L’altra sera da Fazio, Matteo Supercazzola ha voluto mostrare a tutti
come sono ridotte le facoltà di Giurisprudenza, o forse rincuorare i
somari: se han dato la laurea a lui, c’è speranza per tutti. Purtroppo
però il dottore in Legge Matteo Renzi, che non distingue la sospensione
feriale dei termini processuali dalle ferie dei magistrati e degli
avvocati, fa il presidente del Consiglio e sta riformando la Giustizia.
Come se uno che non conosce la differenza fra un bisturi e un paracarro
riformasse la chirurgia, o se la Boschi riformasse la Costituzione. La
sospensione feriale dei termini dal 1° agosto al 15 settembre non
c’entra nulla con le ferie dei magistrati, semmai con quelle degli
avvocati: che, se dovessero depositare i loro atti e ricorsi (scadenza
30 giorni) pure d’estate, non andrebbero mai in vacanza. Ora il governo
l’ha ridotta dal 6 al 31 agosto. Ergo “giudici e avvocati lavoreranno di
più”, come ha detto il premier da Fazio? Neanche per sogno.
L’idea che per un mese e mezzo si facciano solo i
processi urgenti (quelli di criminalità organizzata, con imputati
detenuti o a rischio prescrizione) e gli atti investigativi senza
termini (il pm che interroga i testi ecc.) risponde a un’esigenza
concreta: d’estate le notifiche vanno a vuoto, perché testimoni,
imputati e avvocati sono fuori casa e fuori studio, ed essendo
impossibile inseguirli per mari e monti si limita l’attività
allo stretto necessario per non perdere energie e soldi invano. La
riduzione della sospensione feriale produrrà montagne di udienze deserte
e rinviate. Se di solito le ferie di avvocati e magistrati (a parte
quelli di turno) coincidono con la sospensione feriale è perché, nel
resto dell’anno, creerebbero intoppi. E se finora le toghe avevano 45
giorni di ferie (come peraltro i carabinieri dal grado di maresciallo
anziano in su) era perché i giorni erano “lordi”: comprese due settimane
di lavoro fuori ufficio. Per loro i termini non si fermano mai, neppure
d’estate. Se un giudice concludeva un processo il 31 luglio e doveva
depositare le motivazioni in 15 o 30 giorni, le scriveva in ferie, sennò
finiva sotto processo disciplinare. Idem se tornava il 15 settembre e
il 16 aveva un processo: lo studiava in ferie. Ora il Genio di
Rignano, affiancato da quell’altro scienziato di Orlando, ha ridotto le
ferie togate da 45 a 30 giorni, però “netti”. Risultato: per farsi 30
giorni netti, i giudici smetteranno di emettere sentenze 15 giorni prima
di andare in ferie e rifisseranno udienze una-due settimane dopo il
rientro.
E la produttività della macchina giudiziaria,
anziché aumentare, diminuirà. Bravo Renzi. La verità è che anche questa
“riforma”, come per il Senato e l’art. 18, nasce da un’ignoranza
sesquipedale dei problemi che dovrebbe risolvere. Sulla giustizia c’è la
stessa idea demagogica di Brunetta, che pensava di aumentare
laproduttività dei magistrati con i tornelli ai tribunali, ignorando
che: l’Italia ha i magistrati più produttivi di tutti i paesi Ocse;
l’enorme cumulo di processi dipende da un eccesso patologico non di
fannulloneria, ma di contenzioso; e l’attività del giudice è di per sé
incoercibile. Quale sarebbe il tempo giusto per decidere se uno è
colpevole o innocente, ha torto o ragione? A volte bastano poche ore,
altre occorrono mesi di studio. Ora questi ciucci che vogliono toghe più
laboriose le mandano in pensione a 70 anni anziché a 75. Così a fine
2015 perderemo 450 magistrati esperti senza sostituirli: già oggi gli
organici sono scoperti e i concorsi per i famosi “giovani” non si
bandiscono perché non c’è un euro. Anzi l’effetto-risparmio sarà
neutralizzato dai costi aggiuntivi per l’Inps e per lo Stato, che dovrà
anticipare i Tfr. Ma soprattutto questi asini vorrebbero aumentare
l’offerta di giustizia senza scoraggiare la domanda. Pura follia: se
anche riuscissero ad accrescere ancora la produttività, chi ora non
denuncia perché ha perso le speranze nella giustizia si aggiungerebbe a
tutti gli altri. E il sistema imploderebbe. È questa la differenza fra i
governi B. e il governo Renzi: i delinquenti ogni tanto si riposano, i
cretini mai.
Da Il Fatto Quotidiano del 30/09/2014.
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