quale non bastano il wi fi libero ed i pannelli
solari. Purtroppo, ho la sensazione che Grillo terrà Parma e le sue
scelte congelate fino alla prossime politiche per evitare pericolosi
scivoloni.
Ed il PD? Come reagisce?
In città non c'è volontà di passare dalla padella alla brace, il PD
ed il suo modello di gestione sono un problema e non la soluzione. Anche
se sono all'opposizione vengono identificati come partiti compromessi
con il sistema, e molte delle loro posizioni, anche in consiglio
comunale, sono poco credibili, strumentali, visto che per anni hanno
votato le decisioni che ora accusano i 5 stelle di avvallare. Però la
rabbia e la delusione per ora non hanno una direzione ben precisa, non
trovano rappresentanza.
Tu sei una firmataria dell'appello dei 70, che hanno dato
vita a cambiare si può, Parma è una sperimentazione anche da questo
punto di vista. Lo è la vostra lista, e il processo con il quale vi
siete presentati alle amministrative, che consigli daresti sul come
proseguire?
Parma Bene Comune è nata in un modo molto simile a Cambiare si può,
ci sono gli stessi soggetti potenziali partner e destinatari. In questo
momento parlare di leader o segreterie è secondario. Ora dobbiamo
chiarire come allearci tra forme organizzate e singoli per difendere
diritti delle persone e beni comuni. Dobbiamo trovare le giuste modalità
per coinvolgere nel progetto anche i partiti politici che lo assumono e
che accettano di rinunciare alla propria sigla e di rispettare le
regole di candidatura. Con il PRC rapportarsi sarà abbastanza naturale,
dato che in questi anni è stato nelle lotte come noi. Dobbiamo prendere
esempio dalle battaglie che abbiamo in comune, come il NoTav come metodo
di costruzione del processo sul territorio, senza dimenticare quello
che si muove sui terreni in mobilitazione a livello nazionale, come ad
esempio la scuola, l’acqua, il lavoro. Sulla scuola, sarebbe
incomprensibile non prestare grandissima attenzione a quanto sta
avvenendo. Non possiamo e non dobbiamo fidarci del programma di Bersani,
non rappresenta le istanze che i movimenti di docenti, studenti e
genitori stanno portando avanti da oltre dieci anni per difendere la
scuola della Costituzione. Cambiare si può deve lavorare con loro e per
loro e trovare il modo adeguato per dare voce alle loro proposte. Lo
stesso vale per il cattolicesimo di base, che deve essere un
interlocutore da prendere in considerazione. Non dobbiamo pretendere di
essere d'accordo su tutto, non si tratta di rinunciare a nessuna
identità, ma semmai di decidere di concorrere a realizzare una sorta di
patto sociale tra diversi, che affronti la crisi in maniera radicalmente
diversa da quella che ci prospettano sia le alleanze di centrodestra
che quelle di centrosinistra.
Partire quindi dai programmi?
Dobbiamo essere competenti e avere un programma essenziale e
radicale, parlare dei meccanismi economici che generano la crisi e
proporre alternative nette. La distinzione tra l’alleanza PD-SEL e noi è
che loro vogliono correggere la logica del liberismo, mentre noi la
rifiutiamo, pensiamo che non sia emendabile.
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